HOME Mobile Chi siamo Dove siamo Obiettivo Famiglia SOMMARIO

 

        Cappellina il Chiostro Rosario on line Bacheca Cerca nel sito

 

 

Famiglia Unita Famiglia in difficoltà Famiglia Divisa Preghiere per i figli Circostanze varie Nel dolore Nella malattia Devozioni-Catechismo Santi e Feste UNITI nella preghiera Intenzioni di preghiera con DON BOSCO

 

 

Precedente Su Successiva

 

 

FESTE MOBILI:

 

GIOVEDI' DELLA TERZA SETTIMANA

DI QUARESIMA

 

MEDITAZIONE XXIII 
Gesù Cristo dinanzi a Pilato. Gesù Cristo nostro Re. 

 

Preludio 1. — «Gli disse Pilato: «Tu dunque sei re?». Rispose Gesù: «Tu dici che io sono re». 

 

Preludio 2. — Immagina di vedere Gesù dinanzi a Pilato come un povero reo; ascolta le sue parole, specialmente la proclamazione della sua sovranità. 

 

Preludio 3. — Signore Gesù, ch'io vi riconosca sempre come mio Re e Sovrano, e come tale vi veneri sempre e totalmente a Voi mi sottometta! 

 

PRIMO PUNTO 
I Giudei, annessi alla Siria, non godevano più del diritto di vita o di morte, diritto principale della sovranità, che i Romani ebbero sempre gran cura di riserbarsi nei paesi conquistati. Questo diritto spettava, quindi, al governatore romano, come rappresentante di Cesare. Quando si trattava di causa capitale, la potestà romana non aveva solo l'esecuzione, ma ancora il diritto di conoscere prima l'accusa; sebbene i Giudei negassero al Procuratore questo secondo diritto, e volessero limitare la sua azione a riconoscere il loro giudizio, la loro sentenza. Ora comprenderai il racconto evangelico. «Fattosi giorno, tennero consiglio tutti i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo contro Gesù per farlo morire. E legato, lo condussero e consegnarono a Ponzio Pilato. Essi non entrarono nel pretorio, per non contaminarsi, al fine di mangiare la Pasqua». Vedi qui grande ipocrisia! Temevano di contaminarsi perché, secondo il Talmud di Babilonia, la polvere della terra pagana era una sozzura, e la casa di un pagano, era agli occhi loro come la dimora di un animale; eppure si macchiavano con lo spargere il sangue dell'Innocente. «Uscì, dunque, fuori Pilato da essi, e disse: Che accusa recate voi contro quest'uomo?». i principi dei sacerdoti e gli anziani, che volevano senz'altro sanzionato da lui il loro giudizio e la loro sentenza, indispettiti gli risposero: «Se non fosse costui un malfattore, non lo avremmo rimesso nelle tue mani». Offeso Pilato soggiunse: «Prendetelo voi, e giudicatelo secondo la Legge». Questa risposta mise in grande imbarazzo quei miserabili, perché, volendo essi la morte di Gesù e non potendogliela dare, perché era di diritto romano, se revocavano il giudizio a sé, non potevano infliggergli che la flagellazione o l'esilio. Compresero, quindi, che bisognava discendere, asserire il diritto romano, e passare a qualche accusa per spingere il preside alla condanna di Gesù. Ma quale accusa presentare, che potesse costringere il preside a decretare la morte di Cristo? Ci voleva una colpa politica; la inventarono subito. Risposero, perciò, a Pilato: «Non è lecito a noi dar morte ad alcuno. Trovammo costui, che seduce la nostra nazione, e proibisce di pagare il tributo a Cesare, e dice di essere Cristo re». Pilato conosceva l'innocenza di Gesù e «sapeva che per invidia lo avevano tradito»; di più, come preside, conosceva che Gesù non aveva mai sommosso il popolo, nè proibito di pagare il tributo a Cesare; rimaneva di vedere se veramente Cristo si chiamasse re. «Entrò, dunque, di nuovo Pilato nel pretorio, e chiamò Gesù, e gli disse: Sei tu il Re dei Giudei? Gli rispose Gesù: Dici tu questo da te stesso, ovvero altri te lo hanno detto di me?». Comprese Pilato che Gesù gli leggeva il pensiero; indispettito evitò di dare una risposta diretta, e soggiunse: «Son io forse Giudeo? La tua nazione ed i Pontefici mi ti consegnarono. Che hai fatto?». Gesù non deviò la questione, ma rispose direttamente: «Il regno mio non è di questo mondo; se fosse di questo mondo il mio regno, certo i miei ministri pugnerebbero, perché non fossi dato in potere dei Giudei; ma ora il regno mio non è di qui». Pilato, visibilmente ansioso, disse a Gesù: «Tu dunque sei re? Rispose Gesù: Tu dici che io sono re». Medita bene come Gesù, senza restare perplesso, anzi con recisa affermazione, dichiara il suo regio carattere: «Tu l'hai detto: io sono re». 

