MEDITAZIONE XXIX
Pilato presenta Gesù al popolo.
Preludio 1. — «Ed uscì fuori Gesù portando la corona di spine e la veste di porpora. E disse loro
(Pilato): «Ecco l'uomo!».
Preludio 2. — Immagina di vedere Pilato presentare Gesù al popolo. Rappresentati Gesù, com'era ridotto dopo l'incoronazione di spine, coperto dello straccio di porpora. Ascolta le celebri parole di
Pilato: Ecco l'uomo!
Preludio 3. — Suscitate, o Signore Gesù, e conservate nel mio cuore una grande fiducia in Voi, mio Salvatore e Redentore!
PRIMO PUNTO
L'uomo, dopo la sua prevaricazione e dopo la maledizione da Dio lanciata contro di lui, provò sempre un grande spavento e terrore di Dio e delle cose divine. Di qui il timore del popolo d'Israele nel deserto nell'accostarsi a Dio; lo spavento dei genitori di Sansone, che esclamano: «Noi moriremo, perché abbiamo veduto il Signore». E il profeta Isaia grida: «Guai a me perché ho veduto il Dio delle armate». L'uomo vedeva in Dio troppa grandezza, troppa maestà; di qui il timore di meraviglia che lo spaventava; vedeva la sua collera per il peccato commesso, ascoltava le sue minacce: di qui il terrore che lo invadeva. Ora «esce fuori Gesù» con l'orribile suo diadema di spine sul capo, con lo straccio di porpora che gli copre per ludibrio le spalle, con l'ignobile sua canna, tra le mani, col volto illividito dagli schiaffi, coperto dagli sputi, col corpo lacero dai flagelli, ricoperto di piaghe e grondante sangue, che gli scorre a rivi da capo a piedi.
Pilato, additandolo al popolo: «Ecco, esclama ad alta voce, ecco l'uomo: Ecce homo!».
Pilato, in questo caso, è non solo il rappresentante di Cesare ma anche il luogotenente di Dio; non è un uomo mosso dalla compassione, ma un profeta ispirato, che, a nome di Dio, dice alla spaventata umanità: «Cessate, o uomini, dal più spaventarvi! La maestà, la grandezza di Dio, l'infinità sua distanza da voi vi incuteva terrore; ebbene, ora Iddio nasconde la sua grandezza, i suoi fulgori, la sua divinità mediante la sua Umanità gettata nella massima umiliazione, nella massima sofferenza e miseria: Ecce homo! Le minacce di un Dio irato per la colpa vi atterriva; ebbene, ecco qui il vostro Dio, che paga, espia le vostre colpe, presentando al Padre suo degna soddisfazione; e paga ed espia soffrendo i più crudi tormenti come uomo: Ecce homo! Miratelo, o uomini, ed al viso compassionevole, allo sguardo amoroso, all'atteggiamento umile, mansueto, paziente, nel colmo di tante ignominie, nel dolore di tante piaghe, che sostiene per voi, ravvisate l'uomo vero, Salvatore dell'uomo: Ecce homo! Ah! Se la giustizia di Dio, che avete tante volte provocata coi vostri falli, vi atterrisce, se la maestà di Dio vi spaventa, se la grandezza di Dio vi respinge, vi allontana, vi fa tremare, ora che questo Dio si presenta a voi nell'atteggiamento pio, misericordioso, dell'uomo, e nel Dio che vi redime voi non vedete che vi ama: Ecce homo! deh! la diffidenza ceda in voi il luogo alla fiducia, la paura all'amore; adoratelo come Dio; e se Dio è troppo grande in se stesso, amatelo in quest'uomo in cui racchiuso, e che nell'esser vero Dio, è però, uomo vero, amico, fratello dell'uomo: Ecce homo!». Vedi mirabile divina provvidenza! Come Dio spingeva Caifa a profetare al mondo l'efficacia della morte di Gesù Cristo, così spinge Pilato ad indicarci le sue tenerezze, il suo amore: Ecce homo! Non puoi, dunque, dire come il paralitico che «non hai l'uomo: Hominem non habeo». Ecco Cristo Gesù! Egli è il tuo Redentore, il tuo consolatore, il tuo medico, l'uomo di cui abbisogni: Ecce homo! Quale soavità in questa parola che nel nostro Dio e Salvatore ci addita l'uomo!.
