UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
2° Marzo
SUI DOLORI DEL CUOR DI GESU' NELLA SUA PASSIONE
E uno dei ladroni pendenti lo bestemmiava dicendo: Se tu sei il Cristo, salva te stesso, e l'altro rispondeva sgridandolo e dicendo: Nemmeno tu temi Dio trovandoti nello stesso supplizio? E quanto a noi con giustizia: perché riceviamo quel che era dovuto alle nostre azioni: ma questi nulla ha fatto di male (S. Luca,
XXIII, 39).
1° Preludio. Se la vista delle sofferenze fisiche di Gesù eccita una viva compassione, quale impressione pungente non deve produrre il sentimento dei dolori del suo Cuore!
2° Preludio. Datemi, Signore, una tenera compassione per le vostre sofferenze.
1°
PUNTO: Gesù ci ha rivelato le mistiche sofferenze del suo Cuore. — Consacriamo questo mese di marzo alla meditazione delle sofferenze di nostro Signore. La migliore preparazione alla Pasqua. La meditazione delle sofferenze di nostro Signore nella sua Passione eccita nelle anime amanti una tenera compassione. La vista del suo corpo flagellato, del suo viso improntato d'un dolore indicibile, stringe il cuore e strappa le lagrime. Nostro Signore è sensibilissimo a questi affettuosi slanci del cuore, e li ricambia amorosamente. Ma se la vista delle sofferenze del suo corpo eccita tanto la compassione delle anime tenere, quale impressione pungente non deve produrre, in esse il sentimento dei dolori del suo Cuore? Quantunque siano state intensissimo le sofferenze del suo corpo lacerato, sfigurato, esse sono un nulla in confronto delle pene del suo Cuore; pene indicibili che un cuore umano non può comprendere. I dolori del Cuor di Gesù non sono cessati, quantunque egli sia inaccessibile alle sofferenze fisiche, ma continuano in una maniera misteriosa. Ed è per questi dolori che egli desidera una consolazione. I carnefici del Calvario non l'hanno crocifisso che una volta, giacchè hanno esaurito il loro furore; ma altri carnefici, più crudeli di quelli, poichè conoscono nostro Signore, e vennero da lui trattati da amici, s'applicano con ardore a torturare continuamente il suo Cuore.
2° PUNTO: il suo dolore viene accresciuto dalla nostra ingratitudine. - Mentre il suo corpo era inchiodato sulla croce, egli vedeva l'inutilità del sacrificio per un grande numero di anime, e questa vista causava al suo Cuore angosce inesprimibili. Vedeva che questa follia d'amore, di cui dava così splendide prove, sarebbe da molti incompresa. Vedeva l'abuso sacrilego che tante anime avrebbero fatto del suo sangue così generosamente versato per loro; ma ciò che più l'affliggeva, l'angoscia che rendeva la sua agonia così dolorosa e così pungente, era la vista di anime a lui consacrate, alle quali riservava tanti privilegi d'amore, e che si sarebbero servite di questi privilegi stessi per rinnovare le torture del suo Cuore. Vedeva fra queste, anime preposte da lui alla cura del suo gregge, da lui arricchite dei più insigni favori, volgere contro di lui tutto ciò che lui ha fatto per loro. Eppure che cosa ha fatto per eccitare a tal punto contro di sè questa insana ferocia? In che cosa le ha contristate? Egli non ha per loro che preferenze, attenzioni delicate: le ha scelte, separate dalla maggioranza per farle partecipi delle sue grazie. Si è dato a loro intieramente. Se sono sacerdoti, egli ha dato loro il potere di far discendere sull'altare la sua adorabile persona, di tenere fra le mani la sua carne sacratissima, li ha fatti distributori delle grazie acquistate a prezzo del suo sangue prezioso. In cambio di questa missione privilegiata, egli ha premura di distribuir loro i tesori d'amore del suo Cuore. Da questo sacro Cuore sgorga l'amore, e quest'amore vuole assolutamente spandersi nei cuori ben preparati. Ma quale crudele disillusione prova sovente! Gli ingrati d'oggi possono, come i carnefici del Calvario, valersi di questa scusa che essi non sanno quello che si fanno? I loro colpi sono tanto più crudeli per il Cuor di Gesù, in quanto vengono da anime, da cui egli aveva maggior diritto di trovare corrispondenza.
3° PUNTO: Gesù prova oggi una tristezza mistica, di cui noi dobbiamo tener conto. — Le sofferenze di cuore Gesù le ha sopportate anche durante la sua dolorosa passione, e sono queste che gliel'hanno resa così amara. Il disprezzo dell'amore del suo Padre e del suo è ciò che non può sopportare. Nessuno creda scusarsi del rimprovero di torturargli il Cuore, pensando che la sua Passione venne compiuta da più di venti secoli e che ora Egli è impassibile nella gloria. Gesù non è una statua inerte, non è materia priva di sensibilità. Non ha più sofferenze fisiche, ma vede, sente, ama: prova impressioni capaci di farlo soffrire se potesse ancora provare sofferenze fisiche: questa riflessione ci dovrebbe bastare. I poveri ingrati non solo perdono l'anima, perchè trasgrediscono la legge divina, perché calpestano il sangue divino, ma irritano anche Dio Padre, che è un Dio geloso, il quale punisce i disprezzatori dell'amore del suo divin Figliolo e del suo, i profanatori dei doni dello Spirito Santo. Essi irritano, e fanno soffrire il cuore di
Gesù, poichè nulla fa soffrire un cuore amante quanto il ricevere l'oltraggio quando ha seminato l'amore, e l'amore è pieno di premure e di delicatezze. Nostro Signore ha detto a Margherita Maria che è per questo, sopratutto, che egli domanda riparazione: domanda infatti che lo si disarmi con una sovrabbondanza d'amore. Non può più trattenere la collera, se non si aiutano queste anime a convertirsi espiando e riparando per loro.
Risoluzione. — Signore, voglio amarvi e riparare per le anime che non vi amano. Ohimè! sono anch'io colpevole, almeno di tiepidezza. Perdonatemi. D'ora in avanti voglio essere fedele a tutti i miei doveri e compierli per vostro amore, allo scopo di consolare il vostro divin Cuore.
FIORETTO: — Fissa il Crocifisso per qualche istante cercando di penetrarne il profondo insegnamento.