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UN ANNO CON DON ALBERIONE

18° Giugno

MORTIFICAZIONE - III 

 

Noi non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne. Se quindi vivrete secondo la carne, morrete; se invece con lo spirito sarete morti alle azioni della carne, vivrete (Rm. 8, 12-13). 

 

1. E' necessaria sempre, ovunque, per tutti. Ogni buon risultato richiede sacrificio. Lo studente per imparare, ogni giovane per farsi una posizione, ogni operaio per ottenere la mercede, ogni contadino per raccogliere frutti, ogni commerciante per i suoi guadagni. Ogni professionista, ogni soldato, ogni artista per i rispettivi compiti devono faticare, superare ostacoli, vincere sconforti, sopportare delusioni. Chi abbandona il suo lavoro sarà un fallito nella vita; chi persevera arriverà alla meta, sarà stimato, godrà la giusta soddisfazione di chi ha compiuto il suo dovere. Così, e tanto più, si dica ciò del sacerdote e del religioso. 

 

2. Ma la mortificazione è assai più necessaria nel compito massimo e più delicato: l'eterna salvezza. Chi non sa mortificarsi cadrà in peccato: «Se vivrete secondo la carne morrete; se poi per mezzo dello spirito, mortificherete la carne, vivrete» (Rm. 8,13). I desideri della carne sono rivolti al male: ai beni ed ai piaceri della terra. Eppure il Vangelo dice chiaramente di non guardare ciò che è pericoloso; di non desiderare cose vietate; di fuggire le occasioni del peccato. Ciò significa che si devono sempre frenare gli occhi, l'udito, la lingua, il tatto, la fantasia, il cuore. Lasciare compagnie che piacerebbero, divertimenti immorali, letture cattive. Solo chi si mortifica si fa migliore e santo. Distaccando il cuore dalle creature, l'uomo si unisce a Dio. Mortificando il desiderio della stima, l'orgoglio, l'ambizione e frenando l'amore alle ricchezze l'anima si unisce di più a Dio, si conforma a Gesù Cristo, aspira e acquista i beni spirituali ed eterni. «Chi vuol venire dietro di Me, rinneghi se stesso, porti la sua croce e Mi segua» (Mt. 16, 24), dice Gesù Cristo. Ed ancora la perfezione richiede lotta: «progredirai tanto quanto farai violenza a te stesso». Molte anime hanno desiderio e fanno propositi di santificarsi: ma si arrestano innanzi alle difficoltà, al combattimento, al rinnegamento. Ora occorre operare contro il senso, dice S. Ignazio: «Combattendo contro la sensualità e l'amor proprio». Allora l'amor di Dio prende possesso dell'anima e la penetra in tutte le sue facoltà. 

 

3. Io vi contemplo su la croce, o Gesù mio maestro e mio conforto. Come sarei Vostro discepolo se rinunziassi alla mortificazione? Devo padroneggiare il mio orgoglio, la mia sensibilità, il mio cuore, l'ira, l'amore alle comodità per essere Vostro discepolo. Voi me lo predicate, anche tacendo, dalla Vostra croce. Deh! soccorrete la mia infermità, rendetemi paziente, dolce, temperante, puro. «Nella croce salvezza, nella croce vita, nella croce protezione dai nemici, nella croce infusione di soprannaturale soavità, nella croce forza della mente, nella croce gaudio dello spirito, nella croce tutte le virtù, nella croce la perfezione della santità» (Imit. di Cristo). 

 

ESAME. - Ho compreso la santità e la necessità della mortificazione? Vi ho messo amore? In che cosa mi mortifico? 

 

PROPOSITO. - Considererò le parole di un grande scrittore: «Come la immortificazione è l'origine dei vizi e la causa di tutti i nostri mali; così la mortificazione è il fondamento delle virtú e la fonte di tutti i nostri beni». 

 

PREGHIERA. - Signore, infondetemi coraggio e costanza con il pensiero della ricompensa: Chi rinuncia... possederà la vita eterna. Molti sacrifici fanno i mondani per qualche vantaggio terreno; ma io sono uomo di eternità. Un po' di paradiso pagherà ogni pena, anche la più dolorosa. Paradiso, Paradiso. 

 

FIORETTO: — Ripeti lungo il giorno: Con l'aiuto di Dio voglio farmi santo, e gran santo.

 

 

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