MEDITAZIONE XXXI
La Crocifissione.
Preludio 1. — «Lo crocifissero... I soldati poi, crocifisso che ebbero Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tonaca».
Preludio 2. — Rappresentati il tuo Gesù spogliato nudo e inchiodato sulla Croce. Vedi i soldati dividersi le vestimenta e mettere a sorte la tonaca.
Preludio 3. — Signore Gesù, crocifisso per amor mio e ridotto alla massima indigenza, tanto da essere privato delle medesime vesti, insegnatemi il distacco da ogni cosa ed imprimetemi nel cuore un grande amore alla povertà.
PRIMO PUNTO
Il ferale corteo aveva toccato la cima del Calvario. I soldati si fermarono e si prepararono alla crocifissione. Dapprima: «gli dettero a bere del vino mescolato con fiele; ed assaggiato che l'ebbe, non volle berne». Era di uso all'ora dell'esecuzione, offrire simile bevanda ai condannati, per fortificarli e renderli meno sensibili al dolore con una specie di ubbriachezza e di sonno fittizio. Non potendo opporsi a questa pratica ispirata dalla compassione, si crede che i Giudei, per una fine barbarie, abbiano mescolato con questa bevanda, già fortissima, qualche sostanza più amara, che la rese ancor più disgustosa. «Assaggiata che l'ebbe, Gesù non volle berne», per assaporare tutti i dolori della sua immolazione, senza che nulla ne diminuisse l'acerbità o ne abbreviassero la durata. Tutto era pronto per il supplizio, e, preparata la Croce, i soldati s'impadronirono di Gesù per inchiodarvelo: Cominciarono a spogliarlo delle sue vesti, poiché la legge od almeno l'uso, così richiedeva per i crocifissi, al fine di accrescere l'ignominia della loro morte. Questo fu per il Salvatore, una rinnovazione della sua flagellazione. I suoi abiti, attaccati alla carne lacera e sanguinante, non poteron essergli tolti senza riaprire le piaghe, ed il suo castissimo corpo apparve una seconda volta senza velo agli sguardi della folla. La vergogna che ne provò, fece fremere la sua natura umana. — Poi lo crocifissero. Da se stesso si mise nelle mani dei soldati, con la docilità d'un fanciullo. Miralo presentare Egli medesimo le sue mani ai carnefici! Vedi quegli inumani che inchiodano dapprima la sua mano destra, questa mano da cui sgorgarono tutte le grazie del mondo e la fissano al braccio della Croce, conficcando un chiodo nel palmo. Un fremito di dolore agita tutte le membra di Gesù; il suo corpo si contrae talmente che occorre tirare il braccio per inchiodare l'altra mano. Che scena terribile! La descrizione che ne fecero i Santi, favoriti di divine rivelazioni, spaventa l'immaginazione. E violenza maggiore vedi usarsi per inchiodare quei sacri piedi, che secondo l'opinione comune, fremono in tutto il corpo, le vene si rompono, i muscoli sono torturati, le ossa si slogano. Così si compie con spaventosa realtà la profezia di Davide: «Hanno forate le mie mani ed i miei piedi; hanno contate tutte le mie ossa». — I soldati, poi crocifisso che ebbero Gesù, presero le sue vesti (e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato) e la tonaca. Ora la tonaca era senza cuciture, tessuta tutta dalla parte superiore in giù. Dissero, perciò tra loro: Non la stracciamo, ma tiriamo a sorte a chi tocchi. Affinché si adempisse la Scrittura, che dice: Si divisero tra loro le mie vestimenta, e sopra la mia veste gettarono la sorte. E questo fecero i soldati. Contempla il tuo Gesù! Vedi fino a qual punto spinse la sua povertà e indigenza! Eccolo nudo e spoglio di tutto. Prima ancora che spiri, le vestimenta sue sono messe alla sorte. Egli diventa il più povero di tutti i poveri.
