UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

15° Gennaio

 

VADO AL MIO FINE? 

 

Fa del bene al tuo servo, fa ch'io viva, e osserverò la tua parola. Togli il velo ai miei occhi e considererò le meraviglie della tua legge. Forestiero io sono sulla terra, non nascondere a me i tuoi precetti. Si consuma l'anima mia di desiderio per i tuoi giudizi in ogni tempo. Tu minacci i superbi: maledetti quei che deviano dai tuoi precetti! Togli via da me l'obbrobrio e il dispregio, perché le tue massime io curo (Sal. 118, 17-22). 

 

1. Il pensiero del fine deve regnare sovrano, unico: tutto il resto per quello. Con questo movente le tentazioni si combattono e si vincono; i beni della terra si considerano rispetto al vantaggio che hanno o che portano in ordine al fine. Se la ragione di esistere occupa la mente, si mira sempre lassù. L'uomo di un pensiero è potente, irresistibile; cammina risoluto, franco verso la santità. La vita di molti è priva di senso: né cristiana, né umana; vivono, ma non vivono. Pensieri mobili e fluttuanti; capriccio, leggerezza prendente; letture frivole, discorsi vani. La inconsistenza delle azioni, l'agire a caso secondo le convenienze del momento e l'inutilità della vita, dipendono dal dimenticare il fine. Barche errabonde destinate al naufragio; viaggiatori che tengono la strada opposta alla meta; banderuole ridicole dinanzi agli altri e umilianti innanzi a sè; incoscienti e guidati non dalla ragione ma dall'istinto e dal piacere come gli animali. 

 

2. Da ciò: perdita di tempo e forse della vita intera; divertimenti inutili, titubanze senza ideali; inconseguenza nei progetti; colpe gravi, piccole soddisfazioni delle passioni, perfidi incontri, occasioni pericolose, debolezze... E ciò per colpa mia! Poichè sono nato in un paese cristiano, sono stato istruito sul fine, mi sono aperto alle più nobili aspirazioni... E' colpa mia, se i miei occhi non stanno fissi a quel faro. Poichè almeno la prima domanda del catechismo mi fu insegnata; perchè ogni predica termina col ricordo del fine; perché ho continui richiami al pensiero della morte; perchè negli Esercizi Spirituali il fine è l'argomento fondamentale. E' colpa mia se ho perduto di vista il fine; se ho deviato dalla strada che mi conduce ad esso; se ho stornato il mio sguardo dalla luce che mi allettava; se mi sono sottratto ai moti della grazia che mi spingeva verso il cielo. 

 

3. Sono costretto ad applicarmi gli amari rimproveri di Gesù alle città che ne ricusarono la predicazione: «Guai a te, Corazain! guai a te, Betsaida, perché se i miracoli operati in voi fossero avvenuti in Tiro o a Sidone, da gran tempo queste avrebbero fatta penitenza in cenere e cilicio. In verità vi dico che nel giorno del giudizio vi sarà minor rigore per Tiro e per Sidone che per voi. E tu, o Cafarnao, che ti innalzi fino al cielo, tu sarai abbassata fino all'inferno; perchè se i prodigi che sono stati fatti entro le tue mura, fossero stati fatti a Sodoma, essa sarebbe rimasta in piedi fino a questo giorno. In verità Vi dico, che vi sarà nel giorno del giudizio minor rigore per il paese di Sodoma che per te» (Lc. 10, 12-16). 

 

ESAME. - Il pensiero della mia salvezza è davvero il mio pensiero sovrano? 

 

PROPOSITO. - Mi interrogherò spessissimo: Perché Dio mi ha creato? 

 

PREGHIERA. - Maestro divino, che io conosca come sia ben poco ciò che è terreno; quanto grande invece ciò che è celeste; quanto breve ciò che è temporale; quanto durevole, invece ciò che è eterno. Concedimi di prevenire la morte, temere il giudizio, scampare dall'inferno, arrivare al paradiso. 

 

 

FIORETTO: — Sopporta oggi con gioia i tuoi piccoli dolori, pensando che avrai più gloria in Paradiso.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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