SECONDO PUNTO.
Quanta fiducia devi avere nell'Uomo—Dio, Cristo Gesù! Egli è il Mediatore unico tra Dio e gli uomini, come dice l'Apostolo. Egli è perfetto Mediatore, carissimo a Dio ed all'uomo; perchè, come Dio; Egli è della stessa natura con suo Padre, pieno, quindi, di zelo per la gloria di Lui; come uomo ha la stessa natura con noi, quindi i nostri sono i suoi interessi. E' perfetto Mediatore, perché perfettamente unisce le due parti, Dio e l'uomo. Dio offeso vuol essere soddisfatto pienamente, l'uomo offensore non può farlo; ecco Gesù Cristo, Uomo—Dio. E' uomo: può dunque patire e morire, e così soddisfare, e lo fa. E' Dio: può dunque offrire una riparazione, e una riparazione non solo uguale, ma superiore all'offesa, e lo fa. Quanta fiducia, quindi, devi avere in Cristo! I patimenti del tuo Salvatore hanno soddisfatto per tutti i peccati tuoi; e che temerai? Ti hanno meritato tutte le grazie; quanto devi sperare! Le soddisfazioni del Salvatore sono tue, e però, per quanto incurabili appaiano le tue piaghe, hai un rimedio più potente del male; per quanto siano immensi i tuoi debiti, puoi pagare, perché nel Sangue del tuo Salvatore, sparso per te, ritrovi un capitale infinito. Siano pur gravi, quindi, i tuoi peccati, siano pur terribili i castighi di Dio; se ti raccogli con tutta fiducia nel Cuor di Gesù, in questo Cuore ferito per amor tuo, se unisci il tuo pentimento ai meriti suoi e applichi a te il suo Sangue, sei salvo. — Dio Padre è più onorato dalla più piccola sofferenza di Cristo Gesù, di quello che resti disonorato da tutti i tuoi peccati e del mondo. Quale consolazione per te! Guardalo, dunque, sempre l'Uomo—Dio: Ecce homo! Poni in Lui ogni tua confidenza e consolazione. «Ogni cosa, ti dice S. Ambrogio, hai in Cristo, e Cristo è per te ogni cosa. Se vuoi essere medicato nelle tue piaghe, Egli è il medico; se ardi di febbre, Egli è fonte: se sei aggravato dal peso dei tuoi peccati, Egli è giustizia; se hai necessità d'aiuto, Egli è fortezza; se temi la morte, Egli è vita; se desideri il cielo, Egli è via; se vuoi fuggire le tenebre, Egli è luce; se hai bisogno di cibo, Egli è nutrimento». «Se, quindi, ti dice ancora il Santo, insorgerà contro di te il lupo infernale, dà di mano alla pietra, e fuggirà; la tua pietra è Cristo. Se a Cristo ricorrerai, se n'andrà il lupo, e neppure ti potrà spaventare. Questa pietra cercò Pietro, quando in mezzo alle onde cominciò a temere, e subito ritrovò quel che cercava, perchè Cristo lo prese per mano». In Cristo metti anche tu ogni tua fiducia, a Lui ricorri in ogni tua necessità, in Lui riponi il tuo cuore, in Lui vivi, e con Lui regnerai, poiché in cielo Egli sarà il tuo Premio.
