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FESTE MOBILI:

 

LUNEDI' DELLA SECONDA SETTIMANA

DI QUARESIMA

 

MEDITAZIONE XIII 
Generosa immolazione di Nostro Signore Gesù Cristo. 

 

Preludio 1. — «Ecco, è vicina l'ora, ed il Figliuol dell'uomo sarà dato nelle mani dei peccatori. Sorgete, andiamo». 

 

Preludio 2. — Immagina di vedere Gesù, che con grande coraggio va incontro ai suoi nemici. 

 

Preludio 3. — Signore Gesù, concedetemi la grazia di corrispondere sempre generosamente ai vostri desideri, affrontando sempre con grande coraggio le difficoltà che mi si presentano! 

 

PRIMO PUNTO 
Gesù non aveva dormito in quella notte, ma aveva sempre vegliato e pregato. Medita l'effetto mirabile di questa vigilanza e preghiera, che fu l'immolazione intera e generosa di se stesso. Era giunta l'ora da tanti secoli aspettata, l'ora che Gesù, fin dal primo istante della sua vita, aveva tanto desiderata: l'ora della sua immolazione, della sua Passione e Morte, della nostra Redenzione. I nemici suoi, capitanati da Giuda, già entrano nell'orto per catturarlo. Che fa nostro Signore? Si ritira, si nasconde, forse, fugge? No: si alza, va dai suoi Apostoli e dice loro: «Ecco è vicina l'ora; ed, il Figliuolo dell'uomo sarà dato nelle mani dei peccatori». Medita bene queste parole! E' già orribile cosa cadere nelle Mani degli uomini, tanto che Davide preferiva cadere nelle mani di Dio: «E' meglio ch'io cada nelle mani dei Signore (di cui grandi sono le misericordie), che nelle mani degli uomini». Immagina ora quale orribile cosa sia stata cadere nelle mani dei peccatori, dominati da odio sfrenato, e, per soprappiù, aizzati dal demonio! Nelle mani di peccatori, e di sacerdoti peccatori! Ebbene, Gesù lo sa, lo manifesta agli Apostoli suoi. Indietreggia, forse? No. Guarda, anzi, l'immolazione sua generosa! Egli esclama: «Sorgete, andiamo: surgite, eamus». Corre incontro ai nemici suoi, effetto mirabile della sua vigilanza e preghiera! Il ven. P. De La Colombière, meditando questo tratto della vita del Salvatore, dice che nella cattura di Cristo una cosa lo ha vivamente commosso, ed «è la disposizione con la quale Gesù andò davanti a quelli che lo cercavano; con la stessa fermezza, cioè, con lo stesso coraggio, con quello stesso contegno, come se l'anima sua fosse stata nella più perfetta calma. Il Cuor suo è immerso nella più orribile amarezza, tutte le passioni sono in lui scatenate, la natura tutta è sconcertata, e, fra tutti questi disordini, tutte queste tentazióni, il Cuore suo si porta direttamente a Dio, non fa un passo falso, non esita a prendere il partito, che la virtù, la più alta virtù gli suggerisce. Ecco un miracolo, che il solo spirito di Dio è capace di operare in un cuore: accordare la guerra e la pace, il turbamento e la calma, la desolazione ed un certo maschio fervore; senza che la natura, i demoni, Dio medesimo, il quale sembra armarsi contro di lui, od almeno sembra abbandonarlo, possa smuoverlo». Medita bene questo coraggio, questa fortezza, questa generosa immolazione del Salvatore! Gesù ti dà questo esempio affinché nelle difficoltà non abbi mai a venir meno, ma le incontri con coraggio. 

