MEDITAZIONE
FUGA IN EGITTO
TESTO. — «.. un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: — Levati, prendi il Bambino e sua madre, fuggi in Egitto e fermati là finché io ti avviserò; perché Erode cercherà del Bambino per farlo morire»
(Matt. II, 13).
1. PRELUDIO. — Rappresentarsi la strada triste e deserta che la Sacra Famiglia segue per andare dall'Asia in Africa, passando per l'antico istmo di Suez.
2. PRELUDIO. — Se mi fosse dato d'essere la tua piccola ancella durante questo lungo viaggio, o Gesù mio, con quale abnegazione e con quale amore servirei la tua santa Madre e il tuo Padre putativo!
1. PUNTO. — La partenza. — Appena l'angelo ha parlato, Giuseppe si alza, dice dolcemente a Maria ciò che bisogna fare e, seguendo l'ordine del Cielo, prende ciò che occorre per il viaggio (essi hanno così poco!), prende soprattutto il Bambino, il caro Bambino, e se ne va con quel dolce tesoro. Essi camminano di giorno, camminano di notte, dormono talvolta nelle case ospitali, talvolta sotto un palmizio o nel cavo d'una roccia. Hanno almeno una modesta cavalcatura per alleggerire tanta fatica? La Santa Vergine porta il piccolo Gesù e di quando in quando Lo rimette a San Giuseppe; peso divino, fardello leggero! Così quando mi comunico, porto Gesù, sono un porta—Cristo (tabernacolo).
2. PUNTO. — L'arrivo. — Eccoli in Egitto, contrada sconosciuta, idolatra; i santi viaggiatori ne ignorano la lingua e gli usi. Essi vi si fermano tuttavia e Giuseppe comincia a lavorare per nutrire la sua santa sposa e il Bambino; ma quante difficoltà per procurarsi lavoro, per vendere, per farsi capire, per provvedere al mantenimento della Santa Famiglia; quante sofferenze!... Gesù ha voluto passare per tutti i dolori, anche per quelli dell'esilio, della fame, dell'angoscia del povero. Presto essi si fanno degli amici perchè sono così buoni, così gentili, così affabili; trovano anche modo di fare l'elemosina, nonostante la loro povertà, a tutti gli indigenti e gli infelici li amano. Gesù,
Maria, Giuseppe, insegnatemi le vostre dolci e salutari virtù; insegnatemi ad amarvi con tutto il cuore.
RISOLUZIONI. — Lavorare sotto lo sguardo di Dio, elevando il mio cuore verso di Lui e perfezionando ciò che devo fare, per la sua gloria.
ESEMPIO.
Lavorate, ovvero occupatevi nelle vostre cose con l'intenzione di servire, e onorare in esse il S. Bambino. Immaginatevi, diceva S. Francesco di
Sales, come la Beata Vergine nostra Signora impiegava dolcemente una delle sue mani alle faccende, mentre dall' altra parte teneva Nostro Signore Bambino sopra il suo braccio. Quel Servo del S. Bambino, S.Francesco di
Sales, si gloriava chiamandosi l'asinello del Bambino Gesù, a cui indirizzava tutte le fatiche della sua vita, che erano, a dire il vero, eccessive; e diceva che desiderava d'essere tritato in minuti pezzi, e che questi fossero altrettanti Francesco, i quali tutti potessero impiegarsi nel patire, per amore del suo Dio Bambinello. In mezzo alle vostre faccende ricordatevi del vostro Diletto, dicendogli alcuna breve giaculatoria come una carezza: "Bambino, mio Bambino, dammi un tantino del tuo amor divino" così soleva dire cantando l'estatico Fr.Giuseppe da
Copertino.
FIORETTO - Ripetere durante il giorno la giaculatoria: O Santissimo Bambino Gesù, aumenta la mia fede.