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GIOVEDI' DELLA QUINTA SETTIMANA

DI QUARESIMA

 

MEDITAZIONE XXXVII 
L'apertura del cuore di Gesù. 

 

Preludio 1. — «Uno dei soldati aprì il suo fianco con una lancia». 

 

Preludio 2. — Immagina di vedere il morto tuo Gesù sulla Croce, ed il soldato che, accostandosi a Lui, vibra con tutta la forza un colpo di lancia nel suo petto, in modo che squarcia e ferisce il suo Cuore. 

 

Preludio 3. — Signore Gesù, ch'io ben comprenda il vostro desiderio, e vi corrisponda con l'entrare spesso nel vostro Cuore dolcissimo e qui meditare le vostre pene, la vostra Carità. 

 

PRIMO PUNTO 
Appena Gesù rese lo spirito «la terra tremò e le pietre si spezzarono. Ed i monumenti si aprirono: e molti corpi dei Santi, che si erano addormentati, risuscitarono». I Giudei rimasti sul Calvario, colpiti da terrore «se ne tornavano a casa picchiandosi il petto». «Il velo del tempio, che nascondeva il Sancta Sanctorum, si squarciò in due parti da cima a fondo». «Nello stesso tempo si udivano voci misteriose: «Usciamo di quà» con rumori di passi precipitosi, che allontanavansi dagli atrii ormai spogli di arcano». I soldati rimasti sul Calvario, «veduto il terremoto e le cose che accadevano, ebbero gran timore e dicevano: Veramente costui era Figliuolo di Dio». Dopo una prima commozione di spavento, i pontefici ritrovarono abbastanza spirito per far fronte alle necessità del momento. Era legge, presso di loro, che il cadavere del condannato non dovesse rimanere sul legno della Croce, ma fosse sepolto lo stesso giorno, riguardando il condannato come una contaminazione per la società; era anche prossima la Pasqua, e il gran giorno d'allegrezza non doveva essere funestato dal spettacolo funereo delle salme dei crocifissi. Ma i due ladri non erano ancor morti; «pregarono, quindi, Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via». Ottenuto il permesso «vennero i soldati, e ruppero le gambe al primo e all'altro che era stato crocifisso con Gesù. Ma quando furono da Gesù, quando videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, verificandosi la profezia: «Voi non spezzerete alcuna delle sue ossa». Uno dei soldati, invece, chiamato Longino, si fece avanti e vibrò con tutta forza un colpo di lancia nel petto di Gesù, di modo che il ferro, entrato dal lato sinistro, uscì dal lato opposto. Dalla ferita «subito uscì sangue ed acqua» . Il petto di Gesù fu squarciato con ferita così grande e profonda che il suo Cuore vulnerato si rese visibile, di modo che Tommaso poteva vederlo e introdurvi la mano. Non senza una ragione permise Gesù questa lanciata nel suo petto. Dopo aver sofferto tante pene e tanti dolori, volle mostrarci la causa, il motivo che l'aveva condotto a tale immolazione. La causa, il motivo non era altro che l'infinita sua carità per gli uomini, carità resa sensibile col mostrarci il suo Cuore dolcissimo, simbolo d'amore. Con questo ti dice: «Appressati, e in questo Cuore ferito vedi l'amore infinito che io ti porto, amore che mi spinse a tanti sacrifici, a tante umiliazioni». 

 

