MEDITAZIONE XXVI
La flagellazione.
Preludio 1. — «Allora Pilato prese Gesù e lo fece flagellare».
Preludio 2. — Rappresentati Gesù, legato alla colonna, denudato dinanzi al popolo, col corpo solcato dai flagelli.
Preludio 3. — Signore Gesù, imprimete nel mio cuore un grande orrore al peccato d'impurità, che fu causa di tanti dolori a Voi nella flagellazione.
PRIMO PUNTO
Per quanto Pilato cercasse di liberare Gesù dalle mani dei Giudei, non vi riuscì. «Essi incalzavano sempre più, con grandi strida chiedendo ch'Egli fosse crocifisso; ed i loro clamori andavano crescendo. E Pilato decretò si eseguisse la loro domanda», mentre continuava ad affermare pubblicamente l'innocenza di Gesù. — Ordinario preludio delle esecuzioni capitali era la flagellazione, ed ecco Gesù condannato ad essa. Quale umiliazione, quale pena orribile per Gesù! Quale umiliazione! La flagellazione era riservata agli uomini di bassa condizione, al delittuosi, agli schiavi, agli assassini. Una persona che avesse subita la flagellazione era per sempre disonorata. Per questo S. Paolo non volle sottostare ad'essere dai Romani flagellato; — Vi si aggiungeva poi un'altra onta: la nudità. Quale pena! Nulla vi era di più terribile della flagellazione. I pagani stessi, come Giovenale ed Orazio, altamente disapprovavano che venisse inflitta ad un uomo, fosse pure schiavo e delinquente. Si eseguiva ordinariamente con una frusta a quarzo capi, terminanti in forma di triangolo. I quattro capi erano di corda di duro cuoio; per tutta la loro lunghezza avevano una specie di scanalatura, che, nel colpo, aderiva al corpo del paziente, e quando il carnefice rialzava la frusta, toglieva nello stesso tempo un brano di carne della lunghezza e della larghezza della scanalatura. Ora immagina di vedere il tuo Gesù! «Il divin Maestro venne condotto verso una colonna di marmo, fissa nel terreno. Un anello era infisso al sommo di quella colonna, la cui bassezza obbligava la vittima, legata ai polsi, a tenersi curvata in avanti, presentando le spalle all'azione dello staffile. Gli esecutori spogliarono Gesù, legarono fortemente le sue mani all'anello della colonna, e gli buttarono sulla faccia il velo destinato a nascondere le sue lacrime ed a soffocare le sue grida. Per ordine del procuratore il carnefice cominciò a colpire con lentezza, spaziando i colpi sulla carne palpitante, affinché nessiuna parte rimanesse priva di dolore. I solchi si avvicinarono ai solchi, prima d'incrociarsi, con arte studiata, scuotendo tutto l'organismo con spaventevole commozione. Ben presto la pelle venne strappata e tolta a brani sanguinosi; le costole, scavate dalle acute estremità, mostrarono le ossa, e le profetiche parole del Salmista: «Hanno colpito la mia schiena come un'incudine, hanno potuto numerare tutte le mie ossa», si trovarono realizzate. La faccia e persino gli occhi non sfuggirono alle staffilate, poiché era un passatempo da carnefice quello di sferzare il viso del paziente, per aumentare il dolore della sua espiazione». Pensa ora alla delicatezza e grande sensibilità della santa Umanità di Cristo, e cerca di formarti qualche idea dei dolori del tuo Gesù. Perché mai Gesù volle sottostare a così orribile carneficina? Se pensi che nell'antica Legge la pena della frusta veniva applicata per certe colpe libidinose; se pensi che molti e molti cristiani offendono Iddio per contentare la propria carne, immergendosi nei piaceri sensuali; subito comprenderai che Gesù volle sottostare a così orribile carneficina per espiare tante colpe di senso. Come devi piangere le tue colpe!
SECONDO PUNTO
Devi aver sempre un grande orrore per il peccato d'impurità: ecco la conseguenza di quanto hai meditato. Oltre che per le pene sofferte da Gesù nella flagellazione, devi avere in orrore questo peccato per gli effetti funesti che produce in un'anima. Se la castità orna gli Angeli, questo vizio abbassa alla condizione delle bestie. — Toglie i lumi della ragione. Appena l'uomo cade in dominio di questo vizio, la ragione si alza a mostrarne la deformità; ma l'impudico ne soffoca la luce, perché la passione non resti turbata. Dice la Sacra Scrittura, che appena i vecchioni tentarono la casta Susanna, perdettero il senno. — Questo vizio toglie i lumi della grazia. Iddio ha in sommo orrore questo peccato; non comunica i suoi lumi, che sono del tutto puri, alle anime impure. L'uomo sensuale, dice S. Paolo, non gusta, non percepisce le cose spirituali». Lo vedi in Davide. Commise il peccato e divenne talmente cieco che per molti mesi visse senza badare alla sua colpa e senza pensare al ravvedimento. Fu necessario inviargli un Profeta, che gli aprisse gli occhi e lo convertisse a penitenza. —. Questo vizio fa perdere la fede. Il fuoco dell'inferno è molesto a un impudico; facilmente egli lo mette in dubbio, lo nega. Un Dio, che castiga il delitto d'un momento con una pena eterna, pare all'impudico un Dio crudele ed ingiusto. Non si può mutarlo; bisogna negarne l'esistenza. Salomone per tal vizio si fece idolatra. Quale orrore devi avere di questo vizio! Impara da Dio ad averlo in
abbominio. Le vendette più terribili, che Egli abbia fatte degli uomini, ebbero sempre per oggetto questo brutto peccato. Le acque del diluvio non inondarono tutta la terra, come si esprime la Scrittura, se non per spegnere i fuochi che dalla concupiscenza erano stati accesi in tutti i cuori. Le fiamme dal cielo caddero sopra le infami città per questo abbominevole vizio. Per questo Onan verme colpito da morte violenta ed improvvisa, e Davide fu castigato da Dio con orribili flagelli. Per questi peccati sensuali di cui si ricoprì, l'innocente Agnello Cristo Gesù venne abbandonato all'orribile ed umiliante carneficina della flagellazione. Odia, quindi, ed odia sempre un così orribile vizio, e prega il Signore che te ne imprima nel cuore un santo orrore.
