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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

28° Gennaio

SANTA PAOLA, L'AMANTE DI BETLEMME.

 

Il re Erode domandava agli scribi ed ai farisei dove fosse per nascere il Cristo. Essi gli risposero : in Betlem di Giuda: imperocchè cosi è stato scritto dal Profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i capi di Giuda: poichè da te uscirà il condottiero che regge Israele mio popolo (S. Matteo, II, 3). 

 

1° Preludio. Gli scribi ricordano la profezia: È da Betlemme che uscirà il Salvatore (Mic. v, 2). 

 

2° Preludio. Fatemi comprendere, Signore, le meraviglie della vostra Betlemme: questo nome insegna l'umiltà, il sacrificio, la carità.

 

1° PUNTO. Da Roma a Betlemme. La Santa era nata nel 347, ed apparteneva ad una delle più illustri famiglie di Roma. Sposatasi, fu madre di una figliuola chiamata Eustochio. La vita di Paola nel matrimonio era stata assolutamente irreprensibile, ma la sua virtù era tutta umana. Non conoscendo ancora le vie della perfezione cristiana, si abbandonava alla mollezza ed al lusso propri dell'alta società romana. Dopo la morte del marito, fu condotta da un'altra vedova, santa Marcella, sua amica, a studiare ed a gustare la perfezione cristiana. Cominciò a vivere nel ritiro con la sua fedele Eustochio; abbandono gli abiti preziosi, diede una buona parte dei suoi beni ai poveri, poi rinunciò interamente al secolo, e, calpestati i beni e le gioie del mondo, si dedicò completamente alla preghiera, al digiuno, alla lettura dei libri sacri. Durante i tre anni in cui soggiornò in Roma conobbe san Girolamo e la direzione ardentissima del santo l'aiutò a progredire rapidamente nella pietà. Di mano in mano che essa assaporava le cose di Dio, le diveniva sempre più insopportabile la vita tumultuosa di Roma, tanto che la partenza di san Girolamo per la Palestina l'impressionò vivamente. Egli le aveva parlato con tanto calore e dell'oriente, e degli asceti del deserto, e dei luoghi testimoni della vita di nostro Signore che ella risolse di partire insieme alla sua figliuola. Andò ad Antiochia, a Gerusalemme, in Egitto. Betlemme finalmente la sedusse; vi fissò allora la sua abitazione, divenendo così la santa di Betlemme. Implicitamente, essa aveva proprio una vera devozione al Sacro Cuore di Gesù. 

 

2° PUNTO: La vita monastica. - Santa Paola fece costruire a Betlemme un vasto monastero, dove affluirono le giovanette desiderose d'onorare il mistero della nascita di Gesù. Qui il lavoro manuale si alternava alla recita del divino ufficio; le figliuole vestivano un abito uniforme e grossolano; il loro vitto era frugale, i digiuni frequenti, la povertà così perfetta che non permetteva di possedere che il nutrimento e i vestiti. Avevano anche l'ufficio notturno. Santa Paola praticava nel monastero insieme alla figliuola i più bassi uffici; e mentre a Roma aveva vestito con tanto lusso, a Betlem cambiò gli abiti di seta ed i gioielli d'oro e di pietre in un vestito grossolano e povero; dormiva sopra una stuoia e portava il cilicio. San Girolamo stesso dovette raccomandarle di moderare le austerità. Dopo essersi affaticati gli occhi con il pianto e con lo studio prolungato della sacra Scrittura diceva: «È troppo giusto che io sfiguri questo viso che altre volte fu ornato di belletto; devo affliggere questo corpo che ha vissuto nella mollezza; devo espiare con il pianto le mondane gioie della giovinezza, e castigare con il cilicio il lusso dei vestiti: se prima ho tanto cercato di piacere al mondo ora non ho altro desiderio che di piacere a Gesù Cristo». Qui si vede tutto lo spirito di Betlemme, lo spirito di umiltà, di sacrificio, di riparazione. Oh! quanto è istruttivo e seducente Betlemme! Da un mese noi lo meditiamo, e non ci siamo ancora saziati. Quale sacrificio farò io per conformarmi maggiormente allo spirito di Betlemme? 

 

3° PUNTO: Eroismo e trionfo. Santa Paola è eroica nelle sue mortificazioni; vince nei digiuni tutti quelli che la circondano; pregata dai medici di prendere un po' di cibo durante una malattia non ci si rassegna; consigliata da sant'Epifanio a farlo, guadagna anche lui all'astinenza. Ella fu così eroica nel suo amore per la santa Scrittura, che volle studiare l'ebraico per meglio comprenderla, tanto che la sapeva quasi tutta a memoria. La studiava ogni giorno insieme alla sua figliuola, e chiedeva spiegazione a san Girolamo ogni volta che v'incontrava difficoltà. Dopo diciotto anni passati a Betlemme nella meditazione delle sacre carte, nell'esercizio dell'umiltà, della penitenza e della carità, cadde gravemente malata. Non si turbò: la malattia era per lei il compimento del suo desiderio di andare con nostro Signore; quindi si diede a recitare quei versetti dei salmi che esprimono l'impazienza d'andare in cielo: «La mia anima ha sete di voi, Signore... Quando potrò, Signore, venire a Voi e vedere la vostra faccia?». Ed io dopo questo mese di meditazioni, ho imparato bene lo spirito di Betlemme? Sono acceso d'amore per il bambino Gesù? Sono disposto a seguirlo nello spirito d'umiltà, di sacrificio e di carità? 

 

Risoluzioni. Come lo dice bene la liturgia: Chi non amerà questo divin Bambino che ci ha tanto amati? sic nos amantem, quis non redamaret? Ma se l'amo, lo devo imitare; devo riprodurne l'umiltà ed il sacrificio. Che farò oggi per piacere al Cuore di Gesù, per unirmi ai suoi sentimenti?

 

 

FIORETTO: — Fa un'opera di carità, corporale o spirituale.

 

 

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