UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

28° Ottobre

 

L'EUCARISTIA - III

 

Io poi sono sicuro che nè la morte, nè la vita, nè gli angeli, nè i principati, nè le virtù, nè le cose presenti nè le future, nè la potenza, nè l'altezza, nè la profondità, nè altra cosa creata potrà separarci dalla carità di Dio che è in Gesù Cristo Signor nostro (Rm. 8,38-39). 

 

1. E' il Sacramento che nutre ed accresce la vita cristiana e le principali virtù. Viviamo una vita naturale; e per questa vi è un cibo naturale: il pane. Ma il cristiano vive pure una vita soprannaturale; e questa ha pure il suo alimento. «La mia carne è veramente cibo; il mio sangue è veramente bevanda» (Gv. 6, 56). Questo pane celeste ci viene dal cielo: «Dal cielo donasti loro un pane contenente in sè ogni delizia» (Sap. 16, 20). E Gesù spiegò: «Io sono il pane della vita» (Gv. 6, 35). Con la grazia, è pure alimentata la fede. Qui abbiamo un mistero di fede: i nostri sensi nulla percepiscono; ma la fede ci svela un complesso di misteri: «misterium fidei». E con il mistero eucaristico sono connessi i misteri dell'Incarnazione, Redenzione, SS.ma Trinità. E quindi un continuo esercizio di fede, specialmente se preghiamo con gli Apostoli; «aumenta in noi la fede» (Lc. 17, 5). Ed anche; «Praestet fides supplernentum sensuum defectui» (Liturgia). 

 

2. Anche la speranza viene nutrita: «Ci è dato come pegno della futura gloria» in queto Sacramento. Qui è una fonte di acqua che sale a vita eterna: «Attingerete con gioia le acque dalle fonti del Salvatore» (Is. 12, 3). Qui si attingono tutte le grazie per la santificazione; mentre l'unione con Gesù Eucaristico richiama e prepara l'unione eterna con Lui in paradiso. Gesù Cristo ci infervora in modo mirabile. Questo è il Sacramento d'amore:'«Avendo amato i Suoi li amò sino alla fine» (Gv. 13, 1). Nonostante che Egli prevedesse tutte le ingiurie con cui nel corso dei secoli l'umana malizia l'avrebbe ripagato, volle rimanere in mezzo a noi. Volle qui stabilire una perenne fonte di grazie, volle qui immolarsi continuamente. «Chi non riamerà chi tanto ci ha amato?» — L'amore verso il prossimo per mezzo dell'Eucaristia viene purificato ed elevato. Tutti ci nutriamo del medesimo cibo, ricchi e poveri; dotti e ignoranti. Tutti in Cristo, che è il capo, formiamo un sol corpo: «Siccome vi è un unico pane, noi, pur essendo molti, formiamo un sol corpo, comunicandoci con il medesimo pane» (1 Cor. 10, 17). Gesù Cristo volle che questa intima unione dei fedeli fosse simboleggiata nel pane e nel vino. Infatti da molti grani si fa un unico pane, da molti acini risulta il vino. Così da tanti cuori in Cristo, i cristiani hanno come un sol cuore. 

 

3. Gesù mio, Vi ammiro con S. Giovanni Crisostomo, Voi ci portate più che un amore materno. Le madri talvolta fanno allattare i loro bambini da donne estranee; ma Voi, o Salvatore, ci avete generato alla nuova vita e ci nutrite e fortificