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UN ANNO CON DON ALBERIONE

27° Giugno

ZELO - III 

 

A ciascuno poi è data la manifestazione dello Spirito ad utilità comune. Infatti ad uno è dato per mezzo dello Spirito il linguaggio della sapienza; all'altro il linguaggio della scienza, secondo il medesimo Spirito; ad un altro la fede per il medesimo Spirito; ad un altro il dono delle guarigioni, per l'unico e medesimo Spirito; a chi la potenza d'operar miracoli, a chi la profezia, a chi il discernimento degli spiriti, a chi ogni genere di lingue, a chi il dono di interpretarle. Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, che distribuisce a ciascuno come vuole. (Cor. 12, 7-11). 

 

1. Tutti possono zelare: tutti; anche i contemplativi, i capifamiglia, le persone sole, gli infermi. Ognuno secondo il proprio ambiente e secondo il proprio stato. Lo zelo si esercita con la sofferenza, la fatica, la preghiera, le opere, la parola, la radio, la stampa e l'esempio, ecc. Ora nessuno è nell'impossibilità di praticare almeno qualcuno di questi apostolati: per esempio la preghiera, l'esempio. Vi sono spesso persone dipendenti: almeno si ha qualche relazione per necessità dello stato, dell'impiego, della vita stessa. Viviamo tutti in società. Anche i contemplativi: essi sono rinchiusi nei chiostri, per vivere più uniti a Dio, per difendere la loro virtù, per crescere nella loro santità. Ma se sono dispensati dalla predicazione, possono pregare; se non governano le anime, possono esercitarsi nella preghiera e nella virtù. I loro meriti servono per i missionari. I Trappisti preparano le migliori conquiste dei missionari. E le sofferenze ai fini dell'apostolato non sono anche più efficaci? Gesù Cristo è propriamente il Salvatore per la Sua passione e morte. 

 

2. L'apostolato è anche doveroso per tutti. Per il sacerdote forma il dovere di stato: egli ha ricevuto il mandato speciale per bocca di Gesù Cristo: Vi ho scelti e destinati perchè andiate e portiate frutto; e il vostro frutto sia duraturo (Gv. 15, 16). I genitori devono santificare la famiglia: e di essa daranno rigoroso conto a Dio. L'impronta che lasceranno nei figli non si cancellerà. I padroni, i capi-bottega, i capi-azienda possono fare molto per la moralità, il rispetto alla religione, la salvezza dei loro soggetti. Tutti poi i buoni fedeli devono ricordare: hanno ricevuto la fede, facciano carità di fede. Hanno la grazia, concorrano a farla vivere nelle anime. Hanno il bene di comprendere che cosa significa vita cristiana e virtuosa, ne estendano la pratica con il profumo di Cristo: «Christi bonus odor », E' atto di equità. Se non sempre di giustizia. Ma è anche carità. Entra nelle opere di misericordia l'istruire gli ignoranti, consolare gli afflitti, consigliare i dubbiosi, convertire i peccatori, favorire le vocazioni, indirizzare bene i giovani, pregare per la Chiesa, per tutti i vivi e i defunti, ecc. ecc. 

 

3. Signore, io dimentico facilmente i miei doveri ed i miei obblighi; oppure, con qualsiasi scusa, anche futile, mi dispenso da essi. Non so però se queste dimenticanze e queste dispense mi giustificheranno al Vostro tribunale. Non posso essere tranquillo per il solo fatto di non aver dato scandalo: devo positivamente giovare all'umanità, alla società civile, religiosa, familiare; come positivamente ho ricevuto del bene. 

 

ESAME. - Nel mio stato adempio i doveri che ho verso il mio prossimo? Devo compierli diligentemente. 

 

PROPOSITO. - Ogni sera m'interrogherò: oggi che cosa ho dato? E' meglio dare che ricevere. 

 

PREGHIERA. - Regina degli Apostoli Maria, ottenete anche a me un'infusione dello zelo apostolico. O Madre tanto premurosa per la salvezza dei vostri figli, che io possa rassomigliarvi almeno un poco! Che io possa presentarmi al giudizio di Dio con copiosi frutti! 

 

FIORETTO: — Fa una visita a Gesù; digli che ti rubi il cuore.

 

 

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