FESTE
MOBILI:
TEMPO
DI AVVENTO
IV
SETTIMANA DI AVVENTO: GIOVEDI'
NOVENA
DI NATALE
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LA
PROFEZIA DI SIMEONE
Un
imprevisto pieno di significato accadde nel tempio, prima della cerimonia,
"mentre i genitori vi portavano il Bambino". Scrive san Luca: «A
Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio,
che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo [...] era su di lui»
(Lc 2, 25-26). Molto santo doveva essere, se lo Spirito Santo volle tanto
distinguerlo; e lo distinse all'estremo di colmare la massima aspirazione
di ogni buon israelita, e senza dubbio sua propria: infatti egli aveva
passato l'intero corso dei suoi anni anelando la venuta del Salvatore
annunciato. Proprio a lui lo Spirito Santo aveva "preannunziato che
non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del
Signore", e si era anche preoccupato di spingerlo a recarsi al tempio
nel giorno stesso in cui Maria e Giuseppe vi conducevano il Bambino per
compiere il mandato della legge.
Con grande sorpresa e non poca meraviglia videro, entrando, che un
vegliardo si affrettava loro incontro e, tenero quanto risoluto, prendeva
il Bambino fra le braccia e dava pubblica testimonianza della presenza del
Redentore in mezzo agli uomini, benedicendo Dio per aver compiuto la
promessa fattagli: «I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da
te davanti a tutti i popoli» (Lc 2,30-31). Quindi benedisse anche Maria e
Giuseppe, e, rivolto alla Vergine, profetizzò dichiarando ciò che lo
Spirito Santo gli rese noto riguardo al Bambino e a sua Madre.
San Giuseppe vide Simeone, forse ancora col Bambino in braccio, volgersi
verso la Vergine e fissarla; ascoltò come il vegliardo, in contrasto con
lo splendido avvenire preconizzato al Bambino, "luce per illuminare
le genti e gloria del tuo popolo Israele", sollevava uno angolo del
velo che celava la croce, predicendo che quel Neonato sarebbe stato pietra
di scandalo e segno di contraddizione, rovina di alcuni e salvezza di
altri, e che, in modo misterioso, sua Madre stessa avrebbe dovuto
condividere quel destino. Può darsi che gli sembrasse naturale, logica,
quantunque dolorosa, l'evenienza che, se il Figlio avesse dovuto patire,
la Madre patisse con Lui, compatisse: non poteva, il dolore, infrangere
l'unione che tanto intima e compenetrata si era manifestata nella gioia
della concezione, della nascita, dei sereni anni di Nazaret.
Ecco il futuro di Maria: dovrà partecipare al destino tragico del Figlio
la cui esistenza sarà profondamente ferita e lacerata; il suo essere
madre non le offrirà privilegi ma un prezzo in più da pagare: offrire il
Figlio significa accettare la spada del dolore. Tutta la sua vita di madre
va verso un terribile sacrificio, oscuro, sconosciuto, lacerante, ma di
salvezza per tutti.
Signore,
donaci la costanza di cercarTi instancabilmente come Simeone
e di riconoscere che Tu sei la nostra salvezza.
Gesù, pietra di scandalo e segno di contraddizione,
ci insegni a cercare sempre la verità e l’onestà di cuore,
anche se ci costa sacrificio e ci sembra di remare contro corrente.
Aiutaci, Signore, ad essere testimoni credibili del Tuo amore,
perchè le nostre azioni rivelano i nostri pensieri.
Facci accoglienti come Simeone, che prese tra le braccia quel bambino,
che nella sua tenerezza e fragilità
è la forza rivelatrice del Tuo messaggio d’amore.
Riponiamo in Te le nostre speranze
affinché il Tuo Santo Spirito lavori nel nostro cuore.
Amen
FIORETTO
DEL GIORNO:
Oggi
bacio teneramente la statuina di Gesù Bambino
per
lasciare il tuo nome se oggi hai fatto un fioretto
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