SECONDO PUNTO 
Vieni sempre dinanzi a Gesù, raccogliti ai suoi piedi e mira continuamente il suo petto squarciato, il suo Cuore dolcissimo. Contemplando il suo Cuore ferito per amor tuo, imparerai a meglio conoscere, amare, imitare Gesù, nelle quali cose consiste la vera devozione a Gesù Crocifisso. Conoscerai meglio Gesù Crocifisso. Se tu considerassi solo le pene e sofferenze esteriori del tuo divino Maestro; senza entrare nel suo Cuore e considerarli l'interno, non avresti di Gesù Crocifisso che una cognizione imperfetta; poiché non conosceresti i motivi, le ragioni che spinsero Gesù a soffrire tanto. Ma se tu entri nel Cuor suo, ecco che la tua cognizione diviene perfetta; poiché se consideri la Croce, subito pensi anche che è il Cuor suo, la sua carità che ve l'ha confitto; se guardi la corona di spine, tu vedi che l'amore ha intessuto quella corona e gliel'ha messa sulla testa. Se consideri il suo corpo pesto e flagellato entrando nel suo Cuore, tu vedi che il desiderio di espiare le tue colpe sottomise Gesù a così barbara carneficina. Di più: molte pene di Gesù non sono scritte a lettere di sangue sulla Croce, perché pene interne, per altro più terribili delle pene corporali. Entrando nel Cuor suo conoscerai queste pene, che altrimenti ti resterebbero ignote. Quale pena per il Cuor di Gesù l'essere tradito da un apostolo, da un altro rinnegato, da tutti abbandonato! Essere insultato da un popolo, che Egli aveva sempre beneficato; essere da questo popolo posposto a Barabba; vedere la Madre sua nel massimo dolore, vedere le molte anime che non avrebbero approfittato della sua redenzione, trovarsi abbandonato dal Padre! Che pene amarissime! Queste non le conoscerai se non internandoti nel suo Cuore dolcissimo. La contrizione, il dolore per i peccati di cui si era ricoperto, oh come furono intensi in Cristo Gesù! Il dolore cresce a dismisura in un cuore quanto la cognizione della malizia del peccato é maggiore e quanto é più perfetto l'amore per Iddio e per l'anima; ora, chi più di Gesù poteva conoscere la malizia della colpa ed amare il Padre suo e le anime nostre? Chi, dunque, potrà misurare la sua pena, il suo dolore, la sua contrizione? Questa fu tale che gli avrebbe cagionato la morte, se la sua divinità non l'avesse sostenuto. Ebbene, come conoscere questa intensa contrizione se non entri nel Cuor suo ed in esso non la mediti? Appressandoti, quindi, al Cuor di Gesù, che ti è aperto dinanzi, conoscerai meglio Gesù, crocifisso per amor tuo. Amerai di più Gesù Crocifisso. — Se tu consideri la passione di Gesù senza meditare l'amore che ve lo conduce, il tuo cuore resta freddo e chiuso. La giustizia di Dio, che colpisce spaventevolmente la vittima, perché carica delle tue colpe, che sono le tue, e che ti fecero il carnefice di Gesù, ti suscitano sdegno nel cuore; tante piaghe, umiliazioni, ti suscitano compassione, tristezza. Ma perché si apra il tuo cuore, perché si infiammi, che cos'é necessario? Che tu possa dire: «Il mio amore è crocifisso! Ecco che cosa ha sofferto per amor mio, ed ecco cosa io ho fatto contro il mio amore!». L'amore che perdona, l'amore che invita, l'amore che cresce col crescere degli oltraggi e delle umiliazioni, e persevera e si ravviva ancor più nella morte, quanto amore suscita nel cuor tuo! Allora tu ti getti nelle braccia stesse di Gesù, stese per abbracciarti; ti avvicini al capo chino di Gesù, chino per baciarti; ti chiudi in quel Cuore aperto per riceverti ed amarti; ti stringi a quel Corpo sacrificato per la tua redenzione. La tua carità, il tuo amore diviene forte come la morte, e tu gridi, come l'Apostolo, che nessuna cosa può separarti da Gesù. E perché? Perché hai considerato le pene del tuo Gesù, tutte le sue sofferenze, le sue umiliazioni, e le hai considerate nel suo Cuore, nel suo amore: Charitas Christi urget nos!. Imiterai il tuo Gesù Crocifisso. Non basta amare Gesù, bisogna imitarlo. «Cristo patì per noi, dice l'Apostolo Pietro, lasciando a voi l'esempio, affinché le vestigia di Lui seguiate». Ora: l'amore tuo che, appressandoti al Cuore di Gesù, si è riacceso, si è reso forte, ti spinge all'imitazione. E' proprio dell'amore fondere i cuori, renderli simili. Appressandoti al Cuor di Gesù, tu vedi come l'amore per te l'ha spinto all'immolazione, alla crocifissione; e l'amore che ti cresce nel cuore ti spinge ad immolarti ed a crocifiggerti per l'Amore tuo immolato, crocifisso. L'Apostolo, che considerava le immolazioni e le sofferenze di Gesù nel Cuore di Lui, nel suo amore, come amava intensamente il suo Gesù, così lo ricopiava, crocifiggendosi per amor suo, e diceva: «Con Cristo sono confitto in Croce!». Questo avverrà anche di te, se ti appresserai al Cuor aperto di Gesù. In Esso mediterai le sue pene. 

