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INTENZIONI E FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

MEDITAZIONI E PREGHIERE

 

 

GIORNO 13

 

Indice

 

  

TERZO MISTERO LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO

 

 

13° GIORNO

Affinchè discendano copiosi nelle anime i doni dello Spirito Santo.

 

CONSIDERAZIONE. La tenera pianticella della Chiesa, non avrebbe potuto vivere e crescere che mediante l'intenso nutrimento della preghiera, che doveva sollecitare la discesa del Divino Paraclito, promesso dal Redentore. E la preghiera infatti fu il suo primo intenso respiro. Raccolta nel Cenacolo, la preghiera sgorgava dal suo cuore ricca di tanti divini ricordi! La Madonna impreziosiva smisuratamente quelle umili preghiere e le presentava al Signore con «l'onnipotenza supplice» della sua impetrazione, accelerando la discesa di quello Spirito, di cui Ella già tanto era ripiena. Maria, che Lo aveva su di Sè attirato ad operare il prodigio dell'Incarnazione del Verbo; che Lo aveva fatto discendere nel Precursore e nella vecchia Madre sua; Lo fece pur discendere nei continuatori dell'opera di Gesù Cristo. Erano trascorsi appena dieci giorni dall'Ascensione, ed ecco « all'improvviso venne dal cielo un rumore come di vento impetuoso e riempì tutta la casa dove si trovavano. Ed apparvero ad essi, distinte, delle lingue come di fuoco, e se ne posò una su ciascuno di loro: e furono tutti ripieni di Spirito Santo». Mentre gli altri si riempirono di grazia, la Vergine, già ricolma, se ne arricchì con nuova ineffabile pienezza. Ricevuto lo Spirito Santo, gli Apostoli, ricchi di sapienza e pieni di zelo, incominciarono subito a predicare la Buona Novella: era la Chiesa di Cristo, che, raggiante d'immortale giovinezza, iniziava le sue gloriose conquiste. La parola di Pietro, il rozzo pescatore di Galilea, risuonò irresistibile e meravigliosa all'orecchio delle moltitudini; infatti, nonostante la loro diversa nazionalità, « ciascuno udiva parlare nella sua propria lingua». Nel profetizzare la nascita del Redentore, il veggente Isaia scrisse: « Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un fiore verrà su da questa radice; e sopra di lui si riposerà lo Spirito del Signore: spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà; e lo riempirà lo spirito del timor di Dio». In queste ispirate parole del Figlio di Amos, sono poeticamente enumerati i doni dello Spirito Santo, i cui effetti meravigliosi interessano la vita intellettuale e morale d'ogni cristiano. Il dono della sapienza irradia la nostra mente e, distaccandola dai beni fragili di questa terra, la innalza alla contemplazione e all'amor di Dio, nel quale soltanto si trovano le vere sempiterne gioie. Il dono dell'intelletto facilita – per quanto è possibile a creatura umana – l'intelligenza delle verità della fede e dei misteri di Dio, la cui gloria « per l'universo penetra e risplende in una parte più e meno altrove». (DANTE) Il dono del consiglio ci fa conoscere, nei dubbi e nelle incertezze, ciò che dà gloria al Signore e giova alla nostra salvezza eterna. Il dono della fortezza infonde coraggio nella fedele osservanza della legge di Dio e della Chiesa, e fa superare con animo invitto tutti gli ostacoli nella via del bene. « Senza forza d'animo — dice il Pellico — non si possiede alcuna virtù, non si adempie alcun dovere: chi vuole essere pio, non dev'essere pusillanime». Il dono della scienza ci fa rettamente giudicare delle creature, e conoscere il modo conveniente di servircene per il nostro ultimo fine, che è Dio. Il dono della pietà ci aiuta a compiere con diligenza le pratiche inerenti al culto che dobbiamo a Dio, agli Angeli e ai Santi; e c'inclina alla benevolenza verso il prossimo per amor del Signore. Il dono del timor di Dio ci fa insieme riverire e temere d'offendere il Signore, incitandoci al bene e distogliendoci dal male. Tutti questi doni, così preziosi e tanto necessari, riceve il cristiano quando gli vien conferito il Sacramento della Cresima. 