 

SECONDO PUNTO 
Tu devi riconoscere sempre Cristo Gesù come tuo Re. Gesù Cristo é l'Unigenito di Dio Padre, ed ha con Lui una medesima sostanza; è «splendore della gloria e figura della sostanza di Lui»; fa d'uopo, perciò, che tutto abbia comune col Padre, anche il sommo impero su tutte le creature. E il Figlio di Dio così parla di sé presso il Profeta: «Io da Lui sono stato costituito re sopra Sion, il monte santo di Lui. — Il Signore disse a me: Tu sei mio Figliuolo: io oggi ti ho generato. Chiedimi, e io ti darò in tuo retaggio le genti, ed in tuo dominio gli ultimi confini del mondo». Essendo il Figlio del Re di tutte le cose, Egli è insieme l'erede di tutto il suo dominio. — Gesù Cristo è Re, ma in un modo singolare. Senti che cosa dice ai suoi Apostoli: «E' stata data a me tutta la potestà in cielo e in terra». Ora, se ogni potestà fu data a Cristo, ne segue di necessità che il suo impero è sommo, assoluto, indipendente, cosicché in altri non trova riscontro alcuno; e perchè gli fu data e in cielo e in terra, deve avere il cielo e la terra ossequenti. — Gesù Cristo è Re non solo perché Figlio dell'Eterno Padre, ma anche per conquista. Egli ci riscattò dalla schiavitù di Satana, ci conquistò col Sangue suo preziosissimo, sicché siamo veramente il popolo da Lui conquistato. — Gesù Cristo è Re eterno, ed il suo regno non avrà mai fine. Non c'è principe, non c'è nazione che possa esimersi dal prestargli ossequio. Anche tu, quindi, devi prestare a Lui obbedienza e servitù.

 

