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FESTE MOBILI:

 

MARTEDI' DELLA SECONDA SETTIMANA

DI QUARESIMA

 

 

PARTE SECONDA 
GESÙ ABBANDONATO ALLA MALIZIA DEI GIUDEI. 

MEDITAZIONE XIV 
La cattura di Gesù Cristo nell'orto, Giuda. 

 

Preludio 1. — «Mentre ancora parlava, ecco arrivar Giuda, uno dei dodici, e con esso una gran turba, con spade e bastoni, mandata dai principi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo». 

 

Preludio 2. — Rappresentati la scena dell'orto. Giuda, a capo di una gran turba armata, viene a catturare Gesù. 

 

Preludio 3. — Signore Gesù, fatemi ben comprendere l'orribile caduta dell'apostolo vostro e la causa che l'originò, sicchè, salutarmente spaventato, mi dia con tutta diligenza a combattere la mia passione dominante. 

 

PRIMO PUNTO 
Ognuno ha una passione dominante, cioè una interna disposizione, che inclina al male più frequentemente e violentemente. In Giuda, come risulta dall'Evangelo, la passione dominante era l'avarizia. Egli fu veramente chiamato da Gesù all'apostolato; e siccome il decreto divino, che determina ad una persona l'officio suo, va sempre congiunto con l'assegnamento delle grazie necessarie, così Giuda ebbe non solo la vocazione divina, ma anche le grazie necessarie per rispondere ad essa. Bastava che avesse prestato la sua libera cooperazione. Ma Giuda accarezza la passione sua, e s'attacca al danaro. Gran cosa! Chi più di Giuda poteva conoscere la vanità delle ricchezze, ascoltando sempre gl'insegnamenti, e più vedendo la povertà di Gesù? Ma la passione dominante accarezzata lo acceca, e lo spinge ad approfittarsi del denaro della borsa comune, mentre il di più si doveva distribuire ai poveri. Di lui, quindi, scrive S. Giovanni: «Era ladro, e tenendo la borsa, portava via quello che vi era messo». Di qui lo stato d'animo suo incompatibile con la vita della grazia, con l'amore di Dio. Per questo Gesù, un anno prima della sua morte, diceva: «Non sono forse stato io che ho eletti voi dodici? ed uno di voi è un diavolo». — «L'amor dell'argento è radice di tutti i mali; per amore di questo alcuni hanno deviato dalla fede». Ed ecco Giuda perdere anche la fede, e non credere più alle parole di Gesù. Il divin Maestro dice perciò: «Sono tra voi alcuni i quali non credono». Perchè sapeva chi fosse per tradirlo. A Giuda, resosi malvagio, la vita di Cristo era insopportabile; «perché la virtù ha due facce: con l'una consola e con l'altra rimprovera; è bella all'intelletto e al cuore, brutta al senso; ha una parola di pace per l'anima giusta e una parola di guerra per chi vive dell'ingiustizia. Di qui, quasi sempre riesce cara al buono e odiosa al malvagio». Giuda, invero, odia Gesù, lo disprezza, lo biasima: Il divin Maestro non ha che lodi per Maddalena, la quale, «presa una libbra di unguento di nardo schietto, di gran pregio, unse i piedi Lui»; ma Giuda alza la voce, e: «Perchè, dice, questo unguento non fu venduto per trecento denari, e dati ai poveri?... perchè questo scialacquo?». — Quante volte Gesù avrà avvisato Giuda, l'avrà esortato al bene!... Ma questi non può sopportare così dolci parole, e, dalla passione per il danaro, viene spinto a contrarre la rovina del suo Maestro. Andò «dai principi dei sacerdoti, e disse loro: Che volete darmi, ed io ve lo darò nelle mani?». E per quale prezzo vende il suo Maestro, il suo Signore, il suo Dio? Per trenta sicli d'argento, circa cento delle nostre lire. Per questa misera somma vende Gesù e lo vende a nemici dichiarati, dei quali conosce l'odio e la crudeltà. Non basta: la passione dominante spinge ad ogni iniquità. Stipulato il contratto, egli stesso «cercava l'opportunità di tradirlo». Entra nel cenacolo con gli Apostoli, e sente Gesù che dice: «In verità vi dico, che uno di voi, il quale mangia con me, mi tradirà... Guai a quell'uomo, per cui il Figliuol dell'uomo sarà tradito. Meglio era per un uomo tale non essere mai nato». — Tutti gli Apostoli a queste parole «cominciarono a rattristarsi, ed a dirgli uno dopo l'altro: sono forse io?». Giuda non si rattrista, ma con grande ipocrisia rivolto a Gesù: «Son forse io, o Maestro?» E Gesù: «Tu l'hai detto». «Satana entrò dentro di Giuda». Gesù gli disse: «Quello che fai fallo presto». Allora Giuda esce dal cenacolo, corre ai nemici di Cristo, li avvisa del luogo in cui Egli si sarebbe raccolto con gli Apostoli, e s'accorda con essi per catturarlo. «Avuta una coorte e delle guardie dai principi dei sacerdoti e dei Farisei, venne (nell'orto) con lanterne e fiaccole ed armi». Giuda stesso disse ai soldati di usare ogni diligenza nel «prendere» il Cristo «e condurlo con cautela», affinchè non fuggisse, e diede loro il segno per riconoscerlo, dicendo: «Colui che io bacerò è esso». Medita fino a qual eccesso la passione condusse Giuda! Quanti orribili delitti gli fece commettere! Cupidigia, infedeltà, ipocrisia, ingratitudine; crudeltà! Vedrai poi l'orribile sua fine. 

