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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

19° Settembre

FESTA DI SAN GIUSEPPE.

 

Rappresentati i Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe.

 

Eccoci arrivati a ricordare questa festa dolcissima per il cuore di tutti i devoti di San Giuseppe. Mi sarebbe impossibile proseguire in essa solo il racconto della vita di questo amabilissimo Santo. D'altronde non contenterei il fervore dei suoi devoti, che si augurano in questo giorno di leggere qualche cosa di più intimo, che li conduca direttamente al Cuore di San Giuseppe. Ma come farò io a parlarne? M'aiutino Gesù e Maria. Il cuore di San Giuseppe era un cuore perfettamente puro, che non amò, da quando incominciò a palpitare, altro che Iddio, o in Dio; un abisso d'umiltà, che lo rendeva dimentico di sè e come incapace di scorgere alcun proprio merito, tanto viva era in lui la luce della fede nell'infinito ed unico Bene che è Iddio. Schivo al sommo di procurarsi più del necessario per vivere, e desideroso in ogni cosa di silenzio, nascondimento, abiezione e fatica. Ingolfato più sempre nella contemplazione delle cose celesti, e nell'orazione, tutti i suoi desideri si riferivano alla maggior gloria di Dio ed alla salvezza delle anime. Tale e milioni di volte meglio di così era lo sposo che Dio aveva prescelto per Maria. Dopo che l'ebbe sposata (come dicemmo) per ubbidire al Signore, la prima gemma che scoprì in essa fu il voto di verginità, che lui pure aveva fatto, quindi a poco a poco conobbe l'amor di Dio che regolava perfettamente tutta la vita della Madonna. Noi poveri uomini siamo così guasti dopo il peccato di Adamo; si travisano cosi vilmente i sentimenti d'un cuore ardente di carità, che perfino gli autori che scrissero di S. Giuseppe schivarono di fermarsi sul fatto pure così dolce, soave e limpido dell'amore di Giuseppe per Maria, e di quello di Maria per lui. Eppure questo affetto fu così stupendo, che formò le meraviglie degli Angeli stessi. Non si creda che vi fosse freddezza fra loro, che nessun amore al mondo eguagliò la loro carità reciproca, quando si eccettui l'incomparabile carità del Cuor di Gesù, e quella ch'essi e i Santi portarono a Dio. Ma la differenza che vediamo fra una persona di mondo che prega con l'attenzione di cui è capace, e lo slancio, la candidezza e l'elevazione di un Santo o di una Santa ingolfati in un'estasi sublime, ci darà qualche lume sulla distanza che corre fra un amor coniugale anche virtuoso e tenerissimo, e l'amore celeste di questi due Sposi santissimi. Maria con il dono del discernimento, di cui era sommamente dotata, conobbe subito la candidezza immacolata del cuor di Giuseppe, la perfezione delle sue intenzioni, e le uniche virtù con cui si sforzava di dare quanta più gloria fosse in mano sua di procurare al suo Creatore: quindi ringraziò la SS. Trinità d'averglielo destinato a compagno, e lo amò con tutta la venerazione che la sua santità, e il luogo di Dio che per Lei occupava, gl'ispirava, e con tutto l'affetto di riconoscenza di cui era capace il cuor più grande che Dio mai abbia creato. Questo affetto era ben noto al Santo Patriarca, che se ne stimava indegno. Egli dal canto sua riconosceva tutta la santità della benedetta sua Sposa, e la amava con gran rispetto, cercando di servirla quanto meglio egli potesse, come credeva fosse obbligo suo di fare. Tuttavia quest'amore aumentò a dismisura quando seppe dall'Angelo che Maria era quella gran donna, annunziata al serpente per schiacciargli la testa, rivelata già ai Patriarchi, annunziata dai Profeti (specialmente da Elia ed Isaia), da lui stesso già venerata sul Carmelo e sospirata da quanti credenti per quattromila anni erano vissuti su questa terra, come pure da tutte le schiere degli Angeli, che l'aspettavano quale loro Regina. Da quel momento (almeno fino alla nascita del Bambino) il Cuor di S. Giuseppe non potè più disgiungere i suoi affetti per la Madre da quelli per il Figlio suo: «È possibile», si sarà detto mille volte, «ch'io sia lo sposo fortunato della Madre di Dio? come ho potuto meritare una così unica grazia»? Noi sentiamo decantare l'amore dei Santi più insigni devoti di Maria per la Madonna, come furono San Giovanni Evangelista, San Domenico, Santo Stanislao, Sant'Alfonso di Liguori, Sant'Anna e Santa Elisabetta