UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
28° Giugno
SAN GIUSEPPE PATRONO DELLA BUONA MORTE: L'AMORE DI DIO CAUSA DELLA SUA MORTE
La morte di S. Giuseppe fu preziosissima per più ragioni: anzitutto per la sua nobile causa; il morbo infatti che pose fine ai suoi giorni non ebbe nulla di comune con le infermità che travagliano l'uomo e lo conducono al sepolcro; non fu naturale ma soprannaturale la causa della sua morte, e, come in seguito la sua Sposa SS., Egli morì di puro amor di Dio; fu infatti l'amore che in lui sempre arse, quello che in uno slancio più vigoroso, in un impeto irresistibile, in un'estasi dolcissima determinò lo scioglimento dell'anima sua purissima dal suo corpo verginale. Preziosissima ancora fu la morte di S. Giuseppe per il merito incomparabile che gli acquistò in quel punto estremo il sacrificio di dover abbandonare Gesù e Maria, gli oggetti più cari del suo cuore, e abbandonarli dopo averli per molti anni serviti amorosamente ed in momenti così trepidi, nella previsione di un tribolato avvenire, quando egli avrebbe sperato di potere, più ancora che in passato, farsi il consolatore della Madre afflittissima e lo scudo potente del Figlio contro il furore dei suoi nemici. San Paolo desiderava ardentemente di morire per stare con il suo Cristo: Desidero morire per essere con Cristo (Filipp. 1, 23); e questo pensiero gli riempiva il cuore di giubilo e gli rendeva amare tutte le gioie della vita, perciò andava dicendo: la mia vita, infatti, è Cristo e morire mi è un guadagno (Filipp. 1, 21); ma quello che per l'Apostolo era un guadagno, era invece una perdita dolorosissima per S. Giuseppe, il quale morendo lasciava Gesù per raggiungere gli altri giusti dell'antica legge e cambiava nel Limbo le delizie ineffabili del Paradiso in terra, qual era la dimora di Nazareth. Noi, sebbene non consci di colpa grave, tuttavia non favoriti della sicurezza di cui godeva l'Apostolo, temiamo morendo perché dobbiamo presentarci a Gesù che è buono e misericordioso, ma pure è giudice, a cui non sfugge il più leggero difetto, neppure una parola oziosa, e che scruta severamente ogni nostra azione. San Giuseppe nulla aveva a temere da Gesù, dal quale anzi
si aspettava la massima delle ricompense, appunto per questo il separarsi da lui era il più grande dei suoi dolori; mai, come in quei supremi istanti si era sentito ardere dalle fiamme dell'amor santo verso Gesù e Maria. Se ne distaccò per ubbidienza all'eterno Padre, che decretava il termine della sua missione di Padre putativo allora, e fu il distacco più angoscioso che mai
si sia avverato al letto di un padre morente, un'ubbidienza che fu certamente migliore di qualunque sacrificio. La morte di S. Giuseppe fu preziosissima anche per l'assistenza di Gesù e Maria ancora mortali sulla terra: l'uno e l'altro questi santissimi personaggi diedero a S. Giuseppe i conforti del corpo e dello spirito, mitigarono con l'abbondanza della consolazione, con il pregustamento della gioia celeste il martirio della sua ubbidienza. Tutti i conforti, che la religione nostra soavissima suol largire ai morenti per alleviare le loro pene e assicurarli nel tremendo passaggio, non sono paragonabili neppure alla lontana con quelli che S. Giuseppe ebbe personalmente da Gesù, il gran Sacerdote dell'antica e nuova legge, autore della grazia e dispensatore sovrano di tutti i tesori del cielo. Gli angeli erano scesi nell'umile stanza e pieni di stupore circondavano il letto del morente, taciti e riverenti dinanzi a Gesù, l'Angelo del gran Consiglio la cui parola risuonava all'orecchio del Santo Patriarca come la più dolce delle melodie celesti e ispiratrice di eroico coraggio; essi aspettavano ansiosi il felice istante in cui l'anima di S. Giuseppe si sarebbe separata dal suo corpo, per prenderla a gara sulle loro ali e trasportarla, con maggior festa che non fecero per l'anima del mendico Lazzaro, nel seno di Abramo. Venne quell'istante, e per Giuseppe cessarono le pene e cominciarono i trionfi, aspettato e festeggiato nel limbo dei SS. Padri come il più autentico messaggero della Buona Novella; e quell'istante venne, ma con grande dolore di Maria e Gesù dal cuore tenerissimo, il quale se pianse sulla morte del suo amico di Betania, sparse di lagrime più copiose la veneranda salma che fin da allora decretò di riunire all'anima per averlo glorioso compagno nella sua ascensione al Cielo; quell'istante venne e San Giuseppe cominciò allora ad essere investito del potere sommamente benefico di assistere, proteggere e santificare i suoi divoti in morte.
PREGHIERA
PER TUTTO IL MESE DI GIUGNO
O
San Giuseppe con te, per tua intercessione noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini per essere il casto sposo di
Maria e il padre putativo di Gesù. Tu hai vegliato continuamente, con
affettuosa attenzione la Madre e il Bambino per dare sicurezza alla loro
vita e permettere di adempiere la loro missione. Il Figlio di Dio ha
accettato di sottoporsi a te come a un padre, durante il tempo della sua
infanzia e adolescenza e di ricevere da te gli insegnamenti per la sua
vita di uomo. Ora tu ti trovi accanto a Lui. Continua a proteggere la
Chiesa tutta. Ricordati delle famiglie, dei giovani e specialmente di
quelli bisognosi; per tua intercessione essi accetteranno lo sguardo
materno di Maria e la mano di Gesù che li aiuta. Amen.
FIORETTO: — Proponi di far una Comunione di più.