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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

3° Marzo

SECONDA MEDITAZIONE SUI DOLORI DEL CUOR DI GESU' 

 

Che se un nemico avesse parlato male di me certamente avrei pazientato ma tu, uomo di un solo spirito con me, mio soprintendente e mio familiare, tu che insieme con me prendevi il dolce cibo, e camminammo d'accordo nella casa di Dio! (Salmo LIV, 12, 13, 14). 

 

1° Preludio. Le offese degli amici danno maggior dolore di quelle degli estranei. 

 

2° Preludio. Signore, devo aiutarvi ad estendere il regno del vostro Cuore, venite prima a regnare senza riserva nel mio cuore. 

 

1° PUNTO: Le mancanze delle anime privilegiate sono più sensibili al cuor di Gesù di quelle delle anime comuni. — I peccati delle persone che non conoscono nostro Signore o che lo conoscono poco, non richiamano la collera del suo eterno Padre e la sua, come i peccati degli infelici che hanno abusato delle divine grazie e dei privilegi divini. Pure, malgrado l'offesa fatta a suo Padre, malgrado lo sprezzo che lo colpisce al Cuore, egli li ama, quest'infelici, e vorrebbe salvarli. Si, malgrado le torture che essi infliggono al suo Cuore, vorrebbe ricondurli a sè. Non vuole la loro morte, ma la loro conversione; per questo disarmò il Padre irritato, fece tacere la divina giustizia che lotta con la misericordia del suo adorabile Cuore. I sacerdoti semplicemente corretti, i fedeli solamente esatti nell'adempimento dei loro doveri possono ottenere per sè stessi le grazie necessarie, e salvare l'anima propria, ma saranno impotenti a dare a nostro Signore quel compenso, di cui il suo Cuore ha sete per cancellare l'ingratitudine altrui. Il suo sguardo si ferma su di loro con soddisfazione, ma non trova nelle loro opere il risarcimento che egli cerca per le offese che gli sono più sensibili. 

 

2° PUNTO: Nostro Signore attende consolatori generosi. — Vorrebbe che di fianco all'abisso d'amarezze, nel quale certe anime immergono il suo Cuore, molte anime generose formassero uno scelto drappello, in cui il suo Cuore avesse campo di trovare una sovrabbondanza d'amore. Quest'amore consolerebbe il suo Cuore, ed egli vi potrebbe unire abbondanti grazie di salute per gl'ingrati. Quando un'anima si dà a lui con amore, quando specialmente consacra al suo amore la propria vita, diventa fra le sue mani uno strumento di grazie segnalate. Un'anima che procura gioie al suo Cuore, ne glorifica il Padre, disarma la sua collera e lo consola: lavora anche alla salute dei propri fratelli per cui diventa un canale, da cui Egli si compiace di far scorrere le sue grazie. Tutta la Chiesa ne approfitta. Se i cattivi ostruiscono il canale dal quale devono scorrere i doni di nostro Signore, i semplici fedeli non possono supplirvi. Fanno tutto quanto possono, ma non ricevono la sovrabbondanza che sarebbe necessaria. E' per questo che nostro Signore domanda cuori che l'amino generosamente, e che facciano del suo amore lo stesso scopo della loro vita. Egli vuole stabilire il regno del suo amore per la salute del popolo. Ma perchè il suo Cuore regni sulla massa dei fedeli, bisogna, prima che egli regni sui loro direttori, i sacerdoti, le anime consacrate, gli educatori, gli uomini dedicati all'apostolato. Domanda un gruppo d'amici che lo consolino, che lo accolgano nel loro cuore, e lo comunichino subito agli altri. 

 

3° PUNTO: Gli apostoli del Sacro Cuore. — Ma a chi dovrà anzitutto indirizzarsi se non ai sacerdoti ed a tutte le anime date all'apostolato? Non è giusto che, divorato dal bisogno di essere amato, spinto dal bisogno di essere consolato, egli si rivolga primi a coloro ai quali ha maggiormente dato? Oh, comprendano finalmente questa chiamata i suoi apostoli dal cuore tenero e fervido, e comprendano i dolori di cui lo colmano molti loro fratelli, che per dissetarlo dall'ardente arsura non gli danno che fiele ed aceto! Oh, vadano a lui con semplicità, questi cuori ancora sensibili al vero affetto per nostro Signore, vadano a consacrarsi interamente a lui. La prima condizione che occorre ottemperare per entrare nella via dell'amore è darsi a Gesù, com'egli si è dato al suo eterno Padre per tutti, come egli si dà a tutti nel sacramento dell'altare. L'amore non può svilupparsi nei cuori egoisti e freddi. La generosità è la prima condizione del vero amore. Ricordiamo le parole di nostro Signore a Margherita Maria: «Partecipa alle amarezze del mio Cuore, versa lacrime sulla insensibilità di quei cuori che io avevo scelto, perchè si consacrassero al mio amore. Io vengo nel cuore che ti ho dato, affinché con il suo ardore tu ripari le ingiurie che ho ricevute da questi cuori tiepidi e deboli che mi disonorano. Quest'anima che io t'ho data, tu l'offrirai al mio divin Padre, per sviare i castighi che queste anime infedeli hanno meritato... Tu farai questo anche per il mio popolo prediletto». Consideriamo detto a noi stessi ciò che nostro Signore diceva ancora a Margherita Maria circa l'apostolato del suo amore: «Voglio che tu mi serva da strumento per attirare tutti i cuori al mio amore». Ecco l'ideale della nostra vita: riparare molto, moltissimo, affinché questo basti non solo alla nostra anima, ma anche ad altre anime che nostro Signore vuol salvare per mezzo nostro: amare molto anche perché l'amor nostro prenda possesso sul Cuor di Gesù, ed Egli ispiri lo zelo nostro all'apostolato che noi dobbiamo esercitare. 

 

Risoluzione. — Signore, ma a chi vi rivolgete? Ad un peccatore, di cui l'indegnità è capace d'impedire il compimento dei vostri disegni! Supplite voi a tutto ciò che mi manca: infiammate il mio cuore coi vostri santi ardori. Rinuncio a tutti gli affetti che non sono nell'amore e nei desideri del vostro Cuore. 

 

 

FIORETTO: — Recita innanzi al Crocifisso tre atti di dolore.

 

 

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