SECONDO PUNTO
Anche tu devi amare la povertà. Ti spinga innanzi tutto l'esempio di Cristo. Egli nasce povero a Betlemme, nasce in una stalla e solo pochi pannicelli ravvolgono le sue membra delicate. Vive povero a Nazareth, e guadagna il pane col sudore della sua fronte. Nella sua vita pubblica vive di carità, e, mentre «le volpi hanno le loro tane e gli uccelli dell'aria i loro nidi, Gesù non ha dove posare il capo». Sulla Croce lo vedi, come hai meditato, nella massima povertà, e finalmente lo vedrai seppellito per carità, ricevendo il lenzuolo, che lo deve avvolgere ed il sepolcro da uno dei suoi amici. Ora, tu che sei cristiano, cioè seguace di Cristo, non amerai la povertà come l'ha amata il tuo Gesù? Quanti vantaggi ti apporterà la santa povertà! — Primo: essa ti distaccherà dalla terra e ti congiungerà con Dio. Un'anima attaccata alle ricchezze ed alle cose della terra è come un uccello avvinto da un laccio, sempre impedito dal librare il suo volo nell'aria. Se tu distaccherai, quindi il tuo cuore dalle sostanze di quaggiù, più liberamente l'anima tua s'innalzerà a Dio. — Secondo: essa ti renderà sicuro nella lotta. Più ti spogli e meno il demonio ha potenza sopra di te, poiché ha meno mezzi per cui assalirti. Orgoglio, ambizione, avarizia, intemperanza, gelosia, pigrizia, voluttà: sopra tutti questi punti l'anima diventa quasi inaccessibile. L'atleta, dice S. Gerolamo, combatte nudo, per timore che il suo avversario, prendendolo per l'abito, non lo metta facilmente a terra. Vuoi tu che fra te ed il demonio le forze siano pari? Spogliati, poiché questo spirito infernale è nudo e povero; egli non ha di proprio che le sue astuzie e la sua malizia. Non vedi, aggiunse S. Giovanni Crisostomo, che per passare a nuoto un torrente si spogliano i propri abiti, e per camminare più presto il viaggiatore non porta nè carichi, nè bagagli? — Terzo: la povertà ti assicura il Paradiso «Beati i poveri di spirito perché di essi, dice Gesù, è il regno dei cieli». Nota che non dice: sarà di essi; ma di essi è il regno dei cieli. Poiché, come quando comperi con le tue sostanze un oggetto, che un altro ha nella sua casa, versato il prezzo,
quell'ogetto diviene tuo, sebbene sia ancora presso il venditore; così il regno dei cieli già è del povero di spirito, perché l'ha comperato con le cose del mondo che ha lasciate. — Quarto: la povertà ti accrescerà la gloria in paradiso. Diceva un giorno Pietro a Nostro Signor Gesù Cristo: «Ecco, che noi abbiamo abbandonato tutte le cose, e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque? E Gesù disse loro: In verità vi dico, che voi, che mi avete seguito, nella rigenerazione, allorché il Figliuolo dell'uomo sederà sul trono della sua maestà, sederete anche voi sopra dodici troni, e giudicherete le dodici tribù d'Israele. E chiunque avrà abbandonata la casa, od i fratelli, o le sorelle, o il padre, o la madre, o la moglie, o i figliuoli, o i poderi per amore del mio nome, riceverà il centuplo, e possederà la vita eterna». — Sei religioso? Te beato! Come sei chiamato ad imitare più da vicino il tuo Gesù nella santa povertà! Per te è altresì dovere il distacco attuale da ogni cosa; con ciò più facilmente distaccherai lo spirito, il cuore.
