MEDITAZIONE XVIII
Gesù davanti ad Anna e Caifa.
Preludio 1. — «Lo condussero prima ad Anna. Ea Anna lo mandò legato al Pontefice
Caifa. Tutti lo condannarono per reo di morte».
Preludio 2. — Ti immaginerai di vedere Gesù dinanzi ad Anna e Caifa, dinanzi ai giudici del Sinedrio, come fosse il più infame reo della terra.
Preludio 3. — Signore Gesù, fatemi ben comprendere il grande insegnamento, che mi date con l'aver permesso che vi trascinassero dinanzi ai tribunali; come, cioè, anch'io se vivrò piamente in Voi, sarò dai mondo perseguitato e iniquamente giudicato! Ch'io ben apprenda da Voi ancora la maniera
di comportarmi in queste occasioni.
PRIMO PUNTO
Catturato che fu Gesù, lo condussero prima alla dimora di Anna, non per un giudizio propriamente detto, e nemmeno per un'istruzione regolare del processo, ma semplicemente per soddisfare il desiderio di Anna. Infatti, per lui non doveva essere piccola gioia il vedersi dinanzi umiliato ed affranto il suo avversario, fino a quell'ora trionfante. In quella vecchia volpe si annidava un cuore di tigre, e poiché la sete del sangue lo aveva invaso, egli si diede ad imitare la belva, la quale scherza della sua vittima prima di ucciderla. In quale condizione si trovò mai Gesù! — Anna l'interrogò dei suoi discepoli e della sua dottrina. Gesù gli rispose: Io parlai palese al mondo: Io sempre insegnai nella sinagoga del Tempio, dove convengono tutti i Giudei, e di nascosto nulla parlai. Perchè interroghi me? interroga coloro, che udirono quello che loro parlai; Questi sanno quali cose io abbia dette». La risposta fu perentoria; grande l'imbarazzo in cui si trovò Anna. Venne a liberarlo «uno dei ministri presenti», che, per rendersi benemerito ad Anna, ricorse ad un orribile insulto, dando «uno schiaffo a Gesù, dicendo: così rispondi al Pontefice?». Pensa quale ingiuria, quale umiliazione per Gesù! Il Dio della gloria schiaffeggiato da un Giudeo
vilissimo, da un servo, alla presenza di molti! Di più: schiaffeggiato da Malco, a cui aveva risanato l'orecchio nell'orto degli olivi! Gli rispose Gesù: Se ho parlato male, attesta questo male; se bene, perché mi percuoti?». Quanta bontà, mansuetudine, sapienza in questa risposta! Questa mise ancor più nell'imbarazzo Anna, che, perciò, «lo mandò legato al Pontefice Caifa». Gesù si trovò, quindi, dinanzi al gran Sinedrio che lo doveva condannare. Quei giudici erano persuasi dell'innocenza di Gesù, ma dava loro fastidio il Salvatore perché chiaramente predicava la verità, e manifestava le loro cattive opere. Se ne volevano disfare; però lo si voleva fare legalmente, dietro un formale processo. Si cercarono dei prezzolati testimoni; «ma la loro testimonianza non era concorde». Non occorreva, quindi, rispondere. Per questo, alla domanda del Pontefice: «Non rispondi nulla alle cose, che costoro ti rinfacciano? Gesù taceva».
Caifa, allora, direttamente interrogò Gesù. Secondo la legge, attribuirsi la dignità di Messia o di Profeta era un costituirsi bestemmiatore contro Dio, e come tale, degno di morte; quindi, Caifa disse a Gesù: «Sei tu Cristo, il figliuolo di Dio benedetto? E Gesù: Io sono: e vedrete il Figliuol dell'uomo sedere alla destra della maestà di Dio, e venire sulle nubi del cielo. Ed il Sommo Sacerdote, stracciatesi le vesti, disse: Che bisogno abbiamo più di testimoni? Udiste la bestemmia? Che vi pare? E tutti lo condannarono per reo di morte». Quale malizia, ipocrisia, empietà! Si giustifica Gesù, si difende? Egli ode la falsissima accusa, e con pazienza la soffre, e con mansuetudine tace. Oh ammirabile esempio!
SECONDO PUNTO
Anche tu «se piamente vivrai in Gesù Cristo sarai perseguitato» dal mondo. Perché «non si dà servo maggiore del suo padrone. Se hanno perseguitdto Gesù, perseguiteranno anche te. Se tu fossi del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma perchè non sei del mondo, ma Gesù ti ha eletto dal mondo, per questo il mondo ti odia». Siccome tu vivi della vita di Cristo, la tua condotta condanna la malvagia vita del mondo; la tua vita è altresì una luce, che manifesta evidentemente la corruzione dei malvagi; essi, perciò, gridano contro di te: «Facciamo cadere il giusto nei nostri lacci, perchè a noi è molesto, e contrario al nostro modo di vivere. Ci rinfaccia le trasgressioni della legge, e ci disonora mettendo in discredito i fatti della nostra condotta... E' divenuto il censore dei nostri stessi pensieri. Il solo vederlo è per noi insopportabile; perchè la sua vita non è simile a quella degli altri; e tiene egli una condotta differente. Ci reputa come gente che non si perde che in
bagatelle. Si atiene dalla nostra maniera di vivere, come da una cosa impura. Preferisce quel che i giusti aspettano alla morte, e si gloria di aver Dio per Padre». Queste sono le parole che gli Scribi e i Farisei dicevano contro Gesù, questi, e non altri, i motivi per cui lo condannarono. Che bella sorte per te l'esser trattato come Cristo Gesù! — Quanti vantaggi avrai dalla persecuzione dei cattivi! Anche tu hai i tuoi difetti, le tue debolezze; con le persecuzioni verrai a purificarti. «La malizia dei malvagi, è, rispetto ai buoni, nelle mani di Dio come uno strumento tagliente, di cui Egli si serve per risecare ciò che c'è in essi ancora di troppo umano, terrestre d imperfetto». Le persecuzioni dei malvagi ti stringono più a Dio, facendoti sentire grande bisogno del suo sostegno. Per esse la tua virtù si rassoda, il tuo fervore s'accresce. Non fu, forse, nei tre primi secoli della Chiesa, quando crudelissime erano le persecuzioni, che il fervore dei cristiani fu più grande? Ecco, perché S. Ignazio di
Loiola, sul letto di morte, diceva ai suoi figli: «In Paradiso pregherò che siate sempre perseguitati, perché fino a quando contro di voi s'armerà il mondo, il fervore sempre si conserverà». «Beati, quindi, quelli che soffrono persecuzione per la giustizia... Voi sarete beati allorché gli uomini vi perseguiteranno... Rallegratevi, allora, ed esultate».
