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FESTE MOBILI:

 

GIOVEDI' DELLA SECONDA SETTIMANA

DI QUARESIMA

 

 MEDITAZIONE XVI 
La cattura di Gesù Cristo nell'orto. Gesù sacrifica la sua libertà.

 

Preludio 1. — «Si è offerto perché Egli ha voluto. Ha amato me, e ha dato la sua vita per me nelle mani dei suoi nemici». 

 

Preludio 2. — Rappresentati la scena dell'orto. Gesù va incontro ai nemici suoi, si dà liberamente nelle loro mani; ed essi lo legano, e lo stringono come un malfattore. 

 

Preludio 3. — Signore Gesù, che anch'io possa sacrificare la mia libertà per Voi! insegnatemi il modo pratico di farlo. 

 

PRIMO PUNTO 
L'uomo non volle sacrificare la sua libertà, sottoponendosi alla legge del Signore, e con questo offese il suo Dio e cadde nella schiavitù del demonio; ora Gesù sacrifica la sua libertà, espia così la colpa nostra, e spezza quelle catene che ci avvinghiavano a Satana. Il racconto che il Vangelo fa della cattura di Cristo ci mostra come liberamente Gesù si è dato nelle mani dei nemici suoi. Gesù, infatti, va loro incontro, e dice: «Chi cercate? Gli risposero: Gesù Nazareno. Disse loro Gesù: Sono io». Questa parola così semplice, così modesta, fu un fulmine per quelli che l'udirono; all'istante tutta quella coorte e famigliari dei sacerdoti e ribaldi caddero per terra: «Com'ebbe detto: Sono io, diedero indietro, e stramazzarono per terra». Con questo Gesù volle mostrare precisamente che, se avesse voluto, con la semplice sua parola onnipotente si sarebbe da loro liberato, e in tanto lo potevan prendere in quanto spontaneamente si metteva nelle loro mani. Infatti disse loro: «Come per un ladrone, siete venuti con spade e bastoni per pigliarmi». Quanto siete stolti a venire con così grande apparato di armi e di armati a prendere un inerme, che volonteroso, come vedete, si dà nelle vostre mani. «Ogni giorno io stavo tra voi sedendo nel Tempio ad insegnare», dove voi la fate da padroni. Avevate una grande volontà di catturarmi, ma «non mi avete preso», perchè vi mancava il potere di farlo, e vi mancava perchè io non lo volli. Anche ora, quindi, non potreste se io non volessi. Ma via, fate pure, «che questa, è ormai l'ora vostra, e la potestà delle tenebre». I soldati e gli sgherri subito si prepararono a catturare Gesù, e già cercano di mettere la mano sopra di Lui. Pietro allora si riscuote, ricorda le parole dette al Salvatore, e si fa innanzi per difenderlo. Prende la spada, che aveva portato con sè, scarica un colpo sulla testa di uno di coloro, e gli recide un'orecchia. Ma Gesù non vuole difese, vuole, anzi, che la volontà del Padre si compia, vuole morire liberamente per noi. Dice, quindi, a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero. Non berrò io il calice datomi dal Padre?. Pensi tu forse, che io non possa pregare il Padre mio, e mi appresterebbe ora più di dodici legioni di Angeli?. Toccata poi l'orecchia di Malco, la risanò». Spontaneamente Gesù si dà, quindi, nelle mani dei nemici suoi, e sacrifica la sua libertà. Ecco che la ciurmaglia di quei ribaldi si butta su Cristo Gesù. Gli sgherri, gli gettano funi al collo, come ad una fiera, e legano fortemente alle braccia e alla vita il mansuetissimo Gesù, che, come agnello, si lascia da loro e legare e stringere. Eccolo Gesù, come uno schiavo, nelle mani loro. Sacrifica la sua libertà, ed intanto libera noi della schiavitù di Satana. Sacrifica la sua libertà, e così spezza in noi i vincoli del peccato e della morte. «L'anima nostra è stata sciolta qual passera dal laccio dei cacciatori; il laccio è stato spezzato, e noi siamo stati liberati». O preziosa, o cara libertà di che il nostro amoroso Salvatore ci ha regalati.

 

SECONDO PUNTO 
Gesù per tuo amore si rese schiavo, sacrificò la sua libertà; non troverai giusto, conveniente sacrificare anche tu, per amor suo, la tua libertà? — Ma in che modo, dirai? — Ecco: tu porti scritta nel tuo cuore una legge! Cristo stesso l'ha confermata e svolta, e ti ha data altresì la sua; di più, hai la legge della Chiesa, che da Cristo ricevette il potere di sciogliere e legare. Queste leggi vincolano, incatenano la tua libertà. Per amore di Cristo, sacrificala, quindi, volentieri, né trasgredisci di un punto queste leggi. Se vuoi l'eterna tua salute, vi sei obbligato. Ti dice, perciò, Gesù: «Se mi ami, osserva i miei comandamenti». Tu sei chiamato da Dio alla perfezione e santità in un modo speciale; devi essere, quindi, più generoso con Gesù, e sacrificare ancor più la tua libertà. — Che fare? I maestri di spirito ti consigliano di formarti un metodo di vita, un regolamento. In questo devi determinare i difetti da correggere, specialmente il dominante, le virtù da conseguire, le tue pratiche di pietà, le intenzioni con le quali accompagnare le tue azioni, le tue speciali devozioni, e via via. Questo non a caso o a capriccio, ma sotto la dipendenza di un savio ed illuminato direttore; e poi proporti la più scrupolosa osservanza. Nulla di meglio per arrivare presto alla perfezione, compiendo così i doveri tuoi con facilità, perfezione, merito e costanza. Ed ecco la tua libertà incatenata, sacrificata per amore di Gesù. Di questo metodo di vita dice, quindi, San Bernardo: «O giogo di santo amore, come dolcemente stringi, gloriosamente leghi, soavemente premi, con diletto pesi!». S. Luigi, S. Giovanni Berchmans, oltre alle loro regole, s'erano formati il metodo di vita in quelle cose in cui la regola dava libertà; la fecero approvare dal direttore di spirito, e la osservarono sì fedelmente da non permettersi un'Ave Maria senza il permesso del loro Padre. — Vivi in comunità? Hai la regola, che incatena la tua libertà. Come la devi sacrificare con l'osservanza della regola! In ogni momento devi essere là dove la regola ti chiama, devi compiere quelle azioni che la regola ti prescrive, anche se non sono di tuo gradimento, devi disimpegnare quegli uffici, attendere a quegli studi, o all'orazione, serbarti in silenzio ecc. Si può dire che mai fai la tua volontà, che sacrifichi sempre la tua libertà. Con questo, quanto divieni caro al tuo Gesù, e quante grazie su di te fai discendere! Con questo rinneghi te stesso, porti la croce ogni giorno, imiti, e, quindi, segui Gesù. Ancor tu ti puoi chiamare prigioniero di Gesù Cristo. Ecco, come sacrificare, per amore di Gesù, la tua libertà! 

