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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

12° Novembre

IL BEATO GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO.
Quell'insigne amico dei poverelli e derelitti, il Beato Cottolengo, la cui inesausta carità diede origine, in Torino, a quel miracolo perenne di carità cristiana, chiamato la Piccola Casa della Divina Provvidenza, come conservava in cuore grande fiducia e intenso affetto alla Madre di Dio, cosi pure nutriva una tenera devozione verso San Giuseppe, di cui gloriavasi di portare il nome. Spesso ne parlava ai suoi ricoverati, additandolo come Protettore speciale dei moribondi, ed esortandoli a ricorrere a lui nei loro bisogni. Alla sua festa faceva precedere una novena, durante la quale predicava egli stesso ogni giorno, esaltando i meriti, la potenza e il patrocinio del santo Patriarca. Diceva un illustre personaggio di averlo sentito una volta ragionare intorno alle glorie di San Giuseppe con tanto affetto e pietà, che non si ricordava di aver mai udite cose tanta belle e devote. A questo glorioso Santo il Cottolengo affidò una delle famiglie della Piccola Casa, cioè quella dei giovanetti detti «fratini», i quali per essere privi dei loro genitori, ovvero per essere stati da loro abbandonati, hanno perciò maggior bisogno di protezione e di affetto. Quanto sia benefico San Giuseppe verso coloro che amano soccorrere i poverelli, lo sperimentò il Beato, mentre trovandosi spesso in angustie per sostentare la Piceola Casa della Divina Provvidenza, da lui fondata senza rendite fisse, trovò nel Santo Patriarca un protettore che non mancò mai di aiutarlo, qualche volta anche con inaspettati prodigi. Avvenne una volta che alla fine del mese, dopo aver pagato quasi tutti i suoi creditori, egli rimanesse ancora debitore di dieci mila lire al fornaio. Non potendole pagare subito, domandò al fornaio una dilazione di altri otto giorni, che questi concedette. Nel frattempo, il pio Canonico moltiplicò le sue preghiere presso San Giuseppe; però, nell'ottavo giorno, non vedendosi esaudito, si portò da un ricco commerciante chiedendogli in prestito, per soli dieci giorni, la somma ch'egli doveva al fornaio. «Eccovi appunto le dieci mila lire», soggiunse il negoziante, «ve le impresto volentieri per dieci giorni». «Sia benedetto San Giuseppe», rispose il Cottolengo, ed immediatamente si portò dal fornaio, ed «eccomi, gli disse, mettendo sul suo banco la borsa, sono puntuale a sciogliere il mio impegno». «Ma che fate, signor Canonico», replicò il fornaio, volete forse pagarmi due volte? Or ora è venuto l'uomo da voi mandato e ha pagato le dieci mila lire; vedete qui: nel registro lo scritto del saldo ancor fresco». «Io non ho mandato alcuno», ripigliò il Canonico; «ma di certo l'avrà inviato San Giuseppe». Senz'altro rifece il cammino alla casa del negoziante per rendergli la somma, e gli narrò successo. Questi allora gli disse: «Credete voi ch'io non possa donare alla vostra povera Casa diecimila lire? In questo momento ne ho guadagnate altrettante. Io non ho più diritto di ritogliere denari toccati dalle vostre mani». Così sovveniva San Giuseppe a quel grande benefattore dei poveri, che fu il Beato Giuseppe Cottolengo. 

 

PREGHIERA DI SAN FRANCESCO DI SALES A SAN GIUSEPPE 
Gran Santo! servo prudente e fedele di Dio, prescelto al governo di sua famiglia per conservare e proteggere la vita di Gesù Cristo, per consolare ed assistere la santa sua Madre, e cooperare in tal guisa all'opera della Redenzione; Voi che aveste la sorte di vivere con Gesù e Maria, casto Sposo della Madre di Dio, modello e patrono delle anime pure, umili, pazienti e interiori, lasciatevi muovere dalla fiducia che ripongo in Voi, ed accogliete favorevolmente la mia preghiera. Ringrazio Dio dei favori singolari che si compiacque accordarvi, e Vi prego, ottenetemi le virtù da Voi praticate. Deh! gran Santo, pregate per me, e per l'amore che portaste a Gesù e Maria e per quello che Gesù e Maria hanno portato a Voi, ottenetemi di vivere e di morire nell'amore di Gesù e di Maria. 

 

FIORETTO: — Un Pater, Ave e Gloria allo Spirito Santo : se Dio ti chiede un sacrificio, non rifiutarti.

 

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