 

TERZO PUNTO 
Ti avvicini tu a Gesù, entri nel suo Cuore dolcissimo quando mediti la sua dolorosa Passione? Ma, allora, perchè è così superficiale la cognizione che hai delle sue pene, dei suoi dolori? Una minima cosa basta per distrarti dalla meditazione di Gesù Crocifisso! Sei occupato in essa e non senti nulla, sei freddo, sei ghiaccio. Quante volte tu stesso lo affermi! Ah! è segno che consideri solo superficialmente le pene di Gesù, ma non entri nel suo Cuore, non penetri profondamente le sue pene interne. Se tu avessi questa cognizione profonda, e l'avresti se ti addentrassi nel Cuor suo, la Passione di Gesù ti occuperebbe continuamente! S. Luigi Gonzaga con sforzo doveva togliere il pensiero da essa, perchè Gesù Crocifisso formava sempre l'oggetto dei suoi pensieri. — Conosci, mediti tu le pene interne del Cuor di Gesù? Hai meditato il suo timore, la sua noia, la sua tristezza, la sua contrizione, il suo dolore? E come, dunquei hai così poco dolore delle tue colpe, che furono causa di tante pene a Gesù? Pieno della cognizione di Gesù Crocifisso, San Leonardo da Porto Maurizio con grande dolore ripeteva sempre: «O Gesù! Se Voi avete tanto patito, è perché io ho tanto e tanto peccato!...» La parola moriva poi sulle sue labbra, e, stringendosi al Crocifisso, lo bagnava con le sue lacrime. — Entri nel Cuore dolcissimo di Gesù quando mediti la sua Passione?... Ma perché, allora, ami così poco il tuo Gesù? Perché a Lui non sai volgere un pensiero, un affetto, una parola? Perché non è che col libro in mano che formi atti di carità? E' possible accostarsi al fuoco e non sentirne calore e non bruciare? Ora, fuoco e fuoco intenso d'amore è il Cuor di Gesù, e se sei freddo, se sei sterile, è perché non entri in questo Cuore, perché non mediti l'Amore crocifisso! S. Paolo, che considerava quest'Amore Crocifisso, gridava: «Io son sicuro che nè la morte, nè la vita, nè gli angeli, nè i principati, nè le virtù, nè ciò che ci sovrasta, nè quel che ha da essere, nè la fortezza, nè l'altezza, nè la profondità, nè alcun'altra cosa creata, potrà dividerci dalla carità di Dio, la quale è in Cristo Gesù Signor nostro». Tu; invece, per una minima cosa, quante e quante volte dimentichi il tuo Gesù e lo posponi perfino alle creature. Ah! non entri nel Cuor di Gesù, non mediti l'Amore Crocifisso! Ecco, anche il motivo per cui lo imiti così poco! La carità infinita che gli ardeva nel Cuore spingeva Gesù a sacrificarsi, ad immolarsi per te. Ora, la carità per Gesù ti spinge a crocifiggerti continuamente per amor suo? Ma perché ti lamenti di quelle sofferenze, fuggi quel sacrificio, ti inquieti per quell'umiliazione e non sai sopportare in pace neppure una parola per il tuo Gesù? Ah! non mediti il Cuor di Gesù, l'Amore Crocifisso! I Santi, che s'internavano in questo cuore, altro non bramavano che d'essere crocifissi per Gesù. Francesco di Mendoza, Vescovo di Burgos, compassionava San Ignazio, gettato, per sospetti ingiusti, nelle prigioni di Salamanca. Il Santo gli rispondeva: «Se l'amore di Gesù è nel vostro cuore, comprenderete facilmente quale gioia sia, a nessuna gioia terrena paragonabile, il soffrire per Gesù. Io vi assicuro che non vi sono tante catene di ferro in Salamanca quanto io ne desidero, e ancora più, per l'amore di Colui all'onore del quale io porto quelle che ora mi tengono avvinto». Hai tu i medesimi pensieri e sentimenti dei Santi? Oh! entra nel Cuor aperto di Gesù, medita l'Amore Crocifisso, ed anche tu desidererai ardentemente di essere crocifisso per Lui.

 

ORAZIONE. — Signore Gesù, non foste contento di sacrificarvi per me sulla Croce, permettendo che il vostro Corpo fosse ridotto ad una sola piaga, ma, anche dopo la morte, voleste che il vostro petto fosse squarciato, ed il vostro Cuore ferito ed aperto, per prepararmi un asilo, un luogo di rifugio, per mostrarmi la carità ardente che vi spinse ad immolarvi per me. Signore Gesù, nella mia grande miseria, a Voi mi avvicino, e, pieno di fiducia per tanta vostra bontà, entro nel vostro Cuore! In questo Cuore seppellisco le mie miserie, le mie debolezze. In questo Cuore voglio meditare le vostre pene, la vostra grande carità. Signore Gesù, accendete il povero mio cuore con quella carità di cui arde il vostro, sicché da Voi mai più mi separi! Fate che, contemplando l'amore che vi spinse a sacrificarvi per me, anche nel mio cuore si riaccenda e si ravvivi sempre più quella fiamma, che mi spinga ad immolarmi per Voi. 

 

GIACULATORIA. — Cor Jesu, lancea perforatum, miserere nobis. Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, abbi pietà di noi.

 

(Tutti i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro Bergamaschi)

 

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