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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

11° Ottobre

S. Giuseppe modello di pazienza e di mortificazione.

 

S. Giuseppe, primo imitatore di Cristo paziente, pregate per noi.

 

I. «Tutta la vita di Gesù Cristo è stata una continua croce e un martirio, (Libro 2, Cap. 12, 7, 1.), dice l'autore dell'imitazione. Si può affermare dover essere il medesimo della vita del cristiano. Tale conseguenza risulta da ogni pagina del Vangelo, si assume dall'insegnamento degli Apostoli, ed è la vita dei Santi. Su questo principio e seguendo questi modelli, bisogna rammentarsi la necessità del patire; con una volontaria accettazione ed amorosa offerta renderselo meritorio allorchè ci viene da Dio; e talvolta procurarselo in vero studio, mettendo mano a quegli atti generosi, che si chiamano mortificazione e sacrificio. Abbiamo già veduto che il cristiano deve essere confessore cioè confessare Gesù Cristo. Ora, la mortificazione è una confessione ed una testimonianza in onore di Gesù Cristo, praticata con atti che per esser molesti e ripugnanti alla nostra natura le costano di più. Così il nome di cristiano si può riguardare come sinonimo di martire. Severa, ma importante lezione; lezione che ben compresa e posta in opera compendierebbe tutte le altre lezioni, che, con le risoluzioni di ciascun giorno del mese, ci studiamo di rinforzare e d'innestare nelle abitudini di chi pratica con noi questo pio esercizio; lezione nella quale s.Giuseppe è nostro modello, di sorte che gli si può in vero senso applicare la bella e nobile qualificazione di martire.

 

II. S. Giuseppe ha sofferto nei suoi sensi, nel suo spirito, e nel suo cuore 1. Nei suoi sensi: egli fu artigiano, e artigiano povero, stato penoso a colui che tra i suoi avi contava i re e i capi della nazione. Il viaggio di Betlemme, la fuga e il soggiorno in Egitto diedero occasione di innumerevoli sofferenze a s. Giuseppe. 2. Ha sofferto nel suo spirito: quante dolorose apprensioni, e motivi di timore, certamente per lui, e per le due così preziose esistenze, ch'era incaricato di proteggere e di sostenere! Senza immaginare pericoli sconosciuti, egli ne sapeva tanto del mistero dell'Incarnazione, e della Redenzione, da conoscere con quale doloroso prezzo il Salvatore del mondo doveva pagare il nostro riscatto. La parola di Simone aveva colpito lui del pari che Maria, e sovente gli cadeva la riflessione dello spirito sui misteri, a cui così intimamente partecipava. 3. Ha sofferto nel suo cuore: conoscete voi martirio più acerbo di quello cui piacque a Dio di sottomettere s. Giuseppe nei primi tempi dell'Incarnazione? Dio gli cela il mistero, e lo rende testimonio dello stato della santissima Vergine, stato che sembrava accusare la sua casta sposa d'infedeltà verso lui, e d'infedeltà verso Dio. O Maria! nostra santa e dolce madre; o Maria! vergine e madre immacolata quanto doveste soffrire voi stessa delle morali sofferenze del vostro sposo! le pene d' entrambi non s'aumentavano forse a vicenda? aggiungete a questo dolore quello cagionatogli dalla momentanea perdita di Gesù; pure pungenti furono al cuore di s. Giuseppe i ripudi toccatigli in Betlemme e probabilmente in Egitto e a Nazareth ... E notate che nel cenno fatto dei patimenti di s. Giuseppe, abbiamo solamente mostrata la parte che gli venne da Dio; perchè la parte interamente volontaria, i sacrifici, e le mortificazioni aggiunte alle prove dategli dalla Provvidenza sono segreti riservati al cielo e all' eternità.

 

III. Noi abbiamo ricordata la dottrina sulla virtù della mortificazione; ne abbiamo pur ora dato un grande e commovente esempio; raffrontiamo adesso la nostra condotta a queste lezioni e a questo modello. A che punto siamo noi in fatto di mortificazione cristiana? La comprendiamo, la pratichiamo noi? Comprendiamo noi forse la sua importanza, i suoi vantaggi, la sua indispensabile necessità, sia per espiare i nostri peccati, sia per prevenire le cadute, sia per progredire nella virtù (perchè ogni atto di virtù soprannaturale è in sè uno sforzo ed un sacrificio) sia per distaccarci dalla terra e renderci più preziose e più care le speranze del cielo, sia infine per somigliare a Gesù Cristo, che ha patito tanto per noi, e dargli con ciò una prova più forte del nostro affetto compassionevole per lui? Lasciamo da parte tutti gli altri motivi che debbono farne accettare le sofferenze, determinarci alle mortificazioni e ai volontari sacrifici; non dovrebbe bastar egli quest'ultimo? Che dunque? Il pensiero e il desiderio di testimoniare a Dio il nostro amore, la nostra profonda riconoscenza per quel che ha fatto a nostro riguardo, la nostra felicità, di contrariar noi stessi e sacrificarci per lui, in memoria di tanti patimenti, e di tanti sacrifici sofferti affrontati per noi, non dovrebbe esserci d'incessante stimolo ed eccitamento a sopportare ogni pena e ad incontrare ogni mortificazione ed ogni sacrificio? Ma ohime! dove siamo quanto alla pratica? che facciamo? che sopportiamo? Non ci sembrano d'insoffribile molestia anche i doveri più essenziali? E la maniera con la quale li compiamo, non palesa la nostra ritrosia e ripugnanza alle contrarietà e al patire? Umiliamoci, riflettiamo, preghiamo.

 

PREGHIERA O s. Giuseppe! voi siete stato dunque martire a imitazione della Santissima Vergine, vostra sposa, regina dei martiri! Voi avete avuto il vostro calvario, e avete subito quella morte lenta della sofferenza e del dolore che nella Santissima Vergine ha sorpassato tutti i tormenti dei martiri. Siate benedetto nostro protettore e nostro padre, poichè avete patito per noi, per nostra salvezza. La paternità adottiva vi costò più lagrime, più preoccupazioni, e tristezze che la paternità reale. Ma il vostro gran cuore prevenuto, sostenuto dalla grazia non venne meno al peso delle vostre prove; voi eravate preparato alle sofferenze con le vostre volontarie mortificazioni, e non avete mai cessato di congiunger le une con le altre. Pregate dunque per me, affinchè io comprenda e segua i vostri esempi.

 

RISOLUZIONI
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando: S. Giuseppe, primo imitatore delle sofferenze di Gesù Cristo pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE
Vedere e scegliere oggi i sacrifici che ci farebbero imitare più perfettamente quelli di s. Giuseppe, tali quali li abbiamo menzionati nella seconda parte della meditazione.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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