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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

5° Maggio

LA PRATICA D'UNIONE AI SACRI CUORI DI GESU' E DI MARIA 

 

Io sono la vite, voi i tralci: chi si tiene in me, e in chi io mi tengo, questi porta gran frutto, perché senza di me non potete far nulla. Quei che non si terranno in me, gettati via seccheranno a guisa di tralci, e li raccoglieranno e li butteranno nel fuoco a bruciare. Se vi terrete in me, e farete in voi conserva di mie parole, qualunque cosa vorrete la chiederete, e vi sarà concessa (S. Giov., XV, 5). 

 

1° Preludio. Restar uniti a Gesù ed osservare i suoi comandamenti ed i suoi consigli è la sorgente di ogni fecondità spirituale. 

 

2° Preludio. Signore Gesù, tenetemi unito al vostro Sacro Cuore ed a quello di Maria che non ne forma che uno solo col vostro. 

 

1° PUNTO: Le prime condizioni dell'unione coi sacri Cuori di Gesù e di Maria sono di mantenerci in stato di grazia e di staccarci dalle creature. — Nel battesimo comincia l'unione del nostro cuore coi Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Ora, dall'uso di ragione, è dovere di conservare in noi quest'unione tutta celeste, e di sviluppare ogni giorno la vita ed il regno di questo Cuore sacratissimo nelle nostre anime. Il primo mezzo è di mantenerci in stato di grazia con la fuga del peccato. «Restate in me, ed io resterò in voi» ci ha detto nostro Signore. Quando noi siamo in Gesù, Gesù è in noi, e il suo Cuore è unito al cuore della misera creatura. Ma perchè il Cuore sacratissimo di Gesù e di Maria vivano e regnino pienamente e perfettamente in noi, bisogna ancora odiare tutto il resto. Noi dobbiamo guardare il mondo e tutto ciò che esso racchiude, come se fosse annientato, e non vedere più le creature in se stesse, ma unicamente in Gesù e in Maria, in modo che non esistano per noi che i Cuori di Gesù e di Maria, e che noi non abbiamo che loro da amare e da accontentare. Più il nostro cuore sarà staccato da noi stessi e dalle creature, e più il Cuor di Gesù e di Maria ci farà sentire la santa efficacia della sua presenza. 

 

2° PUNTO: Vivere di fede e conservare in noi il fuoco della carità. — San Paolo ci insegna che Gesù Cristo abita nei nostri cuori per mezzo della fede (agli Ef. III). La fede è la prima espansione della grazia in un'anima. «Essa apre la porta del nostro cuore a nostro Signore, dice sant'Ambrogio, ed egli viene ad abitarlo». Per formare in noi una fede viva, cerchiamo di abituarci a riguardare il Cuore di Gesù e di Maria in tutto ciò che noi facciamo. Cerchiamo di non aver in vista altri oggetti in tutti i nostri esercizi di pietà. Sforziamoci di imitarlo, ricordiamoci le sue virtù ed i suoi misteri, sforziamoci di rivestirci delle sue divine intenzioni, delle sue disposizioni ammirabili. Ma non basta formare il Cuore di Gesù e dì Maria nel nostro spirito con la fede, col ricordo dei suoi misteri, con l'imitazione delle sue virtù, bisogna anche formarlo nel cuore con i frequenti esercizi del suo amore. «La fede pianta Gesù in noi, dice san Gregorio Magno; ma la carità sola, la sola fedeltà dell'amore fa crescere questo albero divino che, nella terra del nostro cuore, produce abbondanti frutti per il paradiso. Gesù introdotto nell'anima col battesimo e con la grazia della fede, vi comincia un lavoro di formazione e di sviluppo, simile a quello del bambino nel seno della madre. Egli prende, distrugge, assorbe tutto ciò che vede in noi di corruttibile, (2 ai Cor. V) riempiendolo del dono celeste della grazia e riempiendo, per così dire, i vuoti che egli fa in noi; laborioso lavoro della vita cristiana, della pietà e della perfezione, che ha per unico oggetto la formazione di Gesù in noi (Ai Gal. IV).

 

3° PUNTO: Comunicarsi con fervore. — La comunione eucaristica, ed in mancanza la comunione spirituale, accresce e fortifica la nostra unione spirituale col Cuore di Gesù e di Maria. «Mercè questo sacramento, dice san Tommaso, la grazia s'accresce in noi, e la vita spirituale si perfeziona sempre più; poichè la perfezione dell'uomo consiste nell'intimità dell'unione con Dio. L'Eucaristia è istituita per compiere l'opera degli altri sacramenti, per i quali nostro Signore ci comunica le sue virtù e la sua vita» (Somma III p., art. 79 e 75). San Francesco di Sales dice: «Quelli che fanno buone digestioni corporali risentono un accrescimento di forze in tutto il corpo... Così quelli che ricevono bene la santa comunione s'accorgono che Gesù Cristo, che è il loro nutrimento, si spande, e si comunica a tutte le parti dell'anima loro e del loro corpo. Egli purifica tutto, vivifica tutto. Nei cuori ama, nei cervelli intende, nei petti anima, vede negli occhi, parla nella lingua... e così in tutto il resto. Egli fa tutto in tutto. Ed allora noi viviamo, non più per noi stessi, ma Gesù Cristo vive in noi. Oh! quando avverrà questo? Quando?... Mentre io vi mostro ciò che devo fare, occorre però attendere che tutto si trasformi con lentezza: Siamo umili e comunichiamoci con confidenza» (Lett. spirituali 130). 

 

Risoluzioni. Sì, siamo umili, cioè: diffidiamo di noi stessi, obbedendo a nostro Signore, alla nostra regola, al nostro direttore. E comunichiamoci con confidenza, con la comunione sacramentale fervente, ma anche con la comunione spirituale dei misteri di nostro Signore, secondo le ore della giornata e conformemente al nostro regolamento di vita. 

 

FIORETTO: - Volgi di quando in quando gli occhi al Cielo, dicendo: Con l'aiuto di Dio e di Maria, voglio giungervi a qualunque costo.

 

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