e tante Sante Che non distaccavano mai il pensiero dalla loro dolcissima Madre, e cercavano ogni mezzo per onorarla; eppure troverai tutto ciò un pallido riverbero della luminosa devozione che portò San Giuseppe alla Madre di Dio, come viceversa, contempla quanti favori la Vergine santissima prodigò ai suoi devoti, e non arriverai a figurarti quel che fece ed ottenne Maria da Dio per il suo santissimo Sposo. Dice Maria di Agreda che appena il Cuor di Gesù fu concepito nel seno immacolato di Maria, incominciò subito a pregare il Padre Eterno per Giuseppe, insegnando così ai figli i loro doveri per i loro genitori e per tutti quelli che ne fanno le veci. Il Cuor di Gesù dopo la Madre sua non amò in terra veruna creatura al pari di Giuseppe; quindi se, come dice Sant'Ignazio di Loiola, l'amore consiste nello scambio reciproco di ciò che ciascheduno di quelli che si amano possiede, che profluvio di grazie avrà versato il Cuor di Gesù in quello di San Giuseppe! Certo incomparabilmente più di tutto quello con cui arricchì, quasi prodigo dei suoi doni, tutte quelle anime, che con gran cuore e generosità hanno corrisposto al suo amore. Eppure guarda un Mosè che passa quaranta giorni in familiare colloquio trattenendosi con Dio, un San Paolo innalzato al terzo cielo, un San Francesco d'Assisi stigmatizzato, un Sant'Ignazio istruito in un'estasi di dieci giorni dalla Madonna stessa, una Santa Teresa a cui un serafino trafisse il cuore, e a cui Gesù disse «se non avessi creato il Cielo, per te sola lo creerei», una Beata Margherita Alacoque, a cui in tante apparizioni manifestò Gesù il suo Cuore santissimo, e tante altre anime privilegiate, e sopra tutti questi Santi, così favoriti da Dio, metti San Giuseppe, e ad onta del suo abisso d'umiltà e nascondimento, ritieni che le sue cognizioni della Divinità, la sua capacità d'amare il Signore, e la congiunzione del suo cuore con quello di Gesù, oltrepassavano quelle di ogni altro Beato, come le Alpi sorpassano tutte le creste delle colline che le fiancheggiano. Oh meraviglia! Ma oh speranza per un cuore devoto di San Giuseppe! Figuriamoci adesso il ricambio d'affetto di Giuseppe per Gesù. E siccome descriverlo mi è impossibile, non trovo altro mezzo d'esprimermi il meno male che so, che i confronti. Guarda che cosa non fecero per Gesù i maggiori Santi, che zelo e fortezza mostrarono gli Apostoli ed i Martiri! E non credi tu che Giuseppe con il desiderio avrebbe convertito alla fede il mondo intero e data per la fede mille volte la vita, soffrendo di non poter fare di più per il suo dilettissimo Gesù? Guarda che cos'hanno fatto i santi Papi, Pontefici e Confessori, per dilatare la fede e per il bene del genere umano. I benefici che ricevettero i fedeli dal Cielo per mezzo di San Giuseppe provano, che egli ha più a cuore tirar anime a Gesù, che non hanno essi d'esservi portate. Guarda le penitenze di tutti i Religiosi e le Religiose, la candidezza dei Vergini e delle Vergini, l’unione perpetua con Gesù degli Eremiti. Tutto tutto sorpassò San Giuseppe. Insomma dirò tutto, se dico ch'Egli era alla sorgente, ed attingeva ogni benefizio per sè e per gli altri, e che se il Figliuolo di Dio se lo era scelto in terra per padre, è prova che non v'era altri che lo eguagliasse in santità.

 

MASSIMA. - Il Cuore di San Giuseppe è un abisso di carità.

 

GIACULATORIA. - Santo Patriarca, datemi una scintilla del vostro amore.

 

ORAZIONE. - In questa vostra festa, o grande mio Avvocato San Giuseppe, vengo a rallegrarmi con Voi della grandissima gloria, di cui è circondato in cielo il vostro amantissimo cuore; e per la gioia immensa che lo inonda, in compagnia di Gesù, di Maria e di tutti i beati Comprensori. E come regalo della vostra festa, vi domando tre grazie: 1.° il trionfo del Papa, e la pace della Chiesa in tutto il mondo; 2.° la conversione degli acattolici, e 3.° la mia propria santificazione. Sono grazie immense, ma la grandezza della vostra dignità e potenza sui Cuori santissimi di Gesù e di Maria mi fanno sperare ogni cosa dalla vostra intercessione.

 

FIORETTO. – Oggi reciterete sette Pater, Ave, Gloria ai sette dolori e alle sette allegrezze di San Giuseppe; accendendo una lampada alla sua immagine che lascerete ardere per tutta l'ottava, se vi è possibile.

 

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