TERZO PUNTO
Hai in orrore questo vizio nefando? Perché, dunque, ti esponi al pericolo, non mortifichi i tuoi occhi, ti abbandoni a quelle curiosità, a quelle letture? Rifletti che questo vizio ha intelligenze secrete col tuo cuore e con tutte le tue passioni; se non stai prudente e vigilante presto soccomberai. Questo pericoloso nemico non si vince che con la fuga. E' col fuggire che potrai vincere, poiché se cadi nell'insidia, ne resterai vittima. — Devi fuggire subito. Il demonio ti descriverà il pericolo come cosa da nulla. Tu, da lui lusingato, dirai: ma che cosa c'è? non faccio nulla!... non sono un bambino... so usare prudenza!. Ricordati che i maggiori incendi cominciano da una scintilla, da principio non bene spenta. Le maggiori cadute spesso derivano da uno sguardo inconsiderato; ne hai un esempio in Davide. Quante volte una sola parola equivoca, dalla quale non fu subito ritirato il pensiero, è stata funesta alle anime innocenti! I maggiori disordini cominciano da piccole libertà, non subito rintuzzate. Si dice: «Se io m'accorgessi che la cosa si avanza di troppo, romperei ogni famigliarità». Se al presente, che sei legato per un tenue filo, non hai la forza di romperlo, come lo farai quando sarai stretto da una fune? Fuggi sempre, dunque, fuggi subito. — Fuggi lontano. Per poco che si accosti alla fiamma una brace spenta, ma ancor fumante, si riaccende. Questa è la disposizione del tuo cuore; allontanalo quanto ti è possibile dagli oggetti, che possono infiammarlo, se non vuoi che si accenda. Ma è una persona verso la quale ho tante obbligazioni!... Ricordati che ne hai senza paragone di più verso il tuo Signor Gesù Cristo, che sparse il suo Sangue tutto per te, e si sottomise a così orribili pene. — E' una persona pia, devota... mi fa tanto bene la sua presenza!... E il caso di fuggire, e fuggire più lontano. Ricordati che per te è la persona più pericolosa. — Vivi in comunità? Se non vuoi perdere l'orrore a questo vizio, se non vuoi esser da esso incatenato e fatto schiavo, guardati dalle amicizie sensibili, particolari. Niente di più funesto. Appena nasce nel tuo cuore una simpatia, sradicala con ogni diligenza. Se sei già vittima di un'amicizia sensibile, evita, per quanto sta in te, senza fare stranezze e sgarbi contro la carità, quella persona. Lascia che altri ne goda la compagnia, allontana dalla tua mente il pensiero, guardati dal gettare su di lei il tuo sguardo, specialmente quando non ti vede. Metti a parte subito della cosa il tuo confessore, rendi a lui conto esatto dei tuoi sforzi. — Se userai queste diligenze si manterrà in te un vero orrore al vizio nefando. Pensa, però, che, come in tutte le cose, specialmente in questa nulla puoi da te. — A Dio, quindi, devi sempre sollevare il tuo spirito, a Lui domandare la purezza del tuo cuore, e dirgli spesso: «Cor mundum crea in me, Deus». Imita il caro S. Luigi
Gonzaga, e affida alla protezione di Maria il tuo corpo, il tuo cuore, l'anima tua, pregando questa buona Madre che ti custodisca sempre come cosa tutta Sua. Mortifica la tua carne, i tuoi sensi, e, quando questi si ribellano alla mortificazione e penitenza, guarda il tuo Gesù tutto pesto e flagellato per i tuoi peccati, ed animati a sottoporti alla mortificazione. Se mortificherai sempre la tua carne, vivrai.
ORAZIONE. — O Padre Eterno, io vedo la gravezza dei miei peccati nella flagellazione del vostro caro Figliuolo! E che posso offrirvi in soddisfazione se non le piaghe e il Sangue di Gesù mio Salvatore? Vi presento i meriti della sua Carne santissima per le iniquità della mia contaminata e peccatrice. La mia carne insolente ha provocato la vostra ira; la Carne umiliata di Gesù vi plachi e vi pieghi a misericordia verso di me. — O Gesù, amante della castità, amantissimo delle anime pure, io mi dolgo di avervi così deformato con le mie impurità, e imploro dal vostro Cuore pietosissimo il perdono di tanti miei peccati e l'aiuto per l'avvenire di non offendervi più. Estinguete in me gli impuri desideri, non permettete che io sia vinto dalle tentazioni, ma datemi forza per superarle e soffocare le mie passioni! Concedetemi un grande amore alla virtù così cara al vostro Cuore, e quel santo spirito di castità per cui io custodisca sempre più gelosamente una virtù tanto preziosa! E poichè non posso allontanare il nemico che è in me, a Voi affido tutto me stesso, affinchè, con la vostra potenza e per la vostra gloria, io sia preservato da tanti pericoli. — Madre mia
Maria, Vergine purissima e castissima, abbiate cura di me; guardatemi, difendetemi come cosa tutta a Voi consacrata.
GIACULATORIA. — Cor Jesu, attritum propter scelera nostra, miserere nobis. Cuore di Gesù, spezzato per i nostri peccati, abbi pietà di noi.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro
Bergamaschi)