TERZO PUNTO
Ami la povertà di Cristo? Procuri, per quanto ti è possibile, di conformarti ad essa? Oppure, imiti l'uomo ricco dell'Evangelo, che radunava tutti i prodotti dei suoi grandi possedimenti in vasti granai, dicendo all'anima sua: «O anima, tu hai messo da parte dei beni per moltissimi anni, riposati, mangia,
bevi, datti bel tempo?. Quanto saresti differente dal tuo Signor Gesù Cristo! Senti la risposta che diede il Signore a quel ricco: «Stolto, in questa notte sarà ridomandata a te la tua anima; e quanto apprestasti di chi sarà?». Possedendo tu beni della terra, hai però il cuore distaccato da essi? Questo è l'essenziale della povertà, di maniera, che nulla gioverebbe il lasciar tutto, quando il cuore vi fosse ancora attaccato. — Hai grande desiderio delle ricchezze, grande smania di comparire ricco in faccia agli uomini? Ti procuri, quindi, gli arredi di casa troppo sontuosi, superiori alla tua condizione, forse con scandalo, per lo stato da te abbracciato? Ti accontenti delle cose necessarie, oppure cerchi il superfluo e l'inutile con grande dispendio, mentre i poveri giacciono nell'estrema miseria? Nelle vesti cerchi solo la semplicità, oppure la ricercatezza, l'eleganza, l'attillatura, la vanità? Nel cibo ti accontenti del necessario, evitando ogni golosità? Hai cura delle tue cose, evitando lo sciupio, usandone come si deve? — Sei tu religioso? O allora come sei obbligato ad imitare la povertà di Cristo! Nulla di superfluo nella tua cella. In essa si dovrà vedere una grande pulitezza congiunta con una grande povertà; non quadri con cornici, non oggetti di mero lusso, non vesti appese, non sedie inutili, non ritratti di persone, non uccelli, non cortinaggi al letto, nulla di chiuso sotto chiave. Guardati dall'attaccarti ad oggetti di pietà, come corone, immagini, libri di devozione e simili. Se vuoi imitare Gesù Cristo povero, fa come San Giovanni
Berchmans. Si legge nella sua vita: «Riluceva nella sua camera molta povertà; non teneva libri, nè cosa alcuna che non gli fosse necessaria... nulla aveva, neppure una immagine di carta. Per amore alla povertà religiosa, la mattina d'inverno, subito che si poteva veder lume dalla finestra per studiare, spegneva la lucerna. Era facile accontentarsi d'ogni cosa che gli era data per uso necessario, senza dolersi mai, o mostrare di restar mal soddisfatto, e nel chiedere le cose si mostrava umile e rispettoso con gli ufficiali. Mentre stette nel ritiramento, al suo oratorio, tenne una croce di legno lunga un palmo circa, mal fatta e tinta con inchiostro e dinanzi a quella faceva le sue orazioni. Gustava che le cose dategli per suo uso fossero vecchie e da povero, e, per affetto alla povertà, nello scrivere lasciava poco margine e scriveva fitto. Teneva gran cura delle cose dategli per uso e diceva che noi dobbiamo essere come le statue, alle quali tanto è avere una veste nuova quanto una vecchia, nè ricusano di essere vestite, nè si dolgono d'essere spogliate. Teneva tutte le cose sue pulite, non per vanità, ma perchè la regola comanda che ognuno abbia cura della nettezza, nè partiva mai di camera che non lasciasse il suo tavolino ben pulito ed acconcio».
ORAZIONE. — Signore Gesù, non vi siete accontentato di dirmi d'essere povero di spirito, ma per primo praticaste Voi la santa povertà! Sulla Croce come risplende la vostra povertà! Vi vedo nudo e spogliato d'ogni cosa; non un letto, che vi riceva morente; non un guanciale dove posare la vostra testa; neppure le vesti vi ricoprono; queste, anzi, vi son tolte e messe a sorte prima ancora che esaliate lo spirito. Davvero, o Gesù, siete il più povero di tutti i poveri! Ch'io ami, o Signore, dietro il vostro esempio, la santa povertà! Distaccatemi Voi da ogni cosa terrena, imprimetemi nel cuore un santo disprezzo per ogni sostanza di quaggiù, affinché possa sempre liberamente alzarmi a Voi e riposare sempre nel Cuor vostro. Signore Gesù, che, ricchissimo, vi rendeste povero per arricchire l'anima mia, concedetemi la grazia di seguire i vostri esempi e di farmi povero per amor vostro!
GIACULATORIA. Cor Jesu, paupertatis amantissimum, miserere nobis. Cuore di Gesù, amante della povertà, abbi pietà di noi.
(Tutti
i testi sono tratti dal libretto: La Passione di Gesù Cristo - di Mons. Pietro
Bergamaschi)