UN ANNO CON IL SACRO CUORE
10° Settembre
ISTITUZIONE DELL'EUCARISTIA
E preso il pane, rese grazie, e lo spezzò, e lo diede loro, dicendo: Questo è il mio corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me. Similmente ancora il calice, finita che fu la cena, dicendo: Questo è il calice del nuovo testamento nel sangue mio, il quale per voi si spargerà (San Luca, XXII, 19). .
1° Preludio. Nostro Signore istituisce nello stesso tempo il sacrificio ed il sacramento dell'Eucaristia, le due grandi grazie della Chiesa.
2° Preludio. Grazie Signore; spero di potervi anche dire un grazie infinito per tutta l'eternità.
1° PUNTO: La presenza di
Gesù. — Gesù prese il pane, lo benedisse, lo ruppe, e lo distribuì ai discepoli dicendo: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Poi prendendo il calice, rese grazie e lo diede loro dicendo: Bevete tutti, poiché questo è il mio sangue, il sangue della nuova alleanza che sarà sparso per un gran numero, per la remissione dei peccati. Queste parole del buon Maestro notano la sua presenza reale nel Santissimo Sacramento. Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue: sono io stesso! «Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue, rimane in me, ed io in lui. Siccome il Padre, che è la vita, m'ha inviato, io vivo per lui, e chi mi mangia vivrà per
me» (S. Giov. VI, 57). «Il pane, che noi spezziamo, dice san Paolo, non è la partecipazione del corpo del Signore?» (I Cor. X, 16). La presenza del buon Maestro è il primo frutto, infinitamente prezioso, dell'istituzione eucaristica.
Egli è qui, vicino a noi, con le grazie, con l'amore! Che beneficio! Che tesoro! Noi non abbiamo proprio niente da invidiare agli apostoli, ai discepoli, a san Giovanni, a santa Maria Maddalena.
2° PUNTO: Il sacrificio. — Il cenacolo e il Calvario furono la fine dei sacrifici dell'antica legge. Gesù era il vero agnello, sacrificato in una maniera mistica nel cenacolo e in una maniera sanguinante sul Calvario. In questi due luoghi Gesù offre il suo corpo ed il suo sangue: «Ecco il mio corpo che do per voi; ecco il mio sangue che sarà versato per voi». È il sacrificio nuovo, è l'oblazione pura che sarà offerta ovunque secondo la profezia di Malachia. Tutti i caratteri degli antichi sacrifici vi si trovano riuniti. È il più perfetto degli olocausti, il solo capace di rendere a Dio una gloria infinita, perchè un Dio vi si umilia fino a prendere le più umili apparenze. É un sacrificio eucaristico, ove Gesù Cristo stesso si assume d'acquistare il debito della nostra riconoscenza. É un sacrificio propiziatorio: il Salvatore ha preso egli stesso i nostri peccati nel suo corpo, perchè noi moriamo al peccato e viviamo nella giustizia (I
Pet. lI, 24). E un sacrificio impetrativo: Gesù è il nostro avvocato presso suo padre (S. Giov.
II, 1). É una sorgente infinita di grazie; i sacrifici dell'antica legge non possono esservi paragonati. Dio diceva nel salmo IL: Io non ho bisogno delle giovenche e dei capretti, desidero piuttosto un sacrificio di lode, un sacrificio spirituale; ed al salmo
XXXIX: Non voglio più i vostri olocausti e le vostre offerte. E il Verbo di Dio ha risposto al Padre: Eccomi, io vi offro il mio corpo e il mio sangue come un sacrificio volontario che sostituirà quello dell'antica legge.
3° PUNTO: Il sacramento. — É un sacramento istituito per essere il nutrimento delle anime. Le specie del pane e del vino sono il segno sensibile: esse rappresentano la grazia interiore che nutre e fortifica l'anima. Il pane ed il vino sono la materia del sacramento: le parole della consacrazione ne sono la forma; la sua grazia speciale è di conservare e di trattenere la vita soprannaturale dell'anima. L'istituzione ne è stata fatta da nostro Signore, quando ha detto: Fate questo in memoria di me: Nostro Signore ha voluto manifestare l'amore infinito che ha per gli uomini, dandosi a loro e trovando il mezzo di restare in mezzo a loro. Ha velato lo splendore e la maestà sotto le specie umilissime del sacramento, affinchè noi andassimo a lui con confidenza e senza timore alcuno. Ha preso il pane ed il vino per indicare che egli era per noi il nutrimento delle anime, una sorgente di forza, di gioia, di consolazione e il pegno della vita stessa. L'Eucaristia produce in coloro che la ricevono degnamente gli effetti più preziosi. Sviluppa le virtù teologali, ci unisce al Salvatore in un'intimità che viene simboleggiata dall'unione del nutrimento con il corpo. Unisce anche i cristiani fra di loro, come fratelli che partecipano alla medesima tavola.
Risoluzioni. — L'Eucaristia è il gran dono del Cuor di
Gesù. É a questo divin Cuore
che io devo offrire i ringraziamenti: è lui che ha concepito, con tutta l'ingegnosità prodotta dall'amore, questo modo meraviglioso di restare con noi, dandosi a noi.
FIORETTO: — Sarai tu con Dio un figlio prodigo? Recita tre Pater al Cuor di Gesù per non divenirlo.