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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

27° Luglio

COME SI SEGUE GESU'

 

Chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me. Chi tien conto della sua vita la perderà, e chi avrà perduta la vita per amor mio, la troverà (S. Matteo, X, 38). 

 

1° Preludio. Ascoltate i consigli intimi e le ultime istruzioni che Gesù dà ai discepoli prima di disperderli nelle città e nello campagne. 

 

2° Preludio. «Ho ricevuto la croce, dice l'Imitazione, l'ho ricevuta dalle vostre mani, e la porterò fino alla morte, così come voi me l'avete imposta. Che importa che io soffra, se giungerò al porto di salute, e vi farò contento? (Imit. III, 56). 

 

1° PUNTO: La spada. — Dobbiamo soffrire per glorificare Dio, per riparare i peccati, per salvare la nostra anima e le anime che dobbiamo aiutare. È questa la lotta: «Non sono venuto a portare la pace, dice nostro Signore, ma la spada. Perchè son venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre e la nuora dalla suocera, e i nemici dell'uomo saranno i propri domestici. Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; e chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me; e chi non prende la croce e non segue me, non è degno di me. Chi ha cara la vita la perderà; e chi avrà perduto la vita per amor mio, la troverà» (S. Matteo X, 34). Il cristiano deve saper sacrificare gli affetti di famiglia alla fede o alla vocazione, se occorre. Egli deve ridurre il corpo sotto la legge dello spirito e sacrificare i sensi alla ragione. Il Signor è un Dio geloso che vuol regnare nei nostri cuori: tutti gli altri affetti debbono essere subordinati ai suoi. Egli vuol regnare nell'anima nostra, nella nostra vita; la sua volontà sia la nostra legge. Fiat! Accettate, Signore, il dono che faccio di tutto me stesso al vostro divin Cuore. 

 

2° PUNTO: La croce. — «Chi non prende la croce per seguirmi non è degno di me». E' la prima volta che risuona questa parola: la croce! Essa sarà per l'avvenire il segno della salute. La croce è lo strumento della redenzione, ma è anche il segno di ogni sacrificio e di ogni penitenza. Gesù ha portato la croce nel Cuore fin dall'incarnazione, perchè egli fin da quel momento, è segnato come vittima di riparazione e di salute. La croce è divenuto il simbolo dello spirito di penitenza e di sacrificio che deve animare ogni cristiano. «Chi vuol venire dietro di me, dice nostro Signore, prenda la croce», cioè entri per tutta la vita nello spirito di penitenza. Dio benedice gli umili e i penitenti. Il cristiano deve restare penitente, avesse anche la grazia di non più offendere Dio. Egli si ricordi di essere stato concepito nel peccato: le colpe passate son sempre avanti agli occhi: conviene ricordarsi anche di essere solidale con i fratelli, e far penitenza per sè e per tutti gli uomini suoi antenati e fratelli. Gesù ha portato per tutta la vita la croce per i fratelli, ha abbracciato la penitenza per loro. Nell'atto del battesimo di penitenza ha ricevuto dal Padre la testimonianza della predilezione: «Ecco il mio Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto». Portiamo la croce di ogni giorno: l'adempimento di tutti i doveri, di tutte le regole in spirito di penitenza. Accettiamo le contrarietà, le indisposizioni, i languori spirituali, le sconfitte e i disprezzi. Se la croce, o lo spirito di penitenza è nel cuore, questo spirito si manifesterà facilmente in tutta la vita. Ma questa tristezza intima e dolce non ci dispensa da un sorriso costante di benignità per i fratelli. 

 

3° PUNTO: La consolazione ed il trionfo. — La croce è dolce a chi la porta per Gesù: «Il mio giogo è soave, e il mio fardello è leggero». Gesù ha amato la croce perchè essa era lo strumento della nostra salute. Noi possiamo amarla, perchè ci purifica, perchè ci acquista grazie, perchè salva i fratelli. — «Io sovrabbondo di gioia», dice san Paolo (II Ai Cor. VII, 4). — David aveva già detto: «Le vostre consolazioni, Signore, si proporzionano alla moltitudine dei miei dolori» (Sal. XCIII). Ma se la croce produce consolazioni sulla terra, avrà soprattutto la glorificazione in cielo: «Le sofferenze della vita presente, dice san Paolo, non hanno proporzione alcuna con la gloria che deve un giorno risplendere in noi (Rom. VIII, 18). Se soffriamo con Gesù, ne parteciperemo la gloria». E questa gloria comincia già in questa vita con l'abbondanza delle grazie. San Pietro dice: «Se voi avete parte alle sofferenze del Cristo, rallegratevi, perchè ne dividerete la gloria e l'allegrezza in cielo. Se siete ingiuriati in mio nome, stimatevi fortunati, poiché l'onore, la gloria e la virtù di Dio riposano su voi con il suo spirito» (I Pietro IV, 13). O beata penitenza che è la moneta della grazia e della gloria celeste! Possa io non dimenticarla più un'ora sola della vita! 

 

Risoluzioni. — O santa Croce, simbolo di penitenza, imprimetevi nel mio cuore, come vi siete impressa nel Cuor di Gesù. Le sante fiamme di questo divin Cuore vi circondano, per notarvi la sua predilezione, ed io vorrei amarvi così, e testimoniarvi questo mio amore mediante i piccoli sacrifici costanti che ci impone la vita quotidiana. Vi abbraccio con tutto il cuore, e desidero di non più dimenticarvi. 

 

FIORETTO: — Togli subito l'ostacolo che t'impedisce di salvarti; recita tre Salve Regina alla Vergine.

 

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