UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
23° Giugno
SAN GIUSEPPE PATRONO DELLE ANIME INTERIORI: PER L'UNIONE DELLA SUA MENTE CON DIO
Gesù disse che sono beati i mondi di cuore, perché vedranno Dio. S. Giuseppe, che fra tutti gli uomini risplendette per l'illibatissima mondezza di cuore, godeva, se non della beatifica visione non possibile ai mortali, di una privilegiata intuizione delle cose divine, che vedeva rischiarate da una luce viva, calma e soave. Stando continuamente con il Figlio di Dio, Gesù, ascoltando le sue parole, seguendo tutti i moti dell'anima sua, gli era pure naturale l'esercizio continuo della presenza di Dio, tanto che quasi non poteva tralasciarlo un istante, né pativa distrazione, e notte e giorno vegliando e anche dormendo, teneva sempre la mente sollevata da questa misera terra e ripiena di pensieri celesti. Si legge di molti Santi, come ad esempio di San Luigi Gonzaga, che dovevano fare un grande sforzo per distaccare la loro mente da Dio e rivolgerla per necessità alle cose terrene; quanto più ciò doveva avvenire a colui ch'era stato eletto per essere l'angelo custode visibile del Figlio di Dio, e il Cherubino che vegliava continuamente sull'Arca benedetta di Nazareth! Come l'esercizio della presenza di Dio era in lui non mai interrotto, così la sua vita fu un'orazione e una contemplazione continua. Parlare con Gesù è pregare, parlare con Maria e con gli Angeli è pregare, e poiché S. Giuseppe non cercava altra conversazione che questa e di nessun'altra si dilettava, si può dire che nessuno più di lui adempì alla lettera il precetto del suo Divin Figliuolo: Bisogna pregare sempre senza scoraggiarsi mai (Luc. 18, 1). Spirito eminentemente contemplativo, penetrava senza sforzo alcuno nel santuario della divinità; il suo occhio spaziava per orizzonti non conosciuti che in modo imperfetto anche dai più perfetti contemplativi, soavemente volava alle regioni più eccelse, ed era Gesù medesimo che gli apprestava le ali di colomba tanto desiderate dal profeta Davide che diceva: chi mi darà ali di colomba, e volerò e avrò riposo? (Salmo 54, 7). Spettatore assiduo e quasi cooperatore del grande mistero dell'Incarnazione del Verbo, s'immergeva con la sua contemplazione nelle profondità arcane della onnipotenza, della sapienza e della bontà di Dio fin dove è permesso inoltrarsi a chi è ancora in
stato di prova; ma sopra ogni altro mistero la Passione e la Morte del suo Gesù tenevano quasi necessariamente occupata la sua mente, poiché a tale oggetto erano sempre rivolti gli occhi suoi; egli sapeva quello che Gesù doveva soffrire per gli uomini, e la spada che trafisse il cuore di Maria non risparmiò neppure S. Giuseppe, e dopo Maria nessuno più portò impresse in sé le stimmate del Crocifisso.
PREGHIERA
PER TUTTO IL MESE DI GIUGNO
O
San Giuseppe con te, per tua intercessione noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini per essere il casto sposo di
Maria e il padre putativo di Gesù. Tu hai vegliato continuamente, con
affettuosa attenzione la Madre e il Bambino per dare sicurezza alla loro
vita e permettere di adempiere la loro missione. Il Figlio di Dio ha
accettato di sottoporsi a te come a un padre, durante il tempo della sua
infanzia e adolescenza e di ricevere da te gli insegnamenti per la sua
vita di uomo. Ora tu ti trovi accanto a Lui. Continua a proteggere la
Chiesa tutta. Ricordati delle famiglie, dei giovani e specialmente di
quelli bisognosi; per tua intercessione essi accetteranno lo sguardo
materno di Maria e la mano di Gesù che li aiuta. Amen.
FIORETTO: — Recita di cuore tre atti di
carità.