UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
23° Aprile
IL BUON PASTORE
Io sono il buon pastore: e conosco le mie pecore e le mie conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre: e io dò la mia vita per le mie pecorelle... Per questo mi ama il Padre, perché depongo la mia vita per ripigliarla (S. Giov., X, 14).
1° Preludio. Durante il tempo pasquale la Chiesa ci fa meditare la bella parabola del buon pastore.
2° Preludio. E' una delle pagine del vangelo che meglio ci rivelano il Sacro Cuore.
1° PUNTO: Il Cuore del buon Pastore. Come è amabile nostro Signore sotto questo titolo che riassume così bene tutte le bontà del suo Cuore verso di noi! È lui stesso che si è dato questo titolo, e che ci ha ricordato tutte le sollecitudini, le tenerezze, gli abbandoni di un buon pastore. Il buon Pastore conosce tutte le sue pecorelle, le chiama ad una ad una, cammina davanti a loro, le conduce ai pascoli migliori. Spiritualmente noi abbiamo per nutrimento della nostra anima la parola vivificante di nostro Signore e per il nostro cuore l'alimento celeste dell'Eucaristia. Il buon Pastore consacra le suo cure più premurose a tutti gli agnelli suoi: se ne vede sofferenti, feriti, affaticati, li prende sulle spalle, li porta all'ovile, e li cura amorosamente. Nostro Signore fa per noi tutto questo per mezzo della confessione, della direzione e della sua Provvidenza così assidua e così delicata. Il buon Pastore non perde di vista i suoi agnelli, la sua sollecitudine è estrema. Egli veglia sulla loro sicurezza, li preserva dalla malizia dei malvagi, e li difende dagli attacchi del demonio. Per salvarli dà fino all'ultima goccia tutto il sangue. Non è la vera figura del Salvatore col suo Cuore ripieno d'una bontà inestinguibile ?
2° PUNTO : Il cuore dell'agnello fedele. Nelle vicinanze di Gerusalemme non si allevavano che agnelli e capretti d'una bianchezza perfetta, e che dovevano venir offerti in sacrificio al tempio. Erano greggi scelti che nostro Signore contemplava e lodava. Ed oggi egli domanda ai suoi agnelli privilegiati la bianchezza dell'innocenza, la purità del cuore; li vuole senza macchia, tutti candidi, buoni, timorosi del male. Domanda anche loro la dolcezza, di cui ha dato l'esempio; esclude ogni impazienza di desiderio e di carattere, vuole pecorelle graziose, caritative, incapaci di procurare pena al prossimo. E sopratutto domanda la docilità. Le pecorelle fedeli ed obbedienti si lasciano condurre senza fatica, conoscono la voce così dolce, così amante del Pastore, e la seguono, qualunque sia la strada per la quale egli le fa passare. San Francesco di Sales dice: «Nostro Signore ama d'un amore tenero le anime che si abbandonano totalmente al
suo seno paterno, che si lasciano governare dalla sua divina Provvidenza come a lui più piace, poichè è certo che niente ci può essere dato da questo cuore paterno ed amabilissimo, di cui egli non sappia farci trar profitto, se noi mettiamo in lui tutta la confidenza». Nostro Signore stesso insegna questa pratica alla sua diletta santa Caterina da Siena: «Pensa a me, figlia mia, ed io penserò a te». A questo proposito san Francesco di Sales esclama: «Felici le anime tanto amanti di nostro Signore, che seguono proprio questa regola di pensare a lui, tenendosi fedelmente alla sua presenza, obbedendo alle sue divine attrattive ed ispirazioni, ed aspirando incessantemente al desiderio di piacergli e di essere sottomesse alla sua santa volontà». Cerchiamo d'aver confidenza: nostro Signore sotto la cui guida noi siamo avviati sarà sempre attento a provvederci di ciò che ci sarà necessario sia spiritualmente, sia materialmente.
3° PUNTO : L'amicizia reciproca. — Nostro Signore di volta in volta accarezza le sue care pecore, e le conduce ai buoni
pascoli. Esse ne conoscono la voce; la chiamata le rallegra; lo seguono, s'avvicinano a lui, ne cercano le carezze e la manifestazione dell'affetto; gli testificano l'amore, e desiderano d'attirare l'attenzione del divino e carissimo Pastore. Non temono di mostrargli le loro ferite, di esporgli i loro bisogni ed i loro pii desideri. E' uno scambio incessante di amicizia e di confidenza. Nostro Signore non è anche venuto a mostrare a santa Margherita, e per lei a noi tutti, le piaghe e sopratutto quella del Cuore? Non ci ha reclamato consolazioni, riparazioni, amore? «Io conosco le mie pecorelle e le mie pecorelle conoscono me» ecco la formula dell'amicizia che il buon Pastore vuol avere con le sue pecorelle. Resisterò a simili attrattive? sarò insensibile a questa dichiarazione d'amicizia? Gli artisti delle catacombe hanno rappresentato il divin Pastore con il gregge della sua Chiesa. Vi si vedono pecore che guardano il Pastore con tenerezza, e l'ascoltano con attenzione; altre volgono la testa mostrandosi insensibili o sprezzanti. Da quale lato io vorrò stare?
Risoluzioni. — Siate benedetto,
Signore Gesù, di tanta sollecitudine, bontà e generosità. Possa io essere sempre una pecorella pura, dolce e fedele. Voglio seguirvi, non voglio più abbandonarvi. Conservatemi unito a voi, e ricevetemi nell'ultimo giorno, nel supremo ed eterno ovile.
FIORETTO: - Implora, con tre Pater, la perseveranza nel bene.