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UN ANNO CON DON ALBERIONE

23° Febbraio

IL CARATTERE: natura del buon carattere 

 

Meglio un povero di condotta intemerata che un ricco il quale torce i labbri ed è stolto. Dove non c'è la scienza dell'anima non c'è alcun bene, e chi ha la fretta nei piedi inciamperà. La stoltezza dell'uomo ne rovina gli affari, ed egli poi si arrabbia contro Dio (Pro. 19, 1-3). 

 

1. Il buon carattere nelle vere manifestazioni esterne è un complesso di virtù sociali che si riducono alla carità; le sue caratteristiche sono descritte da S. Paolo: «La carità è paziente, è benefica; la carità non è astiosa; non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio tornaconto; non si muove ad ira; non pensa male, non gode dell'ingiustizia; gode invece della verità; a tutto si accomoda, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (I Cor. 13, 47), Il buon carattere sopporta tutto da tutti. Non disdegna di trattare con pezzenti, ignoranti, rustici, cattivi; nè si offende innanzi a mancanza di rispetto, o sarcasmi, a dispetti, a dimenticanze, a noncuranze, a disprezzi. Scusa gli offensori, tratta con deferenza, si guarda da vendette e ripicchi; anzi, benefica gli avversari: «Vincite in bono malum». E' costante nella sua vita, sempre pieno di fiducia; si difende da sè con la sua virtù senza offendere alcuno. 

 

2. La persona di buon carattere non cagiona ad altri alcun dolore. A questo scopo vigila su se stessa, sulle parole, sulle azioni. Osserva la decenza e la proprietà; rispetta il proprio posto; non permette posizioni penose. Non ha pose nè sussiego; tutti possono avvicinarla; discreta ed educata nella corrispondenza. Le sue amicizie non sono molte, ma son ben coltivate e scelte. Non è invadente, prolissa, sdegnosa. E' padrona degli atti e delle parole: bada a quale fine arrivano e quale effetto possono produrre. Con i superiori è rispettosa, ma non sa adulare; con gli eguali si stima l'ultima e ciò per convinzione; con gli inferiori è incoraggiante e pronta a difendere; è l'avvocata degli assenti. 

 

3. La persona di buon carattere si applica a procurare la felicità degli altri; è ingegnosa, preveniente, generosa. Vieta a se stessa di pensare male degli altri; e l'abitudine dei buoni pensieri e del sincero desiderio del bene altrui conferisce al suo atteggiamento vera bontà, costante franchezza, serenità abituale. Sa dire a tempo parole di conforto, prendere parte alle gioie altrui, indovinare e soccorrere le necessità umilianti. Non calcola quanto un servizio costa, nè quanto guadagno temporale gliene provenga, nè quale persona lo chieda. E' ilare, disinteressata, garbata nei suoi doni. 

 

ESAME. - Considero uno ad uno i segni del buon carattere, come li ha descritti S. Paolo, nel passo ora riportato? Che cosa mi risponde la coscienza su ognuno di essi? 

 

PROPOSITO. - Terrò sempre presente il difetto predominante del mio carattere per l'acquisto della carità sociale. 

 

PREGHIERA. - Signore, quanto sono lontano da questo carattere ideale! Mi confonde ogni aspetto, ogni punto della mia meditazione, Eppure Voi, o Gesù, volete dei cristiani forgiati su questo modello. Che varrebbero le pratiche di pietà ed un esteriore religioso senza la carità e la virtù interiore? Una vernice di religiosità è ben diversa dal cristianesimo vissuto. Signore, che io mi conosca; mi penta per rifarmi; lavori per diventare un vero uomo. 

 

 

FIORETTO: — Oggi mortifica quel senso che più ti porta al peccato.

 

 

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