MEDITAZIONE XV
La cattura di Gesù Cristo nell'orto. Mansuetudine del Cuore di Gesù verso Giuda.
Preludio 1. — «Giuda, accostatosi a Gesù, disse: «Dio ti salvi, o Maestro»; e lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, a che fine sei venuto?... Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?».
Preludio 2. — Immagina di vedere Gesù abbracciato e stretto a Giuda rendergli il bacio: immagina ancora di sentire le loro parole.
Preludio 3. — Cuore dolcissimo di Gesù concedetemi la grazia di ben conoscere la vostra mansuetudine di imitare il vostro esempio!
PRIMO PUNTO
Se tu fossi stato al posto di Gesù, al trovarti di fianco continuamente il traditore che avresti fatto mai? Forse saresti passato subito al castigo, l'avresti per lo meno da te allontanato. Gesù no! Gesù pazienta, lo sopporta continuamente e lo benefica sempre. L'ammonisce ancora, e con quanta bontà! Vedendo la durezza del cuor di Giuda, ne aveva parlato anche pubblicamente, cioè con i suoi Apostoli; mai, però aveva rivelato il nome del traditore; sicché essi contristati, temendo di sé, domandavano al Redentore chi mai fosse. Che se lo rivelò nella cena a Giovanni ed a Pietro, per mostrare ch'Egli già tutto conosceva, lo fece senza nominarlo. Quanta bontà, quanta pazienza, quanta mansuetudine del Cuor di Gesù verso Giuda! Questa mansuetudine la vedi ora, in modo mirabile, nell'orto degli olivi. Giuda aveva detto ai nemici di Cristo: «Colui che io bacerò è esso; prendetelo»; ed ecco Giuda, che si accosta a Gesù per baciarlo. E Gesù Cristo che fa? Che dice Egli mai? Gesù Cristo che tutta vede la nerezza di quel cuore indiavolato, di quella infernale natura, e tutta misura la profondità della sua malizia, Gesù Cristo, invece di uno sguardo tremendo, di una voce minacciosa, che lo confonda e lo fulmini, rivolge a Giuda un'occhiata pietosa, una parola di mansuetudine, di dolcezza, di pace, che lo converta. Poichè: «Giuda, gli dice, amico mio. tu qui? ed a che sei venuto qui?» Chi si sarebbe mai aspettata in tal momento, dalla bocca del Dio vilipeso, del Salvatore tradito, una parola di tanta soavità e di tanto amore? Il traditore è conosciuto, il tradimento è scoperto, e Giuda si avanza a suggellarlo con la più nera perfidia. E Gesù? Gesù lo dice ancora suo amico: «Amice, ad quid venisti?». Come una madre amorosa, scorgendo vicino a cadere il suo
figliuolino, corre, vola ad arrestarlo sull'orlo del precipizio, così Gesù Cristo, vedendo il suo infelice discepolo sul punto di consumare col suo peccato la sua riprovazione e di piombar nell'inferno, discende con esso a tutti i tratti della più tenera carità... non si scosta da lui, non torce il viso, non allontana la fronte; ma va Egli stesso incontro a Giuda, sopra di lui si piega, e stende le braccia all'amplesso, la bocca al bacio. Ammira la mansuetudine, del Cuor di Gesù! — Ma Giuda non si piega, non si converte. Allora Gesù a lui: «Giuda, con un bacio tu mi tradisci?». Quanta bontà in questo rimprovero! Lo chiama per nome, per mostrargli la sua premura, la sua affezione, il suo desiderio di vederlo ravveduto e salvo. Non gli, dice: «Tu tradisci il Figlio di Dio», per non spaventarlo con l'idea della sua potenza e della sua giustizia; ma «Tu tradisci il figlio dell'uomo», per sempre meglio attirarlo nella memoria della sua mansuetudine e della sua bontà. In più: per muovere quel cuore Gesù rende il bacio. Gran cosa! Quanti Santi avrebbero ricevuto volentieri da Gesù un bacio, come la più preziosa ricompensa della loro fedeltà e delle loro fatiche, e non l'hanno ricevuto! Giuda fu l'oggetto d'un tale favore!. Vedi la mansuetudine del Cuore di Gesù verso il traditore! Se l'inferno fosse un luogo di delizie, con quale gioia Giùda potrebbe dire: «Solo fra tutti gli uomini io ho stretto a me Cristo Gesù, io l'ho abbracciato, ho messo il mio cuore sul suo Cuore, il mio petto a contatto col suo, i miei occhi vicino ai suoi, le mie labbra sulla sua bocca». E in realtà questo favore è superiore a tutti quelli che furono accordati ad altri; sia alla Maddalena, che strinse e baciò i piedi del Saltatore; sia a Tommaso, che toccò il suo Costato; sia a S. Giovanni Evangelista, che riposò sul suo Cuore. Mirabile mansuetudine di Gesù! Per altro, questa grazia privilegiata non è per Giuda che un soggetto di vergogna, e l'occasione di una più terribile dannazione. Mostruosa malizia di Giuda!
