UN ANNO CON DON ALBERIONE
2° Novembre
LA COMMEMORAZIONE DI TUTTI
I FEDELI DEFUNTI
Ricordati del mio destino che sarà pure il tuo: ieri a me, oggi a te. Come riposa il morto, lascia riposare la sua memoria, consolalo quando il suo spirito si parte da lui (Ecl. 38, 23-24)
1. Il dogma della Comunione dei Santi mette in stretta comunicazione le tre parti dell'unica Chiesa di Gesù Cristo: la militante, la purgante, la trionfante. In questo giorno siamo invitati a ricordare la purgante: per essa giovano le preghiere della trionfante e della militante. Il Concilio Tridentino ha definito che «esiste il Purgatorio e che le anime là trattenute possono venire soccorse dai suffragi dei fedeli, specialmente dalla S. Messa». Vanno in Purgatorio le anime che, uscite da questo mondo in grazia di Dio, hanno tuttavia ancora qualche debito con la divina giustizia. E cioè, hanno ancora qualche pena da scontare di peccati già perdonati quanto a colpa; o qualche peccato veniale, imperfezione volontaria, attaccamento, affetto terreno, o freddezza nel divino servizio. Il cielo è luce purissima; nulla di fosco e inquinato entra in esso. Sulla terra Dio accetta le nostre penitenze; mentre pure possiamo approfittare delle sacre indulgenze. Ma nell'altra vita tutto si deve pagare con sufficiente patimento.
2. Nel Purgatorio le anime soffrono una pena detta del danno: sono private della visione di Dio. L'anima ha una naturale tendenza a Dio. E' assetata di verità, di giustizia, di amore; e Dio è la stessa verità, la stessa giustizia, l'amore infinito. Ma non essendo del tutto puro viene da Dio scacciata da sè. Lo stato di grazia, nell'elevazione all'ordine soprannaturale, aumenta questa sete dell'anima, che acquista desideri accesissimi ma Dio la vede macchiata e la tiene lontana. L'anima stessa sente una mestizia e tristezza profondissima dei suoi peccati, d'aver disgustato un tal Dio, Padre così amante. Pensare che si è contribuito alle pene, alle agonie, alla corona di spine di Gesù, sarà per l'anima uno strazio indicibile: così il dolore e l'amore assieme, getteranno nell'anima una melanconia opprimente. Un esempio l'abbiamo negli Ebrei, esuli a Babilonia che sospiravano Gerusalemme: «super flumina Babilonis illic sedimus et flevimus cum recordaremur Sion. In salicibus in medio ejus suspendimus organa nostra...». E' la pena dello spirito pensando: quanto poco bastava per liberarsi dal Purgatorio, se avessero voluto; e come la SS. Vergine e i Santi, molte anime forse meno fornite di doni sono già al Cielo... Penserà che con un po' più di fervore, l'anima avrebbe potuto procurarsi la felice condizione di passare dal letto di morte al Cielo. Pena del senso. La minima pena del Purgatorio è maggiore della pena anche massima della terra.
3. Signore di infinita giustizia. Voi purgate quelle anime tra le fiamme di dolore e di amore. Ma sulla terra mi offrite tanti mezzi per compiere per tempo la mia purgazione; me ne date il tempo. Datemi spirito di penitenza e di mortificazione; ma specialmente datemi un amore così vivo che copra la moltitudine dei miei peccati. Datemi una santa premura di acquistare le sacre indulgenze.
ESAME. — Se morissi ora mi rimarrebbero ancora pene da soddisfare? Sarei ancora troppo freddo ed indifferente nell'amore di Dio e del prossimo? Avrei ancora imperfezioni ed attaccamenti terreni?
PROPOSITO. — E' da pigri quella falsa rassegnazione a cadere in Purgatorio. Voglio evitarlo.
PREGHIERA. — «O Dio, Creatore e Redentore di tutti i fedeli; concedi alle anime dei Tuoi servi e delle Tue serve la remissione di tutti i peccati; affinché mediante queste nostre pie suppliche ottengano l'indulgenza che hanno sempre desiderato. O Dio, Signore di misericordia dà alle anime dei Tuoi servi e delle Tue serve il luogo del refrigerio, la beatitudine del riposo, e lo splendore della luce. O Dio, largitone del perdono ed autore dell'umana salvezza; noi supplichiamo la Tua clemenza, affinché, per l'intercessione della Beata Vergine Maria e di tutti i tuoi Santi, Tu conceda alle anime dei Tuoi servi e delle Tue serve che emigrarono da questa vita, di giungere alla partecipazione dell'eterna beatitudine».
FIORETTO: — Recita la terza parte del Rosario, o almeno tre De profundis
in suffragio delle anime.