IL
CUOR DI GESU' E L'ANIMA PECCATRICE
28° GIORNO
Il
Cuor di Gesù e l'anima peccatrice.
Quale
dolore, anima cristiana, non è per un padre l'essere offeso dai propri
figli?... ebbene non sono io il tuo Padre e l'ottimo dei Padri?... Non
avesti la vita da me? non te la conservai fino ad oggi? non ti redensi con
tanti tormenti? non ti ho preparata una eredità di beni infiniti in
Paradiso? Immagina quindi quale sia il dolore mio ogni volta che tu mi
offendi col peccato!.. e mi offendi sotto i miei occhi medesimi, e quel
che è peggio per offendermi ti servi di quelle mani, di quei piedi, di
quegli occhi, di quelle orecchie, di quel cuore, in una parola, di quel
corpo e di quell'anima che io stesso ti diedi. Deh! considera la gravezza
del peccato mortale... col peccato tu ti ribelli al tuo Dio, al tuo re, al
tuo padre!... Quando pecchi tu vieni a dirmi: so che voi, come Dio, avete
diritto alla mia adorazione, come Re alla mia sudditanza, come Padre al
mio amore, ma io voglio fare a modo mio, voglio soddisfare le mie
passioni, non voglio essere servo ad alcuno... Oh ingratitudine
mostruosa!.. Di più quando pecchi, anima cristiana, mi posponi ad una
cosa da nulla: mi metti in confronto di un piacere illecito, di un po' di
denaro, di un puntiglio d'onore, e preferisci la creatura al Creatore, una
cosa da nulla al Dio dell'universo... Oh stoltezza incomprensibile. Ma vi
è ancora di peggio, anima cristiana! ... quando tu mi offendi col peccato
rinnovi i miei tormenti, la mia morte!... Guarda queste mani e questi
piedi trafitti... tu quando pecchi, riapri queste ferite!. Guarda questa
fronte incoronata... tu quando pecchi mi torni a piantare quelle
acutissime spine! Vedi questo corpo tutto lacero e piagato!... tu quando
pecchi, torni a fare crudo scempio delle mie santissime carni!... Mira
questo Cuore aperto da una lancia crudele!... Oh quante volte con le tue
colpe mi rinnovasti questa ferita. Ah! figliuola, dirai ancora che non è
gran male il peccato?... Tu tremi a questi miei rimproveri, e non ardisci
di alzar la fronte vergognosa di tante colpe?... Ah fa cuore, anima
cara... sappi che per te pure è preparato il perdono, purché tu detesti
di cuore la vita passata; sappi che in Paradiso si fa maggior festa per un
peccatore che si converte, che per molti giusti che perseverano. Non sei
tu una pecorella traviata che ha abbandonato l'ovile?... Ebbene io sono
appunto il buon Pastore venuto sulla terra in cerca di te. Non sei tu un
figlio prodigo che si è allontanato dal suo Padre?... Ebbene, io sono
appunto quel buon Padre che tengo le braccia aperte per stringerti
ravveduta al mio Cuore. Vieni dunque, t'affido alla bontà mia. Mi sei
costata tante umiliazioni, tante pene, tanto Sangue, che ti desidero
salva, ho dato il perdono a tante anime peccatrici, bramo di darlo anche a
te!... sto sempre intercedendo presso il mio Eterno Padre per tutti i
poveri peccatori... e intercedo anche per te! ... Non dubitare dunque
della mia bontà, ed abbi piena confidenza nel tuo Dio, nel tuo Padre, nel
tuo Redentore.
PREGHIERA
Gesù, speranza mia e mio conforto, voi aspettate tutte le anime
peccatrici, e con santa impazienza gridate loro: Convertitevi a me ed io
mi convertirò a voi!... Ebbene, o Gesù, ecco prostrata dinanzi a Voi
un'anima ingrata e ribelle, che vi ha tante volte tradito, e dato in mano
ai vostri nemici per un vilissimo piacere, per un bene da nulla!. Deh! voi
che perdonaste a Pietro, alla Maddalena, al buon ladrone e a tante anime
peccatrici, volgete uno sguardo di misericordia alla più miserabile delle
vostre creature, che dal fondo del cuore vi grida: pietà, o Signore, pietà!...
Se grandi sono i miei peccati, più grande è la vostra misericordia. Se
vi ho offeso per il passato, vi prometto che non vi offenderò mai più!...
Vi amerò sempre con tutta anima mia per riparare le mie colpe passate e
per consolare il vostro santissimo Cuore. Così sia.
ESEMPIO
Un giovane vissuto molti anni nei disordini dei vizi, era stata colto nel
1867 da mortale infermità; l'eccesso del male ed il pericolo imminente in
cui si trovava, lungi dal ridestare la sua fede, non valevano se non ad
allontanarlo maggiormente dal suo Dio, sì che sul letto del dolore
prorompeva di continuo in imprecazioni e bestemmie da scandalizzare alcuni
protestanti medesimi, da cui era circondato. Un pio sacerdote vi accorse
per procurare di amministrargli gli aiuti della religione, ma il giovane
vi si rifiutò; egli non credeva più, non aveva più speranza; il solo
nome di Dio lo spingeva ad un furore così violento che sembrava dovergli
abbreviare la vita. Il male andava sempre più crescendo, il tempo
scorreva, l'infermo pareva ornai presso alla sua fine. Il buon sacerdote
raddoppiava le preghiere e le suppliche; ma non potendo commuovere punto
quel cuore indurito, fu costretto a ritirarsi. Un venerdì, mentre i
devoti Associati dell'Unione del Cuor di Gesù s'erano raccolti a
praticare la loro devozione in onore di questo Cuore divino, l'umile
sacerdote posta tutta la confidenza nella bontà misericordiosa del
Salvatore, si recò in chiesa, e raccomandò la cosa alle preghiere degli
associati, i quali invocarono ardentemente il Cuor di Gesù per l'infelice
moribondo. Non tardò il bramato soccorso; ché poco dopo il sacerdote
veniva cercato a nome dall'infermo medesimo, il quale domandava di vederlo
immediatamente. Vi accorse prontamente; il povero giovine lo ricevette con
le lacrime, prorompendo in parole di contrizione; dall'empietà, dalla
disperazione, dalle bestemmie, era passato ai sensi di dolore, di
pentimento, di sincera brama di riconciliarsi col suo Dio. Il giovine non
sapeva egli medesimo a che attribuire tal cambiamento; e solo andava
ripetendo che il Signore aveva gettato uno sguardo di misericordia
sull'anima sua; e che egli commosso, intenerito, confuso alla vista
dell'enormità dei suoi falli, sentiva forte desiderio di convertirsi.
Anche alcuni protestanti domandavano al Sacerdote da che mai potesse
derivare una così improvvisa mutazione avvenuta sotto i loro occhi; perchè
avevano osservato che in un momento il povero infermo era divenuto
altrettanto tranquillo quanto prima era furibondo; e che da quel punto
egli non cessava di edificarli con parole di dolcezza e di rassegnazione.
Il momento era stato appunto quello in cui le pie persone associate
avevano pregato il divin Cuore per l'infermo. Anime tutte, che vivete
lontane da Gesù, andate a Lui per mezzo della devozione al suo S. Cuore,
e troverete la sua grazia, e la vostra eterna salute.
PRATICA
Fate un atto d'amore di Dio ogni volta che sentite suonare le ore.
GIACULATORIA
Dolce Cuor del mio Gesù, fa che io t'ami sempre più. (Indulgenza di 300
giorni).
(Tratto dal libretto
"IL CUOR DI GESU' - D. Antonio Zaccaria - 1902)