 

SECONDO PUNTO 
Anche per te verranno momenti in cui il Signore ti domanderà qualche sacrificio. Sarà un compito penoso che i superiori ti affideranno... sarà un dovere che devi compiere, e che importa grande negazione di te stesso... sarà il Signore stesso che mostrerà a te i disegni suoi, la sua chiamata. Per corrispondere ci vorranno degli strappi, dei distacchi penosi. Dì allora: Ecce appropinquavit bora! Poi sorgi e rispondi al comando di Dio. Sei obbligato. Dio è il tuo Padrone assoluto, tu non sei che servo; devi, perciò, obbedire generosamente. Le difficoltà non ti devono smuovere, poichè Dio dispone ogni cosa con giustizia, sapienza, amore; Egli, quindi, ti prepara insieme la grazia necessaria; di che, dunque, temerai?... Vedi? Gesù non indietreggia, ma si mette nelle mani dei nemici suoi, perché tale è la volontà del Padre suo: «Il calice datomi dal Padre». Di dunque anche tu: «Io presi il calice dalla mano del Signore». Così hanno fatto i Santi tutti. Essi erano contenti di dover compiere dei sacrifici, perché potevano così mostrare maggior amore al loro Signore, e ricopiare meglio in se stessi Cristo Gesù. Grande era il sacrificio che il Signore voleva da Luigi Gonzaga: lasciare gli agi della corte, il padre, la madre, rinchiudersi in un monastero. Molti erano gli ostacoli, le difficoltà che gli si frapponevano: ma il santo giovinetto prega, e tutto vince, tutto supera. Corrisponde con tanta generosità al suo Dio, che appena entrato nella cella religiosa, che doveva essere come la tomba sua, chiude le finestre, e dice: «Sta fuori, o mondo: qui abiterò per sempre, sacrificandomi per il mio Dio!», Compie poi passi da gigante nella via della santità. — Grande era il sacrificio che richiedeva il Signore dalla Chantal, quando la chiamava allo stato religioso. Quanti ostacoli, quante difficoltà da superare! E suo figlio Celso Benigno, desolato di non riuscire a trattenere la madre, si corica attraverso alla porta, dicendo: «Ebbene, mamma, se non vi posso trattenere, passate almeno sul corpo di vostro figlio». Che strazio per una madre! Ma era giunta l'ora! E la Chantal passa sul corpo del figlio e si rinchiude nel chiostro. Procede, in seguito, a gran passi sulla via della santità. — Così vedi fare Francesco di Sales nella missione del Chablais, Francesco Saverio nella missione delle Indie, la S. Maria Margherita Alacoque nella missione di diffondere la devozione al Cuor di Gesù, ecc. ecc. Giunta l'ora, i Santi non indietreggiano, ma, abbandonati in Dio, affrontano ogni difficoltà, e seguono la strada tracciata dal Signore. — Te beato, se imiterai l'esempio di Gesù, se seguirai la vestigia dei Santi, e, giunta l'ora, dirai: «Andiamo anche noi, e moriamo con Lui!». Entrerai allora nella via della santità, di quella santità che è più specialmente l'opera di Dio, e in cui tu non hai a far altro che lasciargli distruggere ed edificare, con una semplicissima cooperazione da parte tua, e non già prevenendo o resistendo, ma operando solamente secondo che verrai mosso dall'azione divina. — Rammenta, quindi, che Dio da te vuole tutto, e non vuole nulla. Vuole tutto, perché vuol regnare su te ed in te come in un fondo che è tutto suo, in modo ch'Egli possa disporre di tutto, e nulla gli resista, e tutto pieghi, e tutto obbedisca al minimo segno della sua volontà. Non vuole nulla da te, perché in te vuol fare tutto Lui, senza che tu t'impicci di nulla, contentandosi d'essere il soggetto sul quale e nel quale Egli agisce, affinché tutta la gloria sia sua, ed Egli solo sia conosciuto, lodato ed amato eternamente. 

 

TERZO PUNTO 
Venne per te l'ora del sacrificio, della manifestazione della divina volontà? Ebbene, come vi hai corrisposto? Hai detto ancor tu: Ecce hora: surgite, eamus?». Come corrispondi anche al presente ai disegni di Dio? Forse sei entrato nella via dal Signore tracciata, forse hai preso quell'officio... ma ahimè, come ci stai? La natura tua ricalcitra dinanzi alle difficoltà, indietreggia; il demonio te le ingrandisce, te le mostra come insuperabili, e tu, guardando solamente la debolezza delle tue forze, non pensando alla grazia onnipotente di Dio, avvilito vai dicendo: non posso, non posso! L'avvilimento ti stringe li cuore, ti toglie le forze, non compi, perciò, il tuo dovere che a metà. Ah! non sei degno discepolo di Cristo Gesù! Non ti ha chiamato il Signore a quel posto, perché capace da te solo a disimpegnarlo, ma perché, debole come sei, vuol mostrare a tutti la forza della grazia sua, e che Egli solo opera. — Forse al presente vuol da te il Signore qualche sacrificio, forse l'intera tua immolazione. Ebbene, che fai? Rispondi con generosità all'invito del Signore? Ah! tu dici: domani, domani! Quanto sbagli! il domani non è in tuo potere. Dio ti dà il tempo presente; usane mentre l'hai. Se lo lasci sfuggire ti poni a rischio dí perdere tutto. Non ti devi gettare alla cieca nelle difficoltà; ma quando è venuto il momento dell esecuzione devi sorgere ed eseguire. Allora, dopo aver pregato, diffida interamente di te, affidati interamente al Signore, e sarai onnipotente; potrai dire con l'Apostolo: «Tutte le cose mi sono possibili in Colui che è mio conforto». — Nulla domanda il Signore forse di straordinario da te? Guarda, però, che sempre domanda l'immolazione della tua volontà alla sua. Quindi, anche nelle piccole cose devi imitare la volontà del Padre suo. Sei chiamato all'orazione? Ecce hora: ecco l'ora, devi dire, di mostrare al mio Signore la mia devozione, il mio piacere di trattenermi con Lui. In quel tempo devi morire alle cose tutte del mondo, a te stesso, per occuparti solo del tuo Dio. — Sei chiamato ad opere di carità, ad istruire il tuo prossimo ad aiutarlo nella via del bene? Ecco l'ora di mostrare 11 tuo spirito di sacrificio, di zelo per la salute delle anime, per la gloria del Signore. — Vivi in comunità? Sei sotto una regola, e in ogni momento della giornata, perciò, puoi dire: ecco l'ora di fare la volontà del mio Dio. — Se ti abituerai a vivere così, a mostrarti costante nei tuoi piccoli sforzi, il Cuore amante di Gesù non vorrà più accenderti il cuore così a poco a poco. Verrà un giorno in cui ti getterà nell'occasione di fargli un sacrificio eroico. Abituato tu a rispondere alla divina volontà, anche allora dirai: «ecco l'ora: andiamo ancor noi, e moriamo con Lui». Ti getterai nelle mani di Dio, tenterai subito di fare quanto Gesù ti comanda. Spirerà Egli al tuo cuore una delle sue fiamme d'amore, e ti farà compiere un grande atto, che diverrà il principio della tua santità. — Coraggio, dunque! Per ora proponi di immolare generosamente la volontà tua nelle piccole cose che Dio ti comanda. 

 

ORAZIONE. — Quanto è mai grande la generosità vostra, o mio Gesù! In preda a mortale tristezza, abbandonato dagli amici, sotto il peso della collera del Padre, col Cuor depresso in un totale abbattimento, dinanzi al sacrificio, ai nemici vostri, non esitate un momento, ma subito vi gettate nelle mani dei peccatori. Quanta carità vi è mai nel Cuor vostro, o mio Gesù! Davvero l'amore che mi portate vi spinge a consumarvi tutto per me. Siate per sempre lodato, benedetto, amato, o mio Signore! Dal vostro Cuore volgo lo sguardo al mio. Ed ahi! quanta ragione ho di confondermi e di arrossire! Io alla più piccola difficoltà mi spavento, indietreggio, subito mi lamento, e dico: non posso, non posso! Venite in mio aiuto. O Signore! Sostenete la mia debolezza, allontanate da me l'avvilimento, infiammate il mio cuore. Che anch'io, d'ora innanzi, corrisponda più generosamente alla volontà vostra, mi consumi, mi immoli per Voi... Concedetemela questa grazia, o Signore. 

 

GIACULATORIA. — Cor Jesu, bonitate ed amore plenum, miserere nobis. Cuore di Gesù, pieno di bontà e di amore, abbi pietà di noi.

 

(Tutti i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro Bergamaschi)

 

LITANIE DEL PENTIMENTO

 

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