TERZO PUNTO
Hai piena confidenza in Cristo Gesù, ricorri sempre a Lui con grande fiducia?... Forse rare volte lo fai, ed a te, come agli Apostoli, Gesù potrebbe indirizzare quel rimprovero: «Finora non chiedeste nulla nel nome mio». Quando lo fai, molte volte, forse, ti manca la fiducia! Gesù ha detto: «Qualunque cosa domanderete nell'orazione, credendo, la otterrete». Ora, come va che poco ottieni, come dici anche tu tante volte? E' la fiducia, la certezza di ottenere che ti manca. — Hai tu piena fiducia in Cristo? Allora nelle pene ed amarezze a Lui ricorrerai per averne conforto; negli assalti del demonio, nei pericoli, a Lui domanderai la forza; nell'avvilimento, da Lui implorerai il coraggio; nelle indigenze e necessità a Lui solleverai le tue braccia. Fai tu così? Quante volte, forse, si potrebbero ripetere a te quelle parole: «Sta presso di te uno, che tu non conosci». Questi è Gesù, che risiede continuamente nel Santissimo Sacramento; ma, quante volte vieni ai piedi suoi dinanzi al suo trono? Gesù nell'Eucaristia si è dato tutto a te, con tutte le sue ricchezze, con tutti i suoi tesori; ebbene, memore della tua indigenza, pieno di fiducia in Lui, vieni a supplicarlo, a battere con dolce violenza alla porta del suo Cuore? Lo ricevi sovente nel tuo cuore; quando è in te lo preghi con tutta confidenza? La tua freddezza, l'abbandono in cui lo lasci, oh come mostra la poca fiducia che hai in Cristo Gesù! Il bambino, perché ha fiducia nella madre, ha sempre il suo nome sulle labbra, sempre a lei si stringe, nel pericolo la chiama e la chiama ripetutamente: ecco quello che dovresti fare ancor tu col tuo Gesù! Diceva, perciò, S. Francesco di
Sales: «Quanto si sta bene con Gesù Crocifisso! Io voglio innalzare tre tende; una nelle sue mani, l'altra nei suoi piedi e la terza nella piaga del suo costato, ove voglio riposarmi e vegliare, leggere e parlare, pregare e fare ogni cosa». — Quando ti è data qualche cosa difficile da compiere, il tuo pensiero corre subito a Gesù, collochi in Lui subito ogni tua speranza, oppure pensi ai meriti tuoi, alle tue forze? La fiducia in Gesù tuo Salvatore: ecco il modo per divenire onnipotente! Ecco perché Gesù stesso un giorno così parlava a S. Margherita
Alacoque: «Digli (al P. De la Colombière) che non cada d'animo per gli ostacoli che incontrerà, e non saranno pochi; ma egli deve sapere che diviene onnipotente chiunque diffida interamente di se medesimo e in me solo confida». Raccogliti dinanzi a Gesù, come viene presentato al popolo. Immagina che il Padre tuo, che sta nei cieli, mostrandoti Gesù, ti dica: «Ecco l'uomo, che io ho mandato per la tua salute nel mondo, in segno di quell'amore perpetuo col quale ti ho amato. Ho sinora cercato e non ho trovato chi si frapponesse per te a placare la giusta mia collera. Ora ecco l'uomo; non uomo solo, ma Uomo—Dio, figura della mia sostanza, che solo ha la virtù di essere mediatore a riconciliarti con me. Tu eri per il peccato esiliato dal paradiso e condannato all'inferno, e non vi era chi potesse aiutarti. Ma ecco l'uomo, figlio dell'uomo e Figlio mio, destinato ad essere tuo Redentore, tuo Salvatore: Ecce homo!». Medita attentamente queste soavi, amabili parole, e rispondi al tuo Padre Iddio:
ORAZIONE. — Signore della maestà, Padre Santo, ecco l'uomo, più che uomo, Uomo—Dio, che per me si è degnato assoggettarsi agli schiaffi, alle catene, agli sputi, ai flagelli ed agli scherni. In questo Uomo—Dio fissate ve ne prego, gli occhi della vostra Maestà. Da me ho potuto offendervi, ma non ho da me di che poter soddisfarvi. Ecco, perciò, l'uomo divino, unica mia speranza, unica mia fiducia, che ha soddisfatto copiosamente per me. A Voi, o Padre onnipotente, io lo presento; e posso io presentarvi cosa che vi sia più preziosa o più cara?. Sono gravi, gravissimi i miei peccati; ma, posti in bilancia coi meriti di Gesù Cristo, quanto pesa incomparabilmente assai più la grazia del Redentore che la mia malizia! O Padre mio, io contrappongo alla mia superbia l'umiltà di Gesù; alla mia impazienza la pazienza di Gesù; alle mie avversioni e malevolenze la carità e soavità di Gesù; alla mia accidia e tiepidezza i suoi fervori: Ecce homo! Per i peccati commessi coi sensi del corpo, vi offro il corpo piagato e addolorato del mio Gesù. Rimirate la sacro santa Umanità di Gesù, e tanto mi basta per consolarmi, nella fiducia che dalla vostra clemenza mi saranno perdonate la mie iniquità.
GIACULATORIA. — Cor Jesu, pax et reconciliatio nostra, miserere nobis. Cuore di Gesù, nostra pace e riconciliazione, abbi pietà di noi.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro
Bergamaschi)