Nella
locanda non c'era posto per Giuseppe e per Maria, ma c'era posto nella
stalla: il ricovero delle bestie; anche di un bue e di un asino.
Di
questi due animali non si trova traccia nei Vangeli Canonici, ma li
troviamo all'inizio delle profezie di Isaia, dove è scritto «Il bue
conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma
Israele non conosce, il mio popolo non comprende...»
(1,3).
E'
questa la profezia che ha ispirato la tradizione secondo la quale alla
nascita di Gesù erano presenti un bue e un asino, che riconobbero il
bambino come Figlio di Dio: i più umili fra gli animali domestici, nella
loro semplicità, compresero la verità spirituale che fu invece ignorata
dal re Erode e dai potenti del tempo.
..
.. ..
Nessuna
mente terrena avrebbe mai sospettato che Colui che poteva ordinare al sole
di riscaldare la terra avesse un giorno bisogno di essere riscaldato
dall'alito di un bue e di un asino; che Colui che rivestiva d'erba i campi
potesse esser nudo; che Colui dalle cui mani provenivano pianeti e mondi
avesse un giorno braccia così piccine da non poter raggiungere i musi
degli animali; che i piedi che avevano percorso i colli eterni fossero un
giorno tanto deboli da non riuscire a camminare; che il Verbo Eterno
potesse essere muto; che l'Onnipotenza potesse essere avvolta in fasce;
che la Salvezza potesse giacere in una greppia; nessuno insomma avrebbe
mai sospettato che Dio, al Suo avvento su questa terra, potesse essere
così impotente. Ed è appunto per questo che tanti non lo trovano.
La
Divinità sta sempre dove non ci aspettiamo di trovarla.