NON
DATE NOIA...
28° GIORNO
Ave Maria.
NON DATE NOIA...
Quante volte i genitori e i maestri devono ripetere ai piccoli, ed anche ai più grandicelli: «Non date noia, non date fastidio, non disturbate, siate gentili, siate garbati...»? Eppure per quanto si dica e si ripeta sono sempre molti quelli... che fanno i sordi, che non vogliono ascoltare nessuno e parlano e si muovono a precipizio, disturbando mezzo mondo. Non è per cattiva volontà, ma soltanto per distrazione o sbadataggine, sembra quasi che si divertano a dar fastidio agli altri, a disturbarli quando lavorano o quando riposano. Non lasciano in pace nessuno e spesso spessissimo si divertono a dar fastidio anche alle bestie, ai cani, ai gatti, agli uccellini, tormentandoli in mille modi. Questo è triste, molto triste, perchè anche gli animali sono creature di Dio e soffrono senza potersi difendere per tutti i dispetti che ricevono. I bambini buoni non devono mai disturbare nessuno, e giocare e divertirsi senza far soffrire nè le persone nè gli animali. E neanche gli alberi e le piante, perchè anche queste, nel loro silenzio, soffrono maltrattamenti e strappi da parte di bambini irrequieti. Che cosa potrà dire la Madonna di questi bambini sventati, Lei che nella stalla di Betlemme scelse il bue e l'asinello come primi timidi compagni di Gesù Bambino?
PREGHIERA O Maria, Madre mia cara, prega per me perchè impari a non dar noia nè ai genitori nè ai compagni e lasci in pace anche gli animali e le piante.
FIORETTO: Metterò tutta l'attenzione per non tirare più la coda al gatto di casa, come ho fatto finora, divertendomi a vederlo scappar via...
ESEMPIO A Roma, in Via dei Portoghesi, nel centro più irrequieto e popoloso, sull'alto della torre dei Frangipani, tra un merlo e l'altro, si scorge una statuina della Madonna e uria lampadina accesa, a ricordo di un fatto miracoloso avvenuto nel secolo scorso. Una madre viveva nel Castello con un figlioletto di pochi mesi ed aveva in casa una scimmietta che il marito le aveva portato in dono dai paesi d'Oriente. Un giorno, mentre la signora si era allontanata per qualche momento dalla camera del piccolo che era addormentato, la scimmietta entrò, si avvicinò alla culla e poiché il bimbo si era svegliato e piangeva, la scimmietta imitando i gesti che tante volte aveva visti fare dalla madre, prese il bimbo e cominciò a cullarlo, ma poi vedendo che il piccino continuava a piangere saltò sulla finestra e si arrampicò sul tetto della torre minacciando di buttarlo di sotto. Tornata la madre e sentito il bimbo che piangeva, sull'alto della torre, invocò subito la Madonna: «Salva il mio bambino Vergine Santa!». La scimmia allora si fermò un momento poi piano piano ritornò indietro e depose il bimbo sulla finestra tra le braccia della mamma in lacrime. Da quel giorno la statuina e la lampadina accesa esprimono la riconoscenza di quella mamma alla Regina del Cielo.
(Tratto dal libretto "Mese
Mariano per bambini - G. Sponzilli - LES Roma)