 

TERZO PUNTO 
Sacrifichi tu la tua libertà? Ti sottoponi alla legge di Cristo e della Chiesa «con cuore grande ed animo volonteroso?». Non devi lamentare mancanze e mancanze frequenti in proposito? — Hai tu un metodo, un regolamento di vita, conforme alla tua vocazione, e se sei in comunità, conforme alle tue regole? Vivi forse a caso, per abitudine, senz'ordine? Niente di più funesto per la cristiana perfezione. Questo metodo l'hai mostrato a chi ti guida, ne hai ottenuto l'approvazione?... L'hai osservato, sei sempre ad esso fedele? Non ti lasci vincere dalle difficoltà, che specialmente sul principio puoi provare? Senti che cosa ti dice S. Bernardo: «Da principio il regolamento ti sembrerà un giogo insopportabile; col tempo, quando vi sarai abituato, lo troverai meno pesante; in seguito, non lo terrai neppur per peso; più avanti non lo sentirai, anzi straordinariamente ti diletterà». — Vivi in comunità?... Ebbene, come sacrifichi la tua libertà? Osservi le tue regole? Le hai osservate e le osservi costantemente? Ahimè! quante e quante mancanze forse non troverai! Forse anche al presente la tua vita è come un'altalena; ora sei osservante, ora trascurato. Forse ti dimentichi delle regole come se neppur le avessi. — Le osservi, universalmente?... Quante volte forse ti sei permesso di rompere il silenzio perchè dicevi cosa da poco! Quante volte hai distinto tra regola e regola! Quante volte hai tenuto presso di te cose dalla regola proibite? — Le osservi perfettamente? Quante circostanze di regola trascurate! Ora il luogo, parlando dove è imposto il silenzio; ora il tempo, compiendo quelle cose, ma non nel tempo assegnato dalla regola. — Le osservi generosamente?... Quante volte ti fai pesare la regola! Quante volte l'hai a sdegno, la sfuggi! Mai, forse, l'osservi con gioia! Vedi? Gesù per amor tuo sacrifica la libertà sua, la sua vita nelle mani di nemici crudelissimi, e tu non sai sacrificare la tua libertà sottoponendoti a piccole cose, che ti sono comandate. — In qualunque posizione ti trovassi quante volte accadrà che, mentre stai facendo cosa a te carissima, il prossimo tuo, il tuo fratello ti viene ad interrompere, perchè ha bisogno del tuo aiuto. Ebbene, come sacrifichi allora la tua libertà?... lo fai generosamente?... Medita la condotta del tuo Gesù, confrontala con la tua, e proponi. 

 

ORAZIONE. — Ricevete, o Signore, Gesù, la povera mia lode, come segno di riconoscenza per quello che avete fatto per me. Voi avete spezzato le catene, che mi tenevano avvinto a Satana, sottoponendovi liberamente alla vostra cattura nell'orto; e per questo vi lodo, vi benedico, e spero lodarvi e benedirvi in eterno. Per il sacrificio che avete fatto della libertà vostra, rompete sempre le catene dei miei abiti cattivi, liberatemi dalla servitù delle mie passioni, e non permettete giammai, che, per il peccato mortale, io ritorni sotto il dominio del demonio, da cui Voi m'avete liberato per vostra misericordia infinita. Confidando nella bontà vostra, vi prometto di non vivere più secondo i miei capricci, ma di sottomettermi pienamente a quel metodo, che mi mostrerete più conforme alla vocazione che mi deste. Propongo di osservare con la massima diligenza le mie regole, contento di sacrificare così, in ogni momento, la mia libertà per vostro amore. Ch'io mai più mi separi dall'amor vostro, o mio Gesù! Legate il mio povero cuore col vostro Cuore, così pieno di ardentissimo amore per me. Bacio con santo e riverente affetto le funi e le catene che vi strinsero, e vi supplico di stringermi con esse sempre più a Voi, sicché sia sempre vostro prigioniero: vinctus Christi! 

 

GIACULATORIA. — Cor Jesu, ne permittas me separari a te. Cuore di Gesù, non permettere che mi separi da te.

 

(Tutti i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro Bergamaschi)

 

LITANIE DEL PENTIMENTO

 

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