TERZO PUNTO 
Riconosci tu praticamente Cristo Gesù per tuo Re? Allora a Gesù consacrerai sempre te stesso, ed a Lui solo indirizzerai tutti i tuoi pensieri e le tue opere; Lui solo riconoscerai padrone assoluto del tuo corpo, dell'anima tua e delle potenze di essa come lo è effettivamente. La tua volontà sarà sempre alla sua sottomessa, e se ti comandasse anche il sacrificio intero della vita, sarai ben contento di sacrificarla per Lui. Così operava sempre S. Francesco di Sales. Egli diceva: «Certamente se io conoscessi un sol filo d'affetto nell'anima mia che non fosse di Dio, in Dio, ovvero per Dio, io deporrei subito, e vorrei piuttosto essere un niente che non essere tutto di Dio senza alcuna eccezione. Se io sapessi che vi fosse in me una minima particella, che non avesse l'impronta di Gesù Cristo, la rigetterei subitamente, nel modo che c'insegna la S. Scrittura, che vuole che ci caviamo l'occhio e ci tagliamo la mano o il piede che ci scandalizzano». Entra anche tu nel cuor tuo e vedi se vi regna sovrano Gesù Cristo. Forse troverai che una qualche creatura occupa il tuo cuore, un oggetto, sia pure anche sacro, dal quale difficilmente ti staccheresti, un uccello, forse, o altre miseriole. Son piccole cose, ma ti impediscono di amare come si conviene il tuo Gesù. Son piccoli lacci, che ti incatenano alla terra e ti impediscono l'unione intima col tuo Re. Conviene cercare con ogni impegno, scriveva ancora S. Francesco di Sales, di trasportare i nostri cuori in quello di questo Re immortale dei secoli, e non vivere che per lui. Oh! quanto mi sarebbe dolce morire per amore del mio Salvatore!». — Riconosci tu praticamente Gesù Cristo come tuo Re? Allora ti darai premura di visitarlo frequentemente nelle Chiese, di adorarlo nel SS. Sacramento; ti farai volentieri sua guardia d'onore, per presentargli sempre gloria, onore e riparazione, — Tu lo guarderai sempre il tuo Re, lo studierai nella sua vita e conformerai il tuo modo di vivere al suo. «Si, Signore, diceva S, Francesco di Sales, voglio far tutto come Voi ed in Voi!». Regolandosi con questo principio, quando andava a consolare gli infermi; lo considerava in atto di guarire la suocera di S. Pietro e la figlia del principe della Sinagoga. Quando riceveva visite, gli pareva vederlo accogliere con bontà tutti coloro che volevano parlargli. Quando interveniva a qualche convito, se lo figurava alle nozze di Cana. Quando veniva perseguitato, se lo proponeva fuggitivo in Egitto. Trattando coi suoi parenti, pensava alla maniera da Lui tenuta con Maria e Giuseppe. Se era in consolazione, l'adorava sul Tabor. Se trovavasi in afflizione od in aridità, si univa ai suoi dolori nell'orto degli olivi o sul Calvario. Finalmente, qualunque cosa gli accadesse o avesse a fare, Gesù Cristo era sempre il suo principale pensiero e il divin prototipo a cui cercava di conformarsi. Come S. Francesco di Sales ti insegna praticamente a riconoscere Gesù Cristo tuo Re! Imitalo. Cristo regni sempre sovrano nel tuo Cuore; guardati con la tua condotta dal ripetere il grido blasfemo dei Giudei: «Non vogliamo costui per nostro Re». — Signore Gesù Cristo, che dal Cielo siete sceso in terra per stabilirvi il Regno di Dio, venite a regnare nel mio cuore. Voi solo siate il mio Re, poiché siete il mio Dio. Gli empi insultano alla vostra Dignità Reale, come al momento della dolorosa Passione, dicendo: «Non lo vogliamo per nostro Re; ma io vi eleggo e voglio ritenervi per il solo Re del mio cuore e padrone assoluto di tutto il mio essere. Mi sottometto interamente alla vostra santa Legge, e dichiaro di voler morire come suddito fedele del vostro Regno in terra, che è la Chiesa Cattolica militante retta dal Romano Pontefice, per aver parte un giorno al vostro Regno trionfante nel cielo. Così sia. 

 

GIACULATORIA. — Cor Jesu, rex et centrum omnium cordium, miserere nobis. Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori, abbi pietà di noi.

 

(Tutti i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro Bergamaschi)

 

LITANIE DEL PENTIMENTO

 

FIORETTO DEL GIORNO:

 

Nell'eccitazione di una discussione, rifugiarsi in un Ave Maria, in una invocazione, in una giaculatoria.

scrivi il tuo nome se oggi hai fatto un fioretto:

 

Precedente Home Su Successiva

 

 

Privacy Policy e Cookie

PARTECIPA anche tu alla cordata di preghiera: UNITI per le FAMIGLIE e i GIOVANI

 

 

"le forze deboli quando sono unite diventano forti" (don Bosco)

abbiamo bisogno anche di te

www.preghiereperlafamiglia.it/UNITI.htm

 

 

  

  

 

CAPPELLINA

    Entra per accendere una candela

e per conoscere le preghiere e le devozioni del giorno