UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

25° Agosto

 

LA PASSIONE - I 

 

Egli non assunse gli Angeli, ma il seme di Abramo assunse; dovette quindi essere in tutto simile ai fratelli, per diventare pontefice misericordioso e fedele davanti a Dio e per espiare i peccati del popolo; perché avendo sofferto ed essendo stato provato egli stesso, potesse aiutare quelli che sono nella prova (Eb. 2,16-18). 

 

1. Alla preparazione della passione di Gesù Cristo sotto diversi aspetti contribuirono: Dio, Gesù Cristo, gli uomini. Dio. Adamo aveva peccato: ed il suo peccato come individuo e come capo dell'umana famiglia era gravissimo, orrendo. La giustizia di Dio esigeva giusto castigo: l'annientamento o l'abisso dell'inferno, come era avvenuto per l'unico peccato commesso dagli angeli ribelli. Ma la misericordia in Dio è attributo sempre attivo come la giustizia. Ed ecco che essa inclina il cuore di Dio al perdono; perchè Satana non esulti d'aver tolta a Dio tutta l'umanità. La divina sapienza conciliò la giustizia con la misericordia: se per la disobbedienza di Adamo tutti sono peccatori, per la obbedienza di un altro capo, molti diverranno giusti. Una delle tre Divine Persone assumerà umana carne: soffrirà come uomo; darà alla Sua sofferenza un valore infinito, come Dio, e la giustizia e la misericordia si baceranno in fronte. S. Paolo dice che il Cristo è: «la pace nostra» (Ef. 2, 14). Dio prepara così la vittima dell'olocausto: nell'Incarnazione intervengono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; ed il Verbo si fece carne; anzi, meglio, si umanizzò per poter patire e morire. 

 

2. Gesù Cristo. Appena creata, l'anima benedetta di Gesù venne ammessa alla visione beatifica di Dio; in Lui vide tutta la storia dei dolori e la croce che l'attendeva. Li vide, li accettò: «Ecco, vengo... o Dio, per fare la Tua volontà (Eb. 8, 9). In tutta la Sua vita, non meno che al Getsemani, Egli diceva: «Non la mia volontà sia fatta, ma la Tua» (Lc. 22, 42). A Pietro che con la spada voleva difenderLo, fece un rimprovero: «Non berrò forse il calice che mi ha dato il Padre?» (Gv. 18, 11). Anzi, si struggeva dal desiderio di attestare l'amore al Padre e agli uomini: «Con un battesimo debbo essere battezzato e come sono angustiato fino a che non si compia» (Lc. 12, 50). E quando arrivava Giuda con gli sgherri, disse agli Apostoli: «Alzatevi, andiamo da qui» (Lc. 26, 46). 

 

3. Gli uomini. Prepararono a Gesù la croce: in un modo vergognoso e sommamente delittuoso. Gesù era passato per la Palestina: conquistando gli uomini con la dottrina, confermata con i miracoli e con la Sua vita santissima. Ed ecco sorgere l'invidia dei dottori, degli scribi e farisei. Lo sorvegliavano sulle parole e sulle Sue opere, cercavano pretesto per farLo condannare. Quando poi Gesù risuscitò Lazzaro, e il popolo Gli preparò l'ingresso trionfale in Gerusalemme si adunarono in consiglio. La domanda di tutti era: «Che facciamo? perchè costui opera molti miracoli» (Gv. 11, 47). Sembrava dovessero concludere: CrediamoGli! Invece conclusero: «Conviene che uno muoia per tutto il popolo» (Gv. 11, 50). E da quel giorno pensarono al modo di ucciderLo (Gv. 11, 53). Giuda, uno dei discepoli, propone loro la sua cooperazione: «Che mi date? Io ve Lo consegnerò» (Mt. 26, 15). Fu convenuto per una modesta somma. E si mise a capo di un drappello di soldati; li guidò al Getsemani; secondo l'intesa, baciò il Maestro come segno di riconoscimento. Il Sinedrio, Pilato, Erode in varia maniera, contribuirono alla morte di Gesù Cristo. 

 

ESAME. - Gesú andò a morire per i peccati degli uomini: vi ho contribuito pur io. In che misura? Almeno ora approfitto del sangue di Gesú per ottenere il perdono? Mi arricchisco dei Suoi meriti? 

 

PROPOSITO. - Metterò spesso a confronto la bontà di Dio e la malizia umana e chiederò perdono a Gesù dei peccati che hanno contribuito alla Sua passione. 

 

PREGHIERA. - La Tua passione, Te ne prego, o dolcissimo Signore Gesù Cristo, sia per me una forza che mi armi, mi protegga e mi difenda; le Tue piaghe mi siano cibo e bevanda da cui io venga nutrito, inebriato, dilettato; l'effusione del Tuo sangue mi lavi da tutti i miei peccati; la Tua morte mi sia vita senza fine, la Tua croce mi sia gloria eterna. In queste cose sia il mio alimento, l'esultanza, la sanità e la dolcezza del mio cuore.

 

FIORETTO. — Paradiso, paradiso, esclamava S. Filippo Neri. Sii sempre modesto negli occhi.

 

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