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FESTE MOBILI:

 

V DOMENICA DI QUARESIMA

 

MEDITAZIONE XXXIII 
Il buon Ladrone. 

 

Preludio 1. — «Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno. — Oggi sarai con me in Paradiso». 

 

Preludio 2. — Ascolta l'umile confessione del buon ladro sulla Croce; vedi lo zelo con cui difende l'innocenza di Gesù ed ascolta quale premio gli è promesso. 

 

Preludio 3. — Signore Gesù, fate ch'io impari a corrispondere, come il buon ladro, alle vostre grazie, e possa cosìconseguire la salute eterna. 

 

PRIMO PUNTO 
«Furono crocifissi con Gesù due ladroni, uno a destra, l'altro a sinistra, e questi lo svillaneggiarono», ripetendo le medesime bestemmie degli Scribi, e degli anziani. Ma non appena Gesù pronunzia la preghiera misericordiosa al Padre per i suoi nemici, ecco che la bestemmia muore sulle labbra dello sciagurato che gli sta alla destra. La calma, la pazienza, la mansuetudine di Gesù fanno grande impressione sul suo cuore; egli entra in sè e pensa. — Tanta mansuetudine, dice forse nel suo cuore, verso coloro che gli procurono tante pene e verso di noi che lo insultiamo, è certo cosa mirabile, incomprensibile! La calma, la sua pazienza mostrano apertamente la sua innocenza; eppure anch'io l'insultavo. Me miserabile! — Il timore dei divini giudizi s'impossessa di quel cuore; quel timore che è principio della vera sapienza e d'una vera penitenza. Al compagno, che continua a bestemmiare Gesù, dice: «Tu non temi dunque Dio, tu che stai per morire?». Mirabili parole! Non si contenta d'aver egli timore divino, ma cerca d'inspirarlo al suo compagno; non è ancora che penitente, e fa da apostolo e da predicatore. La grazia, effetto dei meriti e della preghiera di Gesù, continua a lavorare in quel cuore, ed il buon ladro vi coopera. Non ha in libertà che il cuore e la lingua, e con l'uno e con l'altra risponde alla grazia. Mentre col cuore si pente delle sue colpe, con la lingua le confessa, e proclama quanto sia giusto il castigo che subisce: «Se noi soffriamo, soffriamo giustamente, ricevendo la ricompensa dei nostri delitti». In faccia a tutti predica poi l'innocenza di Gesù: «Questi nulla fece di male». La sua umile confessione e la difesa di Gesù gli meritano maggior grazia. La mente del ladro resta illuminata da vivissima fede, il suo cuore è confortato dalla speranza ed acceso da ardentissima carità. Con la fede confessa la divinità di Gesù: «Signore, ricordati di me, quando verrai nel tuo regno». Vede confitto Gesù Cristo alla Croce, e lo prega come se lo vedesse assiso nei cieli; lo vede condannato ad un infame supplizio, e lo invoca come Re e Sovrano dell'universo; lo vede in mezzo alle umiliazioni e ai tormenti, e lo adora come se lo vedesse sul trono della sua gloria. E' morente, vede Gesù morente, e gli domanda la vita; è crocifisso, vede Gesù crocifisso, e gli parla del suo Regno; non vede che la Croce, e la sua fede gli rappresenta un trono. Oh fede vivissima del buon ladro! — La speranza gli mette la preghiera sulle labbra: «Ricordati di me». La carità lo spinge a desiderare l'unione con Gesù; ma conoscendo di non meritarla, si accontenta di dire: «Ricordati di me, quando verrai nel tuo regno»: Vedi la mirabile operazione della grazia in quel cuore, e anche la mirabile cooperazione di esso! — Gesù volge lo sguardo soave e dolce al buon ladro e gli dice: «In verità ti dico: Oggi sarai con me nel Paradiso». Quale misericordia, quale generosità! Gesù dona il cielo a questo povero peccatore, cielo che gli costa prezzo infinito. Lo dona ad un delinquente, che si era macchiato dei più grandi delitti, e glielo dona senza ritardo; e ciò per una confessione dolorosa ed umile, per una parola di pentimento, per la cooperazione docile alla sua grazia, trovata in quel cuore.