TERZO PUNTO
Soffri tu vessazioni, persecuzioni dai malvagi, perché vivi piamente in Cristo Gesù?... Sei da essi schernito, deriso, insultato?... Sei schernito per l'abito che porti, per l'ordine, o stato a cui appartieni?... Ebbene, ringrazia il Signore! E' Cristo che lo permette per il tuo bene, per la sua gloria. Di' con l'Apostolo: «Io godo di quel che patisco... e dò nella carne mia compimento a quello che rimane dei patimenti di Cristo». Fai tu cosi? Oppure ti lamenti, gridi all'ingiustizia? Ma sono false le cose che asseriscono di me, mentre io non cerco che la gloria del mio Gesù! — E' ben questa la tua gloria. Senti, che cosa dice Gesù: «Voi sarete beati allorché gli uomini vi caricheranno di maledizioni, e diranno falsamente ogni sorta di male contro di voi a motivo di me». Due cose, quindi, ti devono rendere beato: che il male che asseriscono di te sia falso, e che te lo dicano per motivo di Gesù. — Preghi tu per quelli che ti perseguitano? Offri le tue pene per la salute eterna dell'anima loro? Così facendo S. Stefano, e la sua preghiera ottenne la conversione di Saulo in Paolo, Apostolo di Cristo. Lo stesso Paolo, senti come parla: «Riceviamo maledizioni, e corrispondiamo con benedizioni... Alle ingiurie, che ci vengono fatte, rispondiamo con preghiere». Non soffri tu al presente vessazione di sorta? Ebbene, preparati ad esse, e preparati con una santa vita, conforme alla tua vocazione. Esse verranno; è la via che percorsero tutti i Santi. Quindi, a Giacomo e Giovanni, che domandavano a Cristo la grazia di assidersi nel suo Regno, Egli rispondeva: «Potete voi bere il Calice ch'io devo bere?». Per questo calice intendeva quello dei patimenti. Preparati con la preghiera assidua, desideroso ancor tu di patire contumelia per Cristo. — Se sei Sacerdote, oh come devi prepararti alle persecuzioni del mondo! Tu devi praticare la verità; quindi molti nemici a te si opporranno. Forse, per odio alla verità, ti trascineranno ai tribunali, come Cristo Gesù; forse ti getteranno nelle prigioni, ti condanneranno; ebbene, guarda allora il tuo Gesù, il quale fu condannato alla morte, «per avere sotto Ponzio
Pilato, e in faccia ad esso, reso testimonianza alla verità». Guardati, per evitare le persecuzioni, di accondiscendere con la tua parola allo spirito del mondo; ma parla «opportunamente e
importunamente, riprendi, minaccia». Se i malvagi si alzassero a lodarti, trema allora, e ricordati delle parole di Cristo: «Guai a voi, allorchè gli uomini diranno bene di voi! perché questo è quanto avvenne anche ai falsi profeti».
ORAZIONE. — Signore Gesù, supremo Giudice dei vivi e dei morti, vero Dio e vero uomo, io mi umilio dinanzi a quel Trono di
maestosa potenza in cui ora sedete, e in cui vi farete vedere nel finale Giudizio per essere adorato ed esaltato da tutti i viventi. Godo che s'accosti quel tempo di vostra esaltazione, in cui Voi, sommamente glorioso e trionfante, vi mostrerete ai vostri nemici, ch'ebbero l'ardire di giudicarvi e condannarvi, mentre erano certi della innocenza vostra e della vostra santità. Fate, o Signore Gesù, che io segua i vostri esempi nelle mortificazioni e persecuzioni che dovrò subire dagli uomini. Bramo di sopportarle con pazienza, senza vendetta o risentimento. Vi supplico che mi diate forza a farlo. Eleggo d'essere umiliato con Voi, mentre spero che la mia innocenza sarà esaltata da Voi. Fatemi sempre più conoscere il sommo onore che Voi tenete apparecchiato nel giorno del Giudizio e nei giorni eterni a chi vi serve, vi ama, e per amor vostro non cura l'onor suo, ma solo attende ad esaltare Voi. Propongo intanto di procurar sempre la vostra gloria, l'onor vostro; e se non lo potrò ottenere che per mezzo della mia umiliazione, del mio annientamento, meglio, o Signore! Fin d'ora ve ne ringrazio, e ve ne ringrazio con tutto il cuore.
GIACULATORIA. — Cor Jesu, maiestatis infinitae, miserere nobis. Cuore di Gesù, maestà infinita, abbi pietà di noi.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro
Bergamaschi)