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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

25° Luglio

SAN GIACOMO IL MAGGIORE, UNO DEI DISCEPOLI PREDILETTI DEL SACRO CUORE

 

Allora si accostò a lui la madre dei figliuoli di Zebedeo con i suoi figliuoli, adorandolo e domandandogli qualche cosa: Ed egli le disse: Che vuoi tu? Quella gli rispose: Ordina che seggano questi due miei figliuoli uno alla destra, l'altro alla tua sinistra nel tuo regno. Gesù rispose e disse: Non sapete quello che domandiate. Potreste voi bere il calice che berrò io? Gli risposero: Possiamo (S. Matteo, XX, 20). 

 

1° Preludio. Due giovani cugini ed amici del Salvatore bevono il calice (di patimenti) ed hanno un bel posto in cielo. 

 

2° Preludio. Signore, io vorrei ben essere fra gli amici del vostro Cuore, malgrado la mia indegnità. 

 

1° PUNTO: Vocazione e formazione. — Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo e di Salome erano di Betsaida come san Pietro e pescatori come lui. Giovanni aveva conosciuto il Salvatore mentre stava con Giovanni Battista sulle rive del Giordano; si era intrattenuto con lui, aveva poi partecipata questa notizia a Giacomo, suo fratello. E qualche giorno dopo, mentre erano occupati ad acconciare le reti, Gesù chiamò l'uno e l'altro dicendo loro: «Venite con me, ed io vi farò pescatori di uomini». Nostro Signore aveva già chiamato Pietro ed Andrea, e questi quattro rimasero i preferiti e privilegiati. Giacomo e Giovanni avevano un ardore esuberante, e nostro Signore li corresse e per avvertirli del difetto li soprannominava «figli del tuono». Un giorno essi proposero a Gesù di far cadere la folgore sopra tutto un villaggio di Samaritani che non avevano voluto ricevere il Salvatore ed i discepoli. Nostro Signore rispose: «Voi non sapete di quale spirito siete; Dio è paziente, ed attende i peccatori, e li tratta con misericordia». Un altro giorno i due fratelli vennero con la madre a domandare a nostro Signore il primo posto nel regno di Dio. «Questa fortuna, rispose loro nostro Signore, dipende dai disegni della Provvidenza; ma in ogni caso per aver un buon posto nel regno di Dio, bisogna bere il calice del sacrificio». Lasciamoci formare da nostro Signore, come Giacomo e Giovanni, suoi discepoli carissimi. 

 

2° PUNTO: I discepoli privilegiati del Sacro Cuore. — Giacomo e Giovanni, Pietro e Andrea erano affettuosissimi, assai affezionati a nostro Signore, specialmente i tre primi: erano i discepoli del Sacro Cuore, gli amici di Gesù. Così nostro Signore li aveva sempre accanto a sè; erano gli intimi, i confidenti e sovente li prendeva da parte, e parlava loro con una confidenza che non usava con gli altri. Nella risurrezione della figlia di Giairo, l'esclusione degli altri è formalmente notata nel Vangelo. San Marco dice: «Gesù non permise ad alcuno dei discepoli di seguirlo, fuorché Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo». San Luca dice: «Non permise ad alcuno d'entrare nella casa con i parenti, fuorchè Pietro, Giacomo e Giovanni» (VIII, 51). Per la trasfigurazione san Matteo (XVII, 2) e san Marco (IX, 1) ci dicono: Gesù prese a parte Pietro, Giacomo e Giovanni, e, soli con lui, li condusse sulla montagna per pregare. Il privilegio è ancora accentuato. Sul Monte Oliveto in faccia a Gerusalemme, nostro Signore, mentre riposava e ne prediceva la distruzione, tenne alcuni privilegiati seduti vicino a lui, come ordinariamente avveniva. Essi l'interrogavano in segreto, secreto, dice san Matteo (XXIV, 4), a parte, separatim, dice san Marco (XIII, 3); e di essi san Marco ci dà il nome: Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea. All'ultima Cena, Pietro, Giacomo e Giovanni erano seduti vicino a Gesù. Potessi con il mio amore e fedeltà meritare d'essere un vero discepolo del Sacro Cuore! Parlando del Getsemani, san Matteo (XXVI, 36) e san Marco (XIV, 33) ci dicono: «Gesù lasciò i suoi discepoli all'entrata del giardino, ma prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni». Gli altri non erano sufficientemente formati per sopportare senza scandalo lo spettacolo dell'agonia, mentre questi tre avevano fatto un noviziato migliore, essendosi mostrati assai docili ed affettuosi! 

 

3° PUNTO: Apostolato e martirio. — Dopo la Pentecoste san Giacomo evangelizzò prima la Giudea, la Samaria, la Siria; poi passò in Spagna, ove seminò il germe della fede, che doveva crescere più tardi in una bella messe in questa nazione così cattolica! Egli cominciò laggiù il culto della Vergine santa dopo il bel miracolo dell'apparizione di Maria a Saragozza. Poi ritornò a Gerusalemme, ove operò ancora molte conversioni. Ma (come il divin Maestro) fu vittima della gelosia degli Scribi e dei Farisei che lo abbandonarono a Erode Agrippa. E questi desideroso di piacere ai Giudei come Pilato, lo fece decapitare. Così come Gesù gli aveva promesso, san Giacomo bevette il calice del sacrificio, e fu battezzato del battesimo del sangue. Il corpo venne trasportato, più tardi, a Compostela, ove ricevette onori simili a quelli dei grandi apostoli di Roma. Devozione a Gesù, apostolato e sacrificio, queste tre parole riassumono tutta la vita di questo apostolo del Sacro Cuore. Tale deve essere il mio programma di vita. — Mi metto nuovamente al servizio di Gesù per rispondere a quest'appello, che egli fa intendere al cuore.

 

Risoluzioni. — Signore, dite che sia vicino a voi, non per gli onori, di cui sono infinitamente indegno, ma per la devozione, per l'affetto, la docilità, la fedeltà. Dite, dite, Signore. Eccomi pieno di desideri e di buona volontà, ma compreso della mia debolezza: dite voi una sola parola e l'anima sarà guarita. 

 

FIORETTO: — Innanzi al Crocifisso, recita le litanie dei Santi.

 

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