UN ANNO
CON DON BOSCO
9° Febbraio
58) Abbiamo dei doveri verso gli Angeli?
Verso gli Angeli abbiamo il dovere della venerazione;
e verso l'Angelo Custode abbiamo anche quello di essergli grati, di ascoltarne le ispirazioni e di non offenderne mai
la presenza col peccato.
(...)
162. - Ti saluto, Angelo mio.
Don Bosco aveva l'usanza di salutare l'Angelo Custode di quelli
che incontrava, pregava altresì gli Angeli dei suoi giovanetti, perchè lo
aiutassero nel farli buoni, e ai giovani stessi raccomandava che in loro
onore recitassero tre Gloria Patri. (M. B.III 154)
163. -Il
Grigio.
Una sera del 1852
sul tardi Don Bosco veniva a casa solo soletto, quand'ecco vede farglisi accanto un grosso cane grigio. A prima
vista n'ebbe paura, ma poi, scorgendo che non minacciava, anzi gli faceva delle moine, si mise tosto in buona relazione con lui. La bestia fedele
lo accompagnò fino all'Oratorio, e senza entrarvi se ne partì. Nè solo
quella volta, ma tutte le sere che egli non potesse portarsi a casa per
tempo, o fosse senza un buon accompagnamento, appena passati gli edifici, vedeva spuntare il Grigio ora da uno ora da un altro lato della via.
Carlo Tomatis ce lo descrive: — Era un cane di un aspetto veramente
formidabile. Aveva una figura quasi di lupo, muso allungato, orecchie
diritte, pelo grigio, altezza un metro.
Incuteva spavento in quelli che non lo conoscevano. Narrò Don
Bosco: — Veniva una sera a casa; a un certo punto incontrai un amico,
il quale mi accompagnò sino al Rondò: qui mi salutò per ritornarsene.
Da questo punto all'Oratorio stava per me il maggior pericolo. Ma ecco
comparire il mio custode, il Grigio. Colui, vedendo un tale cagnaccio,
voleva cacciarlo lungi da me. Prese due grosse pietre, e l'una dopo l'altra
gliele scagliò a tutto potere. Il cane non si mosse di posto, non mostrò
il minimo risentimento, come se non sopra il suo corpo, ma sopra un
sasso avessero battuto. Allora quel galantuomo rimase pieno di spavento
ed esclamò: « Egli è una mosca! Egli è una mosca! » (cioè una bestia
stregata) ; e più non osava tornare indietro, e mi accompagnò fino
all'Oratorio. Qui giunto, dovetti mandargli due giovani adulti a scortarlo,
perchè più non sarebbe da solo ritornato a casa sua; tanto era lo spavento che gli aveva cagionato l'insensibilità di quel cane. Il Grigio però,
vedendomi accompagnato, era scomparso. (M. B. IV, 711-713).
164. - La voce dell'Angelo.
Don Bosco esortava i primi soci alla perseveranza nella Pia
Società Salesiana, e, svolti, alcuni argomenti, esponeva il seguente fatto.
Il famoso Liffardo, nato da nobile famiglia e fattosi religioso, per
esercizio di umiltà ebbe dai Superiori il comando di occuparsi negli
uffici
più bassi del Convento. Per alcuni anni Liffardo tenne questo posto,
dando un grande esempio di virtù. Ed ecco un giorno il maligno spirito
lo tentò di superbia, rappresentandogli il vituperio che tornava alla sua
illustre condizione per essere egli addetto a così vile mestiere. La
tentazione divenne tanto gagliarda, che il misero monaco già si risolveva a
deporre l'abito religioso e a fuggire dal chiostro. Senonchè, mentre tali
pensieri l'agitavano, di notte tempo gli comparve il suo Angelo Custode
in forma umana e gli disse: — Vieni e seguimi!
Ubbidì Liffardo, e fu condotto ai sepolcri. Al primo avanzarsi
per quegli ambulacri paurosi, alla vista di quegli scheletri, alla puzza
di quel fracidume, egli fu talmente preso da orrore che chiese all'Angelo
la grazia di potersi ritirare. La celeste guida lo costrinse ad andare
alquanto più oltre; poscia con voce autorevole, voltasi a lui, rimproverandolo della sua incostanza: — Tu pure
— gli disse — fra poco sarai
un brulicume di vermi, un mucchio di cenere. Vedi dunque se ti può
tornar conto di dar luogo alla superbia, voltando a Dio le spalle, per
non voler tollerare un atto di umiliazione con cui puoi comprarti una
corona di gloria eterna.
A tali rimproveri Liffardo si pose a piangere, domandò perdono
del suo fallo, e promise che sarebbe più fedele alla sua vocazione. L'Angelo intanto ricondottolo nella sua stanza, disparve. Il monaco rimase
fermo nei suoi sinceri proponimenti sino alla morte. (M. B. VI, 791-792).
(..)
FRASE BIBLICA. -
Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. -
Se vuoi piacere a Gesù ed a Maria custodi obbedisci alle ispirazioni del tuo Angelo Custode.
PREGHIERA DEL MESE. -
Venite, o Spirito di sapienza, ed istruite il mio cuore finchè io tenga sempre fisso innanzi agli occhi il mio ultimo fine, ed in tutte quante le mie opere io sia guidato da una buona intenzione. Fate che io ami e cerchi i beni della terra solamente in quanto sono utili all'anima mia, e necessari nei bisogni della vita presente. Concedete che io conosca sempre più e stimi i beni celesti.
Insegnatemi anche la via di conseguirli con maggior sicurezza e di possederli eternamente. Così sia. Pater
noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: - Oggi fa un serio esame di coscienza, e osserva a che punto ti trovi.