 

SECONDO PUNTO 
Da quanto hai meditato avrai ben compreso la necessità di combattere la passione tua dominante. Questa è il tuo io umano portato al più alto grado, ed è perciò l'ostacolo più terribile, che si oppone al regno di Cristo nell'anima tua. Essa è la sorgente della maggior parte dei tuoi peccati, specialmente dei veniali quotidiani; ti porta, perciò, alla tiepidezza ed in essa ti mantiene. Il peggio e il più terribile sta in ciò che la passione dominante dà ai tuoi vizi l'aspetto di virtù. Anche Giuda nascondeva l'avarizia sotto il manto della misericordia e compassione per i poveri. Guai, perciò, se non combatti seriamente la tua passione! Essa ti porterà direttamente alla impenitenza finale. E' necessario, quindi, che le faccia guerra. Ma sappi che è difficile conoscerla; eppure questo è il primo passo che devi fare; scoprirla. Eccotene i mezzi. Se tu farai ogni giorno con diligenza il tuo esame di coscienza, troverai in te una passione, che più d'ogni altra esprime il tuo carattere; sentirai altresì una ripugnanza speciale nel combatterla, e proverai fastidio quando altri te ne parlasse. Vedrai essere la stessa che, d'ordinario, accende le altre passioni tutte, e che domina nei tuoi pensieri ed affetti. In essa vedrai la causa della maggior parte delle tue colpe, specie delle più gravi, e che formano la materia continua delle tue confessioni. Questa è la passione tua dominante. Potrai ancora osservare che alle volte si suscitano in te sentimenti inusitati di gioia e di tristezza, dei quali non trovi una ragione apparente, o per lo meno proporzionata. Quale ne è la causa? La troverai nella soddisfazione o nell'urto della passione tua dominante. — Devi ancora consultare il tuo direttore spirituale. Spesso un direttore d'anime scopre la passione dominante in un penitente prima del penitente stesso. Il direttore deve aiutarti nelle indagini, facilitarti la scoperta, ed esserti capo nella guerra che devi sostenere contro il tuo nemico domestico. Se a questi mezzi unirai la preghiera fiduciosa Dio, troverai certo la tua passione dominante, e con ciò avrai già ottenuto metà della vittoria.

