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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

12° Gennaio

Sposalizio di S. Giuseppe con Maria SS. 

 

Era giunto il giorno della misericordia, ed il Messia si moveva per venire sulla terra ; ma bisognava un matrimonio nuovo, un matrimonio verginale. Ed a questo effetto, si preparavano due sposi : Maria, nel tempio, all'ombra del Signore, consacrava la sua verginità, e Giuseppe ancora, con deliberato proponimento, con voto di religione, gli consacrava la sua. Eccoli già dunque resi perfetti, degni del matrimonio nuovo che avverrà sulla terra, il matrimonio della verginità. Ma chi avvicinerà questi due cuori purissimi, Giuseppe e Maria ? Lo Spirito Santo. Egli, innamorato di loro, v'infonde uno stesso spirito, una stessa fede, vi accende uno stesso amore celeste. Egli, Egli stesso fa fiorire la verga del Santo Patriarca, e per mezzo del sacerdote, rivela a Maria che si sposi a Giuseppe, ed a Giuseppe che si sposi a Maria, che non verrebbe violata, né lesa la loro virginità, ma anzi sarebbesi raddoppiata, eminentemente accresciuta. Egli stesso, lo Spirito Santo, tutti e due li muove al tempio ai piedi del vecchio Sacerdote. Oh ecco gli Sposi ! Spira dal loro volto un'aria di Paradiso, da tutta la loro persona un'attraente e celestiale simpatia. Come son belli ! mai ho visto gli angeli ; non credo però che siano più belli ! Giuseppe dà 1'anello a Maria, i celesti inneggiano sull'arpe d'oro, e l'Eterno li benedice. Il matrimonio della verginità è fatto. O coniugio vero e santo, coniugio celeste, non terreno ! Giuseppe è divenuto sposo di Maria, di Maria il sorriso di Dio, la sposa del Padre, la Madre del Figliuolo, il Santuario dello Spirito Santo ; di Maria, la Regina del cielo e della terra, la speranza di tutti i secoli, il desiderio di tutti i popoli,. la immacolata, la prima creatura dell'universo. Giuseppe ama Maria come sposa, e Maria, come sposo, riama Giuseppe. Si amano, come sposi vergini in tutta la purità dell'amore. Perciò, come due fiammelle avvicinandosi raddoppiano il loro splendore, cosi i due vergini cuori di Giuseppe e di Maria si purificarono nell'amarsi, perché si amavano nella verginità. Oh!! la bellezza della verginità chi può figurarla ? E noi, come ci amiamo noi ? I nostri amori sono spassionati o puri ? Ci amiamo in Dio, e per Iddio ? Oh se cosi fosse, quanti meno spropositi, quanti meno peccati! Divina cosa è l'amore, quando nessuna cosa lo macchia, nessun timore l'attrista, nessun rimorso lo turba! Santifichiamo i nostri amori ad imitazione di Maria e di Giuseppe ; il nostro cuore è fatto si, per amare, ma il bene deve amare la virtù, non mai il vizio e la passione. 

 

PROPOSITO. 

Con l' aiuto di S. Giuseppe toglierò dal mio cuore ogni affetto men che puro e santo, ed ogni cosa contraria alla modestia cristiana. 

 

ESEMPIO. 
Una vocazione impedita. Un giovane Lionese, di buona famiglia, dotato di tutti ì doni della natura, di grazia e di fortuna. viveva nella casa paterna, applicato alla pratica delle cristiane virtù, quando Iddio, per mettere al sicuro la sua innocenza da tanti pericoli che s'incontrano nel mondo, gli inspirò di consacrarsi tutto a Lui, ritirandosi a vivere vita religiosa nel chiostro. Ma i genitori che avevano collocate in quel giovane le più lusinghiere speranze, impiegarono ogni mezzo per distoglierlo dal pio proposito. Quel giovane infelice fu dunque costretto a deporne il pensiero, e invece, un po' alla volta cominciò a raffreddarsi nel consueto fervore, nella vigilanza sopra se stesso, e nella foga delle occasioni pericolose, terminò col darsi in braccio ad ogni più vergognosa dissolutezza. Abbandonata la patria, si pose nella milizia, ove passò parecchi anni in mezzo alla licenza militare. Informati intanto i genitori della pessima vita del figliuolo, furono colpiti dal più vivo dolore, ed erano inconsolabili. Rientrati allora in se stessi, conobbero il gran male da loro fatto con l' impedire la santa vocazione del figliuolo, e si confessarono in colpa di tutti i traviamenti del medesimo. Fecero di tutto per ricondurlo sul buon sentiero, e tornati inutili tutti i mezzi suggeriti ad essi dall'affezione e dal dolore, vennero nel pensiero di rivolgersi a S. Giuseppe, pregandolo ardentemente ad accogliere sotto la sua protezione questo novello figliol prodigo. Non erano passati ancora tre giorni di preghiera, che il giovane cominciò a rientrare in se stesso, e spaventato al considerare il profondo abisso d'iniquità in cui era precipitato e i pericoli estremi cui andava incontro, si decise di far ritorno alla casa paterna. Vi tornò difatti il più presto che potè, e ravveduto e compunto, con una vita penitente e fervorosa, riparò ai passati traviamenti, perseverando con l'aiuto di S. Giuseppe nel bene sino al termine di sua vita.

 

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