 

* * * 

 

Lo Spirito Santo, sotto il punto di vista intellettuale, compì l'opera del Divino Maestro, ricordando e facendo capire agli Apostoli tutto quello che avevano da Lui udito. Essi, dopo la Pentecoste, divennero gli araldi del Vangelo e granitiche colonne della Verità; si divisero il mondo ed ingaggiarono, contro il paganesimo e l'ebraismo, una dura lotta di persuasione e di conquista; soffrirono ogni sorta di persecuzioni ed affrontarono il martirio intrepidi, calmi, sereni. Ancor discende e permane il Divino Paaclito nella Chiesa docente per illuminarla e preservarla da ogni errore; sarà pur sempre l'anima della Chiesa discente; rendendola capace di conoscere ed affermare le verità dogmatiche e morali; per tutti poi è una sorgente inesauribile di luce e di amore. Sotto il punto di vista morale, perfeziona l'opera di Gesù Cristo, vivificando e fecondando coi Sacramenti le anime, ed applicando ad esse i meriti della Redenzione: così le illumina, le fortifica, le santifica, arricchendole di virtù e facendole produrre, con la sua grazia, frutti copiosi di vita eterna. 

 

FIORETTO. Con fede e amore chiediamo i doni dello Spirito Santo e la grazia di farli costantemente fruttificare

 

GIACULATORIA. Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi.

 

ESEMPIO 
DA COMMEDIANTE A SUORA. La celebre cantante, Erminia Moriconi, è stanca di applausi e di lodi. Un senso di tristezza infinita tutta la pervade e sta per trascinarla al suicidio. Le acque della Senna — così la sera del 25 marzo 1896 ha deciso l'artista — ingoieranno e disperderanno il suo corpo, la sua gloria, il suo nome... — Tutto così sarà finito per sempre!... Finito per sempre?... E se c'è un'altra vita? E se c'è Dio, se c'è l'inferno? E qui si rivide bambina con le sue compagne di collegio. Rivide quella graziosa cappella, dove aveva fatto la sua prima Comunione. Si vide prostrata ai piedi di Maria nell'atto di mettersi sotto la sua protezione... e sentì un prepotente bisogno di piangere. Per una coincidenza provvidenziale, in quell'ora stessa, davanti a quella stessa immagine dell'Immacolata, là, nell'istituto della sua prima educazione, a Firenze, la sua Superiora, rinnovando i voti, pregava per le sue educande e forse ebbe un pensiero speciale per la povera Erminia, di cui non aveva mai più avuto notizie. Lo sfogo del pianto aveva alquanto mitigata la tempesta che aveva nel cuore, ed ora sentiva un altro bisogno: quello di pregare. S'inginocchiò per terra e recitò un'Ave. Erano tanti anni che le sue labbra non si erano più aperte alla preghiera; ma la Madre della Misericordia vegliava tuttavia al suo fianco e non l'aveva abbandonata. Questa preghiera le fece rinascere il desiderio di vivere, ma di vivere una vita migliore. Entrò in una chiesa: era proprio il momento della predica. Pareva che il sacro oratore leggesse nel cuore di Erminia Moriconi. Finite le funzioni, cercò il predicatore, ma era andato a casa. Si portò da lui — Padre — gli disse — ho bisogno del suo ministero, per risanare l'anima mia! Quello che passò tra lei e il Sacerdote nessuno lo saprà mai: è il segreto della Confessione. Ma una settimana dopo, Erminia Moriconi lasciava Parigi per chiudersi nel Monastero, che si specchia nelle incantevoli acque del lago di Annecy in Savoia, dove, nella preghiera e nella penitenza, trovò quella pace che solo Dio può dare quaggiù e che fa pregustare fin da questa vita le delizie del Cielo. 

 

(Tratto dal libretto "LE INTENZIONI E I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO" - Sac. A.Monticone - 1952)

 

 

 

 

 

 

FIORETTO DEL GIORNO:

 

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