 

SECONDO PUNTO 
Anche a te, più che al ladro, concedette Gesù grazie innumerevoli. Come il buon ladro anche tu devi cooperare alla grazia. E' necessario: «Dio, dice S. Agostino, ti ha creato senza di te, perchè tu non hai dato vessun consenso, nè eri in grado di darlo, mentre non esistevi. Iddio, però, che ti ha creato senza di te, non ti giustifica, nè ti salva senza di te. E più chiaramente San Giovanni Crisostomo: «Iddio ti usa misericordia, ma non già senza condizione di sorta; Egli, anzi, ti dice: Dà tu pure qualche cosa: un carico di peccati oltremodo grave ti opprime, i tuoi trascorsi sono senza numero: io voglio liberartene; ma stendi anche tu la mano verso di me; non già che io abbia bisogno di te, ma perchè è voler mio che tu cooperi in parte alla tua salvezza». Se vuoi salvarti devi, quindi, cooperare alle grazie del Signore. La grazia divina è lume celeste, atto ad illuminare il tuo intelletto, è forza potente a muovere la tua volontà; ma come la luce non produce il suo effetto in chi chiude volontariamente gli occhi, così anche la grazia non ti illuminerà, se ad essa resisti, nè ti aiuterà se la rifiuti. Ne hai una prova evidente sul Calvario. Due sono i ladri crocifissi con Gesù. Per tutti e due prega Gesù; a tutti e due mostra la sua mansuetudine, la prova della sua innocenza; a tutti e due offre la sua misericordia. Uno l'accoglie, prega, confessa le sue colpe, e dalla croce passa con Gesù al Paradiso; l'altro la rifiuta, si ostina, e precipita nell'inferno. Questo scellerato si danna, ed è vicino a Maria, accanto a Gesù. Si danna, ed ha inteso i sospiri, i gemiti di Gesù, ed il Sangue divino ha bagnato anche la sua croce. Non corrisponde, non coopera, chiude il suo cuore, resiste e si perde. Vedi come è necessaria la tua cooperazione alla grazia di Gesù! Scrive, perciò, l'Apostolo: «Noi vi esortiamo, che non riceviate invano la grazia di Dio. Perché Egli (il Signore) dice: Ti esaudii nel tempo accettevole, e nel giorno di salute ti porsi soccorso. Ecco ora il tempo accettevole: ecco ora il giorno della salute. Adesso, mentre sei in questa vita, mentre le grazie ti piovono in grande abbondanza, adesso, mentre è ancor giorno, devi fare le opere della luce, le opere della salute. Tu non sai quando incomincerà per te la notte, in cui non ti sarà dato più di operare e di corrispondere alla grazia, essendo che questa non ti sarà più allora concessa. Mentre l'hai, quindi, devi ad essa cooperare. 

 

