Le
parole di Papa Francesco sulla Famiglia
La
vocazione del custodire è l’aver cura l’uno dell’altro nella
famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si
prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi
dei genitori. Ed è il vivere con sincerità le amicizie, che sono
un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene.
In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo. Ed è una
responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di
Dio!
(..)
Gesù fa incontrare e unisce le generazioni! Egli è la fonte inesauribile
di quell’amore che vince ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza.
Nel vostro cammino familiare, voi condividete tanti momenti belli: i
pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i
viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca
l’amore manca la gioia, e l’amore autentico ce lo dona Gesù: ci offre
la sua Parola, che illumina la nostra strada; ci dà il Pane di vita, che
sostiene la fatica quotidiana del nostro cammino. (02-02-14)
(...)
cosa intendiamo per “amore”? Solo un sentimento, uno stato
psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di
solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che
cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una
casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui
significa favorire e aiutare la crescita. Cari fidanzati, voi vi state
preparando a crescere insieme, a costruire questa casa, per vivere insieme
per sempre. Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e
vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio. La
famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si
costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di
sostegno. Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche
l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per
favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del
provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura
del provvisorio. Questo non va! Dunque come si cura questa paura del
“per sempre”? Si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù
in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi -
passi piccoli, passi di crescita comune - fatto di impegno a diventare
donne e uomini maturi nella fede. Perché, cari fidanzati, il “per
sempre” non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è
riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e
sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Mi viene in
mente il miracolo della moltiplicazione dei pani: anche per voi, il
Signore può moltiplicare il vostro amore e donarvelo fresco e buono ogni
giorno. Ne ha una riserva infinita! Lui vi dona l’amore che sta a
fondamento della vostra unione e ogni giorno lo rinnova, lo rafforza. E lo
rende ancora più grande quando la famiglia cresce con i figli. In questo
cammino è importante, è necessaria la preghiera, sempre. Lui per lei,
lei per lui e tutti e due insieme. Chiedete a Gesù di moltiplicare il
vostro amore. Nella preghiera del Padre Nostro noi diciamo: “Dacci oggi
il nostro pane quotidiano”. Gli sposi possono imparare a pregare anche
così: “Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano”, perché
l’amore quotidiano degli sposi è il pane, il vero pane dell’anima,
quello che li sostiene per andare avanti. E la preghiera: possiamo fare la
prova per sapere se sappiamo dirla? “Signore dacci oggi il nostro amore
quotidiano”. (...) Più vi affiderete a Lui, più il vostro amore sarà
“per sempre”, capace di rinnovarsi, e vincerà ogni difficoltà
(14-02-2014)
(...)
Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste
difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di
Dio. La fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode ci mostra che Dio è
là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove
scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma Dio è anche là
dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e
sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari. Quest’oggi
il nostro sguardo sulla santa Famiglia si lascia attirare anche dalla
semplicità della vita che essa conduce a Nazareth. E’ un esempio che fa
tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità
di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza,
l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco. Ricordiamo le tre
parole-chiave per vivere in pace e gioia in famiglia: permesso, grazie,
scusa. Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede
“permesso”, quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a
dire “grazie”, e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto
una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace
e c’è gioia. Ricordiamo queste tre parole. Ma possiamo ripeterle tutti
insieme: permesso, grazie, scusa. Vorrei anche incoraggiare le famiglie a
prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società.
L’annuncio del Vangelo, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie,
per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana. Invochiamo con
fervore Maria Santissima, la Madre di Gesù e Madre nostra, e san
Giuseppe, suo sposo. Chiediamo a loro di illuminare, di confortare, di
guidare ogni famiglia del mondo, perché possa compiere con dignità e
serenità la missione che Dio le ha affidato. (29-12-2013)
**
leggi anche permesso,grazie,scusa**
(...)
la famiglia, è la cellula fondamentale della società umana. Fin dal
principio il Creatore ha posto la sua benedizione sull’uomo e sulla
donna affinché fossero fecondi e si moltiplicassero sulla terra; e così
la famiglia rappresenta nel mondo come il riflesso di Dio, Uno e Trino.
La
nostra riflessione avrà sempre presente la bellezza della famiglia e del
matrimonio, la grandezza di questa realtà umana così semplice e insieme
così ricca, fatta di gioie e speranze, di fatiche e sofferenze, come
tutta la vita. Cercheremo di approfondire la teologia della famiglia e la
pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali.
(...)
La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata, e quello che ci è
chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una
famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la
vita del mondo, per il futuro dell’umanità. Ci viene chiesto di mettere
in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a
viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà.
(20-02-2014)
"Io
sempre ai novelli sposi do questo consiglio: litigate quanto volete, se
volano piatti lasciateli volare, ma non finite mai la giornata senza fare
la pace." (Assisi, 4-10-2013)
"La
famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale
della terra e luce del mondo, è lievito per la società." (27-10-2013)