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UN ANNO CON DON ALBERIONE

19° Novembre

LA PENITENZA - VI 

 

(Finalmente) ti ho manifestato il mio delitto, non ho tenuto più nascosta la mia colpa. E ho detto: Confesserò contro me stesso il mio fallo al Signore. Ed ecco, tu rimetti l'empietà del mio peccato (Sal. 31,5). 

 

1. Vi è obbligo grave di accusare tutti i peccati mortali. Nessun obbligo, invece di accusare i peccati veniali. Si consiglia, tuttavia, di confessare almeno i più notevoli e frequenti. E' sacrilegio orribile tacere, in confessione, anche un solo peccato mortale; e si commetterebbe poi altro sacrilegio accostandosi in tale stato alla Comunione: La vergogna, il rossore, l'orgoglio, il demonio, sono causa di confessioni sacrileghe, ci dicono Sacerdoti santi dopo molta esperienza nella cura delle anime. S. Giovanni Crisostomo scrisse: «Il demonio ispira una temeraria audacia alle anime a commettere peccati; poi suscita rossore e vergogna perchè li tacciano in confessione». Un missionario di novantatré anni disse ad un Sacerdote di molto spirito: «Dopo cher ho ascoltate trentamila confessioni generali, devo dire: «Per strappare al demonio ed all'inferno tanti peccatori, aiutateli a confessare tutto; spesso vi sono penitenti che frequentano i Sacramenti con catena lunghissima di sacrilegi e non si decidono a romperla». 

 

2. S. Vincenzo de' Paoli diceva: «Il rossore impedisce a tanti buoni contadini di confessare i loro peccati: essi vivono così in stato di dannazione». S. Alfonso de' Liguori scriveva «Chi ha un po' di esperienza sa bene che questa maledetta vergogna nell'accusarsi popola l'inferno di condannati». S. Teresa dà questo consiglio ai Padri Carmelitani: «Predicate spesso contro le confessioni sacrileghe, perchè Dio mi ha rivelato che la maggior parte dei cristiani si danna per le confessioni fatte male». Il P. Brydaine diceva: «L'esperienza ci ha chiaramente dimostrato che i più dei cristiani si dannano per i difetti essenziali delle loro ordinarie confessioni». S. Agostino: «Tu sarai dannato tacendo; mentre potresti liberarti confessandoti». S. Francesco Saverio: «Vi sono molte persone alle quali il demonio ispira un così vivo rossore dei peccati, che non sarebbero capaci di fare un'accusa completa...». S. Carlo Borromeo: «Il più delle volte i penitenti si confessano più per una certa usanza che per cognizione dei peccati e per la volontà di correggersi». S. Filippo Neri, S. Giovanni Bosco, S. Giuseppe Cafasso, il Padre Segneri dicono la medesima cosa. Molto valore ha qui il Santo Curato d'Ars. Nella vita del P. Manin è scritto: «Il maggior numero di coloro che venivano ad Ars facevano la loro confessione generale. Il Santo si prestava volentieri, sapendo essere questo il mezzo per strappare molte anime all'inferno, poiché riparavano così ai loro sacrilegi». 

 

3. Preghiamo per riparare i sacrilegi. Il P. Mach S.J., il grande missionario che predicò in cinque regni, mille parrocchie e molte comunità, in un libro tradotto, ancor lui vivente, in tutte le lingue d'Europa, scrive: «Poche missioni ho dato in cui, sommando le confessioni generali del tutto necessarie... anche persone che avevano ricevuto più volte gli ultimi sacramenti avevano stretta necessità di rifare le confessioni per non dannarsi». Specialmente rivolgersi a Maria, rifugio dei peccatori, per ottenere che in vita ed in morte tutti si confessino con sincerità e dolore. Vi siano anime che prendano per sè questa grande missione: devozione al Cuore di Gesù, al Crocifisso, all'Addolorata, per la vera conversione dei peccatori. 

 

ESAME. - Come sono le mie confessioni? Nella mia condizione posso aiutare con la parola e con la stampa o con la preghiera le anime a confessarsi bene? 

 

PROPOSITO. — Nella mia vita, almeno ogni anno voglio fare una confessione straordinaria su tutti i miei doveri. Nelle confessioni ordinarie dirò sempre qualche cosa che mi umilii profondamente. 

 

PREGHIERA. - O Gesù mio, Crocifisso e Pastore buono, ecco ai Vostri piedi questa pecorella smarrita che Vi lambisce per riconoscenza ed amore le sacre piaghe. Ho fatto piangere il cielo con le mie iniquità; ma lassù si farà tanta festa per un peccatore che si converte. Date a me ed a tutti i peccatori, specialmente ai moribondi, la grazia di conoscere i peccati, di detestarli e soprattutto confessarli con tutta sincerità secondo il numero e la gravità. Questa sia la grande e prima penitenza per cancellarli e non portarli al tribunale Vostro. Vi dico con il buon ladrone: «Ricordati di me quando sarai nel Tuo regno». 

 

FIORETTO: — Vivi in unione con Dio, agendo, non a casaccio, ma con fini virtuosi e di gloria a Lui.

 

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