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IL CUOR DI GESU'

MEDITAZIONI E PREGHIERE

 

 

GIORNO 19

 

Indice

 

  

IL CUOR DI GESU' NELLA SUA RISURREZIONE

 

 

19° GIORNO

Il Cuor di Gesù nella sua Risurrezione. 

 

Perseguitato dai peccatori, inchiodato sopra una Croce, dopo tre ore di agonia dolorissima, io spirai l'anima mia!... Tu che mi accompagnasti nei miei dolori, che mi seguisti sul Calvario, che mi assistesti negli ultimi miei momenti, vieni pure presso il mio Sepolcro!... Come io sono morto, così tu ancora morrai!... tutto allora sparirà dinanzi a te.... si dilegueranno gli onori., ti sfuggiranno tutti i beni terreni.... andranno in fumo tutti i tuoi disegni.... i parenti e gli amici ti abbandoneranno!. E chi sarà che in quel punto tremendo non si allontanerà da te? solo il tuo Gesù. Io solo addolcirò le tue pene, mitigherò i tuoi affanni.... Al tuo letto di morte io manderò i miei Ministri, che ti fortificheranno coi Sacramenti, che ti conforteranno con le preghiere della mia Chiesa. La mia Santissima Madre Maria e il mio Padre putativo Giuseppe, protettore dei moribondi, e il tuo Angelo Custode ti difenderanno contro gli assalti del demonio, ti consoleranno nelle ambasce dell'agonia, ti assisteranno fino all'estremo momento.... per condurre l'anima tua nel mio seno in Paradiso. Sì, tu pure morrai, o figliuola, ma tu ancora puoi risorgere gloriosa se dalla mia risurrezione imparerai a risorgere dal peccato alla grazia. Il peccato è morte dell'anima, e l'anima senza la grazia è cadavere abominevole agli occhi miei!.. Io risorgendo dal mio sepolcro ti dico: Sorgi dalla morte del peccato alla vita della mia grazia. Questa è la voce amorosa che esce dal mio Cuore di vero amico e di amantissimo Padre che è morto per te. Deh! ascoltala e disponiti a risorgere subito con me!... Ma come potrai far questo? col dolore del cuore e col fermo proponimento di lasciare per sempre il peccato!.. Io da morte risuscitai a vita novella per non mai più morire, e tu?... anima cristiana, le tante volte sei ricaduta nei medesimi peccati, e tornasti a morire alla mia grazia. Dopo la Confessione Sacramentale tu tornasti alle mormorazioni, agli odi, alle disonestà... Quante promesse non mantenute, quanti proponimenti. Deh! pensa che l'anima, la quale lavata delle sue macchie torna alle colpe di prima, è vicina alla mia maledizione e all'eterna rovina!.. Pensa che la tua risurrezione dal peccato non deve essere apparente e bugiarda, se vuoi vivere della vita gloriosa immortale nel mio regno del Paradiso. Su dunque, anima cristiana, risorgi dalla tua morte spirituale per non mai più morire alla grazia mia... e se ti conturba il pensiero della tua debolezza, non ti fidare di te, ma confida in me che ti amo di amor infinito, e che ti ricomprai a prezzo di tanti tormenti, di tanto Sangue. Confida in me.... e se avrai una volontà ferma e risoluta di non perdere la mia grazia, sarai da me assistita, sostenuta.... In mezzo a tutti i tuoi nemici spirituali e a tutte le occasioni cattive, ti condurrò sicura al conseguimento dell'ultimo tuo fine!. Confida, confida in me e non resterai confusa!...

 

PREGHIERA 
Voi siete morto, o mio Redentore, e io pure un giorno morirò!.. Ahimè? come è preparata l'anima mia alla morte?... Se in questo momento avessi a morire, quale sarebbe la mia sorte?... Deh! allontanate, o Signore, da me la morte, perché possa prima col dolore dei miei peccati e con una buona confessione provvedere alla povera anima mia!...Come la Maddalena convertita vengo io pure al vostro sepolcro, o buon Gesù, per imparare a risorgere ad una vita nuova, e vivere sempre con voi di una vita gloriosa ed immortale. Fate, o Signore, che quest'anima risorga una volta dalla morte spirituale del peccato, per non ricadervi mai più. Da questo momento piango amaramente le mie colpe, e con l'aiuto vostro, approfittando degli ammaestramenti che mi avete dato con la vostra morte e con la vostra gloriosa risurrezione, cercherò di morire a me stessa, per vivere eternamente di Voi in Paradiso!.... Così sia. 

 

ESEMPIO 
Sullo scorcio dell'Ottobre 1861 fu condotto all'ospedale di S. Spirito in Roma un giovine affetto di pneumonia. Dopo un mese, essendo il suo stato divenuto pericoloso, una suora delle assistenti dell'ospedale, lo consigliò di confessarsi, dimostrandogli quanto fosse utile ai poveri infermi l'accostarsi ai sacramenti. L'infermo si ricusò; e dopo alcuni giorni, un cappellano avendo voluto rinnovare il tentativo trovò ancor resistenza; ed il rifiuto fu accompagnato da espressioni di sdegno, e da malumore che dava maggiormente a temere. Intanto il male progrediva rapidamente. La suora era oltremodo agitata, nè sapeva come regolarsi per ripetere le istanze essendo quel giovane istruito in teologia, cui prima aveva studiato con intenzione di abbracciare lo stato ecclesiastico; perlochè riusciva più difficile persuaderlo. Essa intendeva bene che l'abuso della grazia era la cagione del tristissimo stato dell'anima di quell'infelice. Si ricorse al S. Cuore di Gesù, con viva fiducia; ed un giorno la suora trovò l'infermo in tale stato, che stimò opportuno tornare sull'argomento. « Mio caro, da un momento all'altro potete comparire innanzi a Dio; che sarà di voi? Rifiutate i Sacramenti, ossia il perdono dei vostri peccati e non già per ignoranza, perché siete bene istruito. Pensate che persistendo nella colpa, inferno vi aspetta ». Egli altro non rispose se non: « Sorella mia, ella m'infastidisce; il cappellano pure m'ha assai disturbato ». Poco dopo però colto da estremo sfinimento, apparve alquanto spaventato sentendo la morte assai vicina. Il dì seguente la superiora, facendo le sue visite, s'incontrò col medico, il quale da lei interrogato intorno al giovane, rispose: egli non passerà questo giorno. — Senz'altro indugio la superiora, raccomandato il giovine al S. Cuore di Gesù, si affrettò a fare un ultimo tentativo. Ma quanta fu la sua sorpresa e la sua gioia, quando dopo alcune affettuose parole, l'infermo chiese un sacerdote per confessarsi. Questi non si fece aspettare; e il povero infermo ravveduto per una grazia inesplicabile, ricevette tutto commosso i sacramenti con edificazione di tutti gli astanti. Il misericordioso Sacro Cuore di Gesù gli concesse altri pochi giorni di vita, perché egli potesse così riparare allo scandalo dato agli altri infermi della sala, il che fece di buon animo. Se siamo morti alla grazia di Gesù col peccato, potremo noi pure risorgere alla vita spirituale per mezzo della devozione al suo S. Cuore. 

 

PRATICA 
Recitate con maggior devozione le vostre orazioni. 

 

GIACULATORIA 
Dolce Cuor del mio Gesù, fa che io t'ami sempre più. (Indulgenza di 300 giorni).

 

(Tratto dal libretto "IL CUOR DI GESU' - D. Antonio Zaccaria - 1902)

 

 

 

 

 

 

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