TERZO PUNTO 
Cooperi tu alla grazia del Signore? Certo il Signore non manca di parlare al tuo cuore, d'illuminare la tua mente; ebbene, vi corrispondi? Entra in te stesso; anche al presente ignori, forse, quello che Dio richiede da te? No davvero! Tu sai che è quel sacrificio, quel l'immolazione intera e generosa di te medesimo; e perché non la compi? Batte Gesù alla porta del tuo cuore, e da quanto tempo!... ma tu glielo tieni sempre chiuso. Vedi? Non solo non cooperi, ma resisti alla grazia. — Sei sempre attento, raccolto per non perdere neppur la più piccola grazia? In mezzo alle vicissitudini della vita, al rapido scorrere del tempo, c'è una cosa stabile, che ti segue in tutte le circostanze in cui puoi trovarti, che non ti abbandona mai, ed è precisamente la grazia del tuo Signore. «La tua misericordia, o Signore, diceva il Salmista, m'accompagna in tutti i giorni della vita mia». Il Signore ti circonda delle sue grazie; ma quanta attenzione, quanto raccoglimento si richiede per non perderle! L'hai tu? Certo son grazie, e quali grazie, la parola di Dio, la meditazione quotidiana, coi lumi che Dio stesso in esse ti concede; grazie quelle parole che ascolti, pare a caso, e che, invece, sono proprio utili, adatte al tuo cuore, ai bisogni che hai; ma la dissipazione, la poca o nessuna attenzione che vi presti te le fanno perdere. In altri produrranno il centuplo, in te nulla, perché non le accogli. Per aprire la porta del tuo cuore a Gesù, è necessario conoscere innanzi tutto la presenza di questo Maestro divino ed intendere il dolce suo invito! ma come lo potrai tu, che non hai mai l'orecchio attento alle sue parole? Quanto è necessaria, quindi, questa continua attenzione interna per non perdere le grazie del Signore! L'hai tu? Diceva quel pio autore dell'Imitazione di Cristo: «Beata l'anima, che ascolta il Signore che le parla dentro, e dalla sua bocca riceve la parola di consolazione! Beate le orecchie, che stanno attente al dolce suono delle divine ispirazioni, e non sentono nulla dei rumori del mondo! Beate davvero le orecchie, che non il frastuono di fuori, ma ascoltano la verità che parla e ammaestra interiormente! Beati gli occhi serrati alle cose esteriori e fissi alle interne! Beati coloro che si raccolgono ben addentro, e con l'esercitarsi ogni giorno s'adoperano di rendersi sempre più capaci degli arcani celesti! Beati quelli il cui contento è attendere a Dio, e sanno sbrigarsi d'ogni impaccio mondano. Considera qui, o anima mia, e chiudi le porte dei tuoi sensi, per poter sentire che cosa dica dentro di te il tuo Signore Iddio». Se vuoi corrispondere veramente alla grazia, guardati dal difetto che si vede in molti: l'incostanza. Quanti, dopo una predica ascoltata, dopo un corso di esercizi spirituali, dopo una grazia segnalata del Signore, nel momento del fervore, si slanciano nella via dello spirito, fanno anche sacrifici e distacchi!... Ma è cosa di poche settimane, di pochi giorni. Di nuovo si lasciano vincere dal torpore spirituale, si rifiutano alla fatica e tornano alla tiepidezza di prima. Non avresti tu imitato costoro? Ah! ricordati che «nessuno, che dopo avere messa la mano all'aratro volga indietro lo sguardo, è buon per il regno di Dio». «Il regno dei cieli si acquista con la forza, ed è preda di coloro che usano violenza». «Tanto farai profitto, quanto ti sarai saputo far violenza». 

 

ORAZIONE. — Come fu grande la vostra misericordia, o Signore Gesù, verso il buon ladro che vi stava alla destra! Non appena confessò le sue colpe, vi riconobbe per suo Signore, proclamò la vostra innocenza, Voi gli prometteste il santo Paradiso, ed in quel giorno medesimo a Voi l'associaste. Quanto conforto non reca al povero mio cuore tanta vostra bontà! Anch'io sono un povero peccatore; ma anche per me avete sparso il vostro Sangue preziosissimo e supplicato il Padre vostro. Con la stessa fiducia grido, quindi, anche io: «Memento mei, Domine!» Ricordatevi di me o Signore, mentre siete nel vostro Regno! Lo so che Voi sempre vi ricordate di me e sempre mi siete largo delle vostre grazie e benedizioni. Lo so che è mia colpa se non sono ancora pervenuto a quel grado di santità, che Voi giustamente da me vi aspettavate. Bastava ch'io cooperassi a tante vostre grazie. Ebbene, o Signore, mentre vi domando perdono della mia trascuratezza passata, vi prometto maggior attenzione per l'avvenire. Aiutatemi sempre Voi con la santissima vostra grazia, sicchè anch'io, nel giorno della mia morte, possa ascoltare quelle dolci vostre parole: «oggi sarai con me in paradiso». 

 

GIACULATORIA. — Cor Jesu, pax et reconciliatio nostra, miserere nobis. Cuore di Gesù, nostra pace e riconciliazione, abbi pietà di noi.

 

(Tutti i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro Bergamaschi)

 

 

LITANIE DEL PENTIMENTO

 

FIORETTO DEL GIORNO:

 

Mantenendo l'eleganza, secondo il proprio stato, non lasciarsi trascinare dalla moda e sacrificare un'acconciatura, un ninnolo

scrivi il tuo nome se oggi hai fatto un fioretto:

 

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