UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
31° Maggio
DIO
PADRE GLI COMUNICA LA SUA PATERNITÀ
L'Eterno
Padre, nel costituire S. Giuseppe signore e capo della Sacra Famiglia,
che il Padrone ha costituito sopra la gente di casa sua (Matt. 24, 45),
volle che San Giuseppe rappresentasse presso Gesù e Maria la sua stessa
divina Persona, dignità altissima, incarico sublime, missione di gran
lunga superiore a tutte quelle che da Dio furono affidate ad uomo: si
degnò perciò di concedergli il privilegio, non mai conceduto ad alcun
altro, di portare il suo nome e di essere chiamato il Padre del suo
Unigenito. E' grande degnazione di Dio quando egli comunica a noi poveri
mortali la sua dignità con una partecipazione della sua stessa natura,
dandoci la grazia santificante, così che ci chiamiamo figli di Dio e lo
siamo di fatto, ut fili Dei nominemur et simus (1 Ciov. 3, 1); ma fu
degnazione molto maggiore comunicare a San Giuseppe la sua paternità,
che di lui solo è propria ed è qualità incomunicabile alle stesse
altre divine Persone. Così San Giuseppe fu di fatto e si chiamò con
ogni ragione Padre del Verbo fatto uomo, e non fu tale solamente
nell'opinione degli uomini, ma lo stesso Vangelo lo proclama il padre di
Gesù: ll padre suo e la madre rimasero meravigliati di quanto era stato
detto di lui (Luc. 2, 33). Gesù ha per conseguenza un padre celeste e
un padre terreno; in Cielo sta alla destra di Dio Padre onnipotente; in
terra, alla destra di S. Giuseppe; il Padre eterno dice: Hic est filius
mens dilectus in quo mihi complacui (Matto 3, 17); S. Giuseppe, con più
ragione di Adamo padre dei viventi e di Abramo padre dei credenti,
riguardo a Gesù, può ripetere le stesse parole: Questi è il mio
figlio nel quale mi sono compiaciuto. (Matt. 3, 17; 17, 5). Considera
che se il Padre Eterno ha comunicato a S. Giuseppe la sua paternità
sopra il suo divin Figliuolo, gli ha comunicato ad un tempo quel soave
potere che da quella paternità deriva, perché egli lo eserciti a
benefizio di coloro che a lui ricorrono con filiale confidenza. Padre di
Gesù, è parimente Padre di tutti i cristiani che di Gesù sono
fratelli coeredi; ma fra tutti i figli suoi egli ne ha di quelli che
predilige e mette in prima linea nella sua fortunatissima famiglia: sono
questi i devoti di lui, che l'onorano in modo speciale, ne praticano e
ne propagano il culto (..); egli riguarda questi con occhio di
predilezione, ed essi hanno maggior ragione di invocarlo con il dolce
nome di Padre. Quanta confidenza deve ispirare in noi questo pensiero e
quale sicurezza di essere da lui esauditi anche nelle più ardue
contingenze! Ma bisogna appunto, perché prediletti, che gli siamo più
riconoscenti e gli protestiamo non solo a parole ma a fatti quel
rispetto e quella ubbidienza che portano i figli più cari ad un padre
amorevole e buono: ogni nostra, non dico offesa, ma anche solo una più
piccola disattenzione, o dimenticanza, a suo riguardo, sarebbe per noi
una grave colpa, che ci renderebbe indegni delle carezze ch'egli suole
prodigare ai suoi figli. Sia questo il maggiore vanto della nostra vita,
l'oggetto più bello della nostra compiacenza, il titolo più certo
della nostra speranza il dire: Sono figlio di San Giuseppe!
Professiamolo con molto orgoglio, giubilando al pensiero che un giorno
saremo, quali figli devoti, la corona eletta del nostro Padre in Cielo.
PREGHIERA
PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO
San
Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il
padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu
che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la
nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato
nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori
e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia
di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il
patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i
fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che
soffrono persecuzione per il nome di Cristo.
FIORETTO:
- Ripetiamo sovente: Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima
mia.