UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
24° Gennaio
SAN FRANCESCO DI SALES UN SANTO DEL SACRO CUORE
Venite voi a me che siete affaticati e aggravati ed io vi ristorerò. Prendete sopra di voi il mio giogo ed imparate da me che sono mansueto e umile di cuore (S. Matteo,
XI, 28).
1° Preludio. Con l'esempio con la parola Nostro Signore ci insegna la dolcezza: Egli è tanto buono con tutti!
2° Preludio. S. Francesco di Sales, aiutatemi a comprendere ed a praticare la dolcezza del buon Maestro.
1° PUNTO. San Francesco di Sales modello di pietà. Il caro santo fu pio fin dall'infanzia; poichè ebbe una piissima madre che volentieri ascoltò. Compì gli studi superiori a Parigi dai Gesuiti ove cercò d'imitare san Luigi
Gonzaga; la sua preferenza fu per la lettura e la meditazione della sacra Scrittura: non conobbe che la chiesa ed il collegio e non si permise nessuna del mondo. Francesco ricorreva alla santa Vergine in ogni pena ed in ogni bisogno: così, ai piedi della Madonna nella chiesa di Nostra Signora a Grès, venne liberato da una terribile tentazione di scoraggiamento e di disperazione. Trasferito poi a Padova per studiarvi diritto, fu ben attento nel fuggire le cattive compagnie; sfuggi ogni insidia mediante una grande applicazione al lavoro, un gran fervore nella preghiera e continue austerità. E con quale pietà si preparò alla sacra ordinazione! Ne usci ardente di zelo per la salute delle anime e per lo spirito di semplicità e di umiltà, si consacrò di preferenza al ministero delle campagne ed al catechismo dei bambini. Solo per obbedienza e dopo lunghe preghiere accettò l'episcopato, ed alla consacrazione si preparò con venti giorni di spirituali esercizi. Mantenne semplici tutte le abitudini, frugale il pasto; visitò la sua diocesi a piedi, facendosi tutto a tutti. Le sue lettere ed i suoi scritti spirituali lo fanno il dottore della pietà; la sua « Introduzione alla vita divota » è il capolavoro della direzione ascetica; il suo trattato dell'Amor di Dio manifesta il corso ordinario dei suoi pensieri. La grande opera della sua pietà fu la fondazione della Visitazione, da cui uscì la devozione al Sacro Cuore.
2° PUNTO: Le tre persone di Nazareth. Le tre auguste persone che abitano l'umile dimora di Nazareth, ci rappresentano mirabilmente le perfezioni divine e l'unione indissolubile delle tre persone adorabili della Trinità celeste ed eterna. Lassù vi è l'unità d'essenza in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo; ed in quest'unione, un'ammirabile identità di pensieri, d'affetti e di desideri. A Nazareth c'è l'unione d'amore e di grazia fra tre persone, Gesù, Maria, Giuseppe; ed in quest'unione un'intera conformità di desideri e di volontà (San Francesco di Sales). Noi troviamo nella sacra Scrittura figure ammirabili circa i rapporti che devono esistere fra queste tre auguste persone. Se Gesù era l'albero della vita, Maria era il paradiso terrestre innaffiato dalle acque della grazia, in mezzo al quale questo albero era piantato; e Giuseppe il cherubino custode del paradiso e dell'albero. Se Maria è la colomba mistica, Gesù non è il ramo d'ulivo che essa porta, non è il segno della pace? E Giuseppe il vero Noè che introduce nell'arca sua la colomba; e riceve da lei l'autore della riconciliazione fra Dio e gli uomini? Se Gesù è l'Arca del Nuovo Testamento, Maria non è forse il Santo dei santi, in cui questa Arca è nascosta, e Giuseppe non è il velo che copre agli occhi dei Giudei i misteri che l'uno e l'altra racchiudono? Se Gesù è il propiziatore della legge evangelica, Maria e Giuseppe non sono i due cherubini che stendono le ali del loro affetto, e si tengono mutualmente nell'adorazione del Salvatore? Ecco le tre belle figure dell'unione che esisteva fra questi tre sacri Cuori, modello della carità che deve regnare nelle comunità e nelle famiglie cristiane. Anime pie, pronunciate frequentemente e con confidenza questi nomi sacrosanti: Gesù, Maria, Giuseppe; nomi di pace e d'amore, nomi di salute e di benedizione, nomi di maestà e di gloria, nomi cari agli angeli, vantaggiosi agli uomini e terribili ai demoni. Ma non accontentiamoci d'invocarli, procuriamo d'imitarli.
3° PUNTO: La vita di Nazareth. La vita di Nazareth è la vita cristiana, quale S. Paolo la definisce. «La vostra vita è nascosta in Dio con Gesù Cristo » (Ai Col. III, 3). Vita umile, che sdegna riguardi e gli applausi, che scorre interamente sotto lo sguardo di Dio. È la realizzazione di questo oracolo: «Imparate da me che sono dolce ed umile di cuore». «Orgoglio, scrive Bossuet, vieni a morire davanti a questo spettacolo: Gesù figlio di un falegname, falegname egli stesso, conosciuto solo per questa professione, non ricordato per qualsiasi altro impiego, per qualsiasi altra sua azione!» Gesù si nasconde fino all'età di trent'anni, quando potrà rapire d'ammirazione il mondo manifestandogli tutto quanto vi è di celeste e di divino nella sua persona. Importante lezione per quelli che vivono una vita tutta d'agitazione e di superficialità, con poco o niente bene reale ed effettivo. Nazareth è anche il lavoro santificato con la preghiera: quando la mano è adoperata nel lavoro, il cuore sta unito a Dio. Nazareth eleva la condizione degli artigiani e dei lavoratori. Nazareth è ancora, e specialmente, una vita d'obbedienza: «Era loro sottomesso». La caduta dell'uomo ebbe per principio un'orgogliosa indipendenza; per ripararla, Gesù obbedisce. Mentre l'anarchia penetra ovunque, nella famiglia e nello Stato, la Chiesa rimane una società d'obbedienti, poichè ha la sua origine a Nazareth. Infine Nazareth ci insegna che la vera ricchezza del cristiano consiste nel tesoro nascosto della grazia conservata sotto lo sguardo di Gesù.
Risoluzioni. Grande Santo, voi siete uno dei cari maestri della
devozione al Sacro Cuore, e avete formato così santamente l'Ordine della Visitazione, che nostro Signore vi ha trovato un campo ben preparato per seminarvi questa bella
devozione. Preparate così anche i nostri cuori, purificateci e formateci all'apostolato del Sacro
Cuore di Gesù.
FIORETTO: — Fa un atto di carità, e privati di qualche oggetto caro, per amor di Dio!