 

TERZO PUNTO 
Ti sei servito dei mezzi indicati per scoprire la tua passione dominante?... L'hai trovata?... Ne hai avuto la conferma della tua guida spirituale... Si?... Ringraziamo Dio, e mettiti con diligenza a vincerla. Mezzo potente è quello che si dice esame particolare. Chiamasi particolare precisamente perché si limita solo a questo punto particolare, alla passione dominante. Comincerai, quindi, a reprimere subitamente i primi moti di tale passione, e su di questi farai il tuo esame. Ogni mattina, nell'orazione mentale, cercherai di prevedere le occasioni che ti possono accadere, e delibererai sul da farsi. Nella repressione di questi moti sarai rigorosissimo con te stesso. Cadendo in qualche difetto non ti avvilirai, ma, percotendo il tuo petto, e domandando perdono al Signore, ti rialzerai, ricominciando con molta costanza e coraggio. A mezzogiorno ti esaminerai, e così alla sera, notando il numero dei difetti commessi su apposito libretto; in maniera che tu possa confrontare giorno per giorno, settimana con settimana, e vedere il tuo profitto. Al fine di essere sempre più stimolato, farai certo cosa buona se ogni quindici giorni, o una volta al mese, mostrerai il libretto del tuo esame particolare al tuo Padre spirituale. Dirai forse: minuzie, cose da bambini! Rispondo: Così facevano S. Luigi Gonzaga, S. Giovanni Berchmans, S. Stanislao Kostka. Oh come è bello essere minuzioso coi Santi! — Alla sera, numerati i difetti, per eccitarti al pentimento ed a maggior diligenza per l'avvenire, penserai per qualche istante, che questi difetti ti hanno aumentato il supplizio in Purgatorio, ti hanno diminuito alcuni gradi di gloria in Paradiso, e che, se non stai attento, ti possono portare al peccato mortale. Penserai che Gesù vuole da te una perfezione non comune, e che questi mancamenti, queste soddisfazioni della tua passione ti impediscono di raggiungerla. Penserai che se non mortifichi generosamente la tua passione, essa finirà col dar la morte al tuo spirito. Dietro queste considerazioni, come si susciterà in te il dolore, e come ti sentirai spinto a maggior diligenza! Domanderai poi aiuto a Gesù, a Maria, al tuo Angelo Custode, prometterai sinceramente al tuo Signore d essere più saggio all'indomani, e ti imporrai qualche mortificazione, secondo il numero dei difetti trovati. Se tu userai queste industrie e diligenze, oh come potrai indebolire di molto la passione tua dominante! Non avverrà certo di te la fine miseranda di Giuda, ma anzi corrisponderai ai disegni del Signore, e, non cadendo inutili su di te le sue grazie, ti santificherai. Che proponi? 

 

ORAZIONE. Quanto orrore mi fa, o Signore Gesù, l'orribile caduta di Giuda! Voi nella bontà vostra, lo chiamaste all'apostolato e gli concedeste le grazie a ciò necessarie; l'avete istruito alla vostra scuola, e l'avete amato di amore tenerissimo. Se avesse corrisposto a tante grazie, oggi l'onoreremmo come santo... invece, quale miseranda fine! E tutto per non aver frenato la passione suo dominante, per averla, invece, accarezzata. Quale grande lezione per me! Eppure, come anch'io mi trovo negligente su questo punto! Quante volte mi son lasciato dominare dalla mia passione, ed in quali eccessi sono caduto! Quasi mai, o Signore, ho preso a combatterla generosamente. Quante volte ho tralasciato il mio esame particolare oppure con quanta negligenza l'ho fatto! me misero! in quale rovina io cadrei se continuassi in questa maniera! Vi domando perdono di tanta mia iniquità, e mi raccomando e mi affido al vostro Cuore generosissimo e tenerissimo. Concedetemi la grazia di combattere davvero la mia passione dominante, sicché non frapponga più ostacolo alcuno alla vostra grazia, e procuri seriamente la mia santificazione. Così sia. 

 

GIACULATORIA. — Cor Jesu, salus ín te sperantium, miserere nobis. Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te, abbi pietà di noi.

 

(Tutti i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro Bergamaschi)

 

LITANIE DEL PENTIMENTO

 

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