UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
14° Gennaio
Giuseppe
e Maria nella casetta di Nazaret.
Era assai semplice la vita che menavano questi due sposi privilegiati. Maria curava la
pulizia della sua povera dimora, lavorava colle proprie mani le sue vesti, e racconciava quelle del suo sposo. Quanto a Giuseppe, ora formava un tavolo per i bisogni della casa, o dei carri, o dei gioghi per i vicini da cui ne aveva ricevuto 1' incarico ; ora, col suo braccio tuttora vigoroso, si recava sulla montagna ad abbattere gli alti sicomori ed i neri terebinti che dovevano servire alla costruzione delle capanne che Egli elevava nella vallata. Sempre assiduo
al lavoro, bene spesso il sole era già da lunga pezza tramontato, quando Egli rientrava in casa pel piccolo pasto della sera, che la sua giovane e virtuosa compagna non gli faceva al certo aspettare. Anzi, Ella stessa gli rasciugava la fronte molle di sudore; gli presentava 1' acqua tiepida che Ella aveva fatto riscaldare per lavargli i piedi, e gli serviva la cena frugale che doveva ristorare le sue forze. Questa si componeva per lo più di piccoli pani d'orzo, di latticini, di frutta, o di alcuni legumi. Poscia, fatta la notte, un parco sonno preparava il nostro santo Patriarca a riprendere il domani le sue giornaliere occupazioni. S. Giuseppe, sebben povero dei beni del mondo, ed obbligato a guadagnare per sé e per l'amata sua Sposa il pane quotidiano col sudor della sua fronte, si trovò nondimeno ricchissimo e felicissimo insieme con Maria. Qual tesoro di grazie e consolazioni celesti Ella versò nel cuore di Lui! Che pace di paradiso godevano insieme! Oh la pace, la concordia in famiglia, che bella cosa è ella mai ! Non l'abbiamo mai turbata noi quella pace ? Non fummo mai causa di dissapori in famiglia, di contese, di amarezze, di disonori ? Se ciò fosse, ripariamo tosto a un si gran male che fa incanutire tanti poveri genitori, e cagiona loro una morte precoce.
PROPOSITO.
Sarò ubbidiente ed amoroso coi genitori e superiori ;
con le belle maniere mi studierò di conservare la pace in famiglia, o nella comunità.
ESEMPIO.
S. Giuseppe aiuta negli studi. Racconta il Padre Patrignani della Compagnia di
Gesù, che un giovane pieno di tutta la buona volontà, ma sprovvisto di talento per lo studio, si presentò a lui perchè gl'insegnasse il modo di far con buon esito i suoi studi. La fede era molto viva in quel giovane cuore. Per me, egli diceva, mi rassegnerei benissimo ad occupar sempre l'ultimo posto, ma i miei parenti ne hanno dispiacere, e possono credere ch'io non mi applichi abbastanza allo studio, pure Dio m'è testimonio che fo quanto posso. Figliuol mio, gli rispose il Superiore ; so un modo infallibile, ma ci vuole confidenza ; raccomandati a S. Giuseppe. Comincia egli una novena di preghiere a questo Santo, per ottenere quell'intento cotanto desiderato. Non era ancor terminata la novena, che bisognava fare una versione latina ; era quella la parte più debole del giovane, e la versione fu fatta perfettamente dal nuovo servo di S. Giuseppe, il quale si recò al Superiore per dirgli : Padre, S. Giuseppe mi ha di già esaudito ; capii benissimo il latino che m' ebbi a tradurre, e son certo che sarò il primo od il secondo. —
Nè s'ingannava. Il dì seguente, con grande stupore di tutti, fu proclamato il secondo della classe ; e non passò il mese che fu il primo. Al termine dell' anno un primo premio ed una corona rallegrarono il cuore del buon figliuolo, e quello
dei suoi parenti. Per il corso di quattro anni consecutivi si è veduto lo stesso prodigio di protezione dalla parte di S. Giuseppe verso il fervoroso suo servo. Io sono felice, diceva quel giovane riconoscente, sono pur avventurato di amare S. Giuseppe ! sono certo di essergli un giorno debitore della mia perseveranza, e della mia. E fu vero : egli formò di fatto la consolazione della sua famiglia, dopo aver fatto la gioia e 1' edificazione della santa casa che educò la sua infanzia e la sua giovinezza.
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