UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
28° Maggio
I FRUTTI DELLO SPIRITO SANTO
- MODESTIA, TEMPERANZA, CASTITÀ
La notte è avanzata, e il dì si avvicina. Gettiamo via dunque le opere delle tenebre e rivestiamoci dell'arma della luce. Camminiamo con onestà, come essendo giorno, non nelle
ubriachezze, non nelle morbidezze e nelle disonestà, non nella discordia e nell'invidia. Ma rivestitevi del Signore Gesù e non abbiate cura della carne nelle sue concupiscenze (Ai Rom., XIII, 12).
1° Preludio. Rivestiamoci di Gesù Cristo, del suo spirito di modestia, di temperanza, di castità. E questo sarà facile, se il nostro cuore sarà compreso d'amore per lui.
2° Preludio. Datemi, Signore, questi frutti che maturano facilmente in un cuore fedele alla vostra grazia e docile alla guida del vostro Spirito.
1° PUNTO: La modestia. — La virtù della modestia regola tutti i movimenti del corpo, i gesti e le parole. In quanto frutto dello Spirito Santo essa compie tutto questo naturalmente e senza fatica; inoltre essa compone tutti gl'interni movimenti dell'animo, alla presenza di Dio. Il nostro spirito è mobile, inquieto, dissipato. La modestia lo ferma, lo modera, e mette nell'anima una profonda pace che la dispone a divenire il soggiorno ed il regno di Dio; e il dono della presenza di Dio segue tosto il frutto della modestia. Il dono della presenza di Dio è un alto lume, nel quale l'anima si vede davanti a Dio, e ne nota tutti i movimenti interni, tutto quanto passa in lei più chiaramente, che non vediamo i colori in pieno giorno. La modestia ci è interamente necessaria per le conseguenze che sono: il raccoglimento, la presenza di Dio, l'unione con Dio; essa è la caratteristica d'un vero spirito religioso.
2° PUNTO: La temperanza. — La virtù della temperanza e della castità proibiscono i piaceri del corpo, reprimono gli illeciti, e moderano quelli che sono permessi. Quella frena l'affetto disordinato del bere e del mangiare, ed impedisce gli eccessi che si potrebbero commettere; così pure regola e frena l'uso dei piaceri della carne. Ma i frutti della temperanza e della castità staccano talmente l'anima dall'amore del corpo che essa non ne risente quasi più le ribellioni, poichè lo sottomettono senza fatica. Meditiamo la temperanza del divin Maestro. A Nazareth vive della più modesta vita degli operai. Comincia la vita pubblica con un digiuno di quaranta giorni; parecchie volte durante la vita apostolica non ha il tempo di mangiare, e neppure se ne cura. Lo vediamo al pozzo di Giacobbe assorto nel pensiero di convertire la Samaritana. Gli apostoli gli offrono da mangiare, ed egli risponde: «Ho un pasto più importante da fare, ed è di compiere la volontà del Padre mio». E qual era il suo nutrimento abituale? Pane d'orzo e pesce secco. Le provvigioni di pesce e pane per il Salvatore e per gli apostoli portate dal ragazzo furono quelle moltiplicate sulla riva del lago di Galilea. Gesù divideva i modesti pasti degli apostoli. Dopo la risurrezione prepara pesce, pane e miele (S. Luca
XXIV). Raccomanda il digiuno ai discepoli (San Matteo VI) e sul Calvario per dissetarsi riceve fiele e aceto. Così manifesta ovunque questo frutto della temperanza; frutto che metterà nei cuori se noi li prepareremo con la purità di coscienza e col fervore.
3° PUNTO: La castità. — Il frutto della castità rende il nostro cuore inclinato all'unico amore di nostro Signore e assolutamente staccato dalle affezioni terrene. La castità è il giglio delle virtù; essa rende gli uomini quasi simili agli angeli. La chiamano onestà, perchè è molto eletta; la chiamano anche la bella virtù. Essa è uno dei più begli ornamenti del cielo: ci dà la facilità di essere tutti di Dio col cuore, col corpo, con lo spirito. San Paolo ci dice: «Osservate la santità senza la quale nessuno vedrà Dio»
(Eb. XII, 14). Qui, per santità, s'intende la castità, come nota san Giovanni Crisostomo: «Nessuno vedrà Dio senza la castità e la purità del cuore». Beati quelli che hanno il cuor puro, perchè vedranno Dio, dice nostro Signore. Ma la castità è un dono di Dio. Nessuno può essere casto, se il Signore non gliene dà la grazia. Preghiamo, e domandiamo questa bella virtù in spirito d'umiltà. Per la preghiera noi l'otteniamo e la conserviamo. Il digiuno e la mortificazione possono essere un buon sussidio, ma essi non basteranno senza un'umile preghiera. Teniamoci sempre vicini a nostro Signore, e meditiamo sopratutto i misteri della Passione, ì quali hanno un'influenza particolare per ispirare la castità. Amiamo la santa Eucaristia che è un vero fermento di verginità. E poi, Maria è nostra Madre purissima, castissima, sempre vergine e protettrice dei vergini. Domandiamo per mezzo di
Maria, al Cuor di Gesù il frutto della purità.
Risoluzioni. — Divin Cuore di
Gesù, quanti bei doni voi offrite alla mia preghiera: la modestia, la temperanza, la castità. Ma so che per riceverli devo dispormi con una purità di cuore, una vita interiore, ed un'intima, abituale unione con voi.
FIORETTO: - Sta un poco innanzi al SS. Sacramento, chiedendo fuoco d'amore e intima unione con Dio.