SECONDO PUNTO
Anche tu devi imitare la mansuetudine di Cristo Gesù. E' necessario: «imparate da me, disse il Salvatore, che sono umile di cuore e mansueto». Puoi esser cristiano se non sei discepolo di Cristo Gesù? Puoi esser discepolo di Cristo se non ascolti e non metti in pratica le sue lezioni? Egli ci dà lezioni meravigliose sopra tutte le virtù; ma la mansuetudine e l'umiltà sono quelle ch'Egli vuole particolarmente impariamo da Lui. Scrive quindi S. Francesco di
Sales: «La dolcezza e l'umiltà sono la base della pietà». Ed ancora: «Procurate di praticare con diligenza l'umile dolcezza con tutti, perché' questa è la virtù delle virtù, che Dio ci ha tanto raccomandata». — E' vantaggioso. Con la mansuetudine possederai il cuore di Dio. Il Signore è un Dio di pace, e nei cuori dove regna la pace stabilisce il suo trono. Non si ritrova Dio nelle agitazioni di un cuore commosso ed iracondo. Ai mansueti comunica i suoi più rari favori. Mosè, infatti, fu il più favorito di tutti gli uomini, perché, come osserva la S. Scrittura, fu di tutti gli uomini il più mansueto. — Con la mansuetudine possederai il cuore degli uomini. Non vi è animo tanto feroce, che non sia guadagnato dalla mansuetudine; non v'è alcuno tanto iracondo, che da essa non resti placato. L'ira più violenta, dice lo Spirito Santo, non può resistere ad una parola piacevole ed obbligante. Come, infatti, non amare un uomo che, invece di rendere male per male, non dice neppure una parola pungente, non difende nemmeno la verità con troppo ardore, non sostiene con ostinazione i propri diritti; ma vuol piuttosto perdere il suo avere che la sua mansuetudine, e non corrisponde alle ingiurie se non beneficando? — Con la mansuetudine possederai te stesso, il tuo cuore. Tu scorgerai in esso, come in un'acqua pura e chiara, tutti i moti che si sollevano; e siccome nè passione alcuna in te avrà dominio, sarai padrone di tutti i tuoi moti; non ve ne sarà alcuno che contro il tuo ordine si solleverà, e nessun moto dal cuor tuo uscirà se non per tuo comando. «Imparate da me, che sono mansueto ed umile di cuore, e troverete riposo alle anime vostre». — Con la mansuetudine possederai la terra, cioè il Cielo, chiamato più volte nelle Sacre Scritture terra dei viventi. — Se sei Sacerdote, poi, quanto ti è utile, necessaria la mansuetudine! Quindi l'Apostolo Paolo scriveva a Timoteo: «Or al servo di Dio non si conviene litigare: ma essere mansueto con tutti, pronto ad istruire, paziente, che con modestia riprenda quelli che resistono alla verità; se mai Dio desse loro penitenza per conoscere la verità». Diceva, perciò, S. Francesco di
Sales: «Gli uomini si guadagnano più con l'amore che col rigore». «Lo spirito umano, diceva ancora, è di tale tempra che s'irrita contro il rigore: tutto per dolcezza, niente per forza; l'asprezza perde tutto, esacerba i cuori, genera odio; e, se fa del bene, lo fa con così mala grazia che nessuno lo gradisce. La dolcezza, all'opposto, maneggia a suo piacimento il cuore dell'uomo, e ne fa ciò che vuole». «Lo zucchero non guastò mai nessuna salsa, che sovente si guastano col troppo sale». Si prendono più mosche con una goccia di miele, che con un barile di aceto. Se il ministro di Cristo e le persone destinate da Dio alla cura della gioventù, avessero sempre in mente questi santi insegnamenti, quanto bene non otterrebbero!
TERZO PUNTO
Hai tu la mansuetudine di Cristo?... Allora sarai pronto a frenare gl'impeti di collera, che si risvegliano nell'animo tuo; che se è il caso in cui la collera è giusta, sempre però la modererai. Non permetterai che la collera prevenga o turbi la ragione, e impedirai che passi a trasporti e trattamenti cattivi. Non darai mai in impazienze, non sarai ombroso e diffidente, ne facile a quelle mozioni che gettano nel cuore l'amarezza, la malinconia, il dispetto. Sopporterai senza asprezza ogni ingiuria ed ogni torto, e in luogo di lasciarti vincere dal male, che ti vien fatto ingiustamente, e di cercarne la vendetta, vincerai il male col bene, prestando benefici ai tuoi persecutori e nemici. Devi rimproverare? Il tuo rimprovero non sarà mai offensivo; mostrerai ch'esso è un effetto della carità e dello zelo, e non della passione; quando anche dovessi imporre delle pene, queste saranno sempre minori delle colpe; di modo che il colpevole ben sentirà che tu odi la sua colpa, ma non la sua persona, e che desideri la sua perfezione. Non userai mai modi dispettosi e sardonici, nè modi imperiosi, nè
minaccie. Fuggirai ogni contesa ed ogni disputa, cederai di buon grado alle altrui opinioni, senza venir mai meno alla verità, nè mai contraddirai i tuoi simili. Imiterai il tuo Gesù, del quale il Profeta scriveva: «Egli non griderà, e non sarà accettator di persone, nè si udirà di fuori la voce di lui. Egli non spezzerà la canna fessa, e non ammorzerà il lucignolo che fuma, farà giudizio secondo la verità. Non sarà malinconico nè turbolento per tutto il tempo che stabilirà in terra la giustizia». La mansuetudine di Cristo, di cui avrai ripieno il cuore, si spanderà all'esterno. La si vedrà, perciò, nelle tue parole soavi, nel tuo tratto sempre urbano, affabile, cortese, compiacente, gentile, in tutta la tua condotta. «La lingua dell'uomo virtuoso, dice lo Spirito Santo, abbonda di dolcezza». Il tuo carattere sarà dolce, il tuo aspetto ilare, e ti renderai di facile accesso. E' questo il tuo ritratto?... Ringrazia il Signore che ti ha concesso il suo spirito di mansuetudine. Ti trovi mancante? Mettiti con la preghiera e con la diligenza ad acquistare questo spirito di Cristo. Impara da S. Francesco di
Sales. «Io sentivo, diceva egli, la collera bollire nel mio cervello come fa l'acqua in un vaso che sta al fuoco». Ebbene, il santo, a forza di esami di coscienza continuati per ventidue anni interi, di vigilanza, di combattimenti, di vittorie sopra se stesso, e di prendere la sua collera per il collo, di sgridarla, e di calpestarla, riuscì a vincere il suo naturale umore sino ad essere veramente, come Mosè, il più dolce degli uomini del suo tempo, e poter dire, quando sentiva che taluno lo accusava di essere andato in collera: «Sono un uomo miserabile, soggetto alle passioni, ma grazie a Dio, dacché sono pastore, non ho mai detta alcuna parola collerica alle mie pecorelle». Imitane l'esempio ed arriverai a ricopiare in te la mansuetudine di Cristo.
ORAZIONE. — Signore Gesù, Voi non vi contentaste di dirmi d'imitare la mansuetudine del Cuor vostro, ma me ne deste chiarissimo esempio. Voi chiamaste alla vostra scuola Giuda, l'arricchiste delle vostre grazie, e lo amaste teneramente come tutti gli altri apostoli. Eppure, quanta ingratitudine non trovaste in quel cuore! Come abusò delle grazie vostre, come vi sprezzò, fino a censurare le vostre parole, a calpestare i benefici vostri e covare nel cuore il più nero tradimento! Voi tutto sopportaste, anzi continuaste a beneficarlo. Non risparmiaste ammonimenti, tenerezze, fino a curvarvi dinanzi a lui e lavargli i piedi; Voi lo cibaste con le carni vostre preziosissime: tutto avete fatto per salvarlo. Ma tutto sprezzò quel cuore d'acciaio, e giunse al punto di contrattare la persona vostra, la vita vostra, con i vostri nemici. Nell'orto ve lo vedeste dinanzi, e con un bacio tradirvi. Non un rimprovero, non una parola amara sulle vostre labbra; anzi, ve lo stringeste al Cuore, lo baciaste! Quanta mansuetudine, o mio Gesù! Ch'io imiti gli esempi vostri, ch'io segua le vostre vestigia, ch'io consoli il Vostro Cuore! Concedetemi questa grazia per la vostra mansuetudine. Così sia.
GIACULATORIA. — Jesu, mitis corde, fac cor meum sicut cor tuum. Gesù, mite di cuore, rendi il mio cuore come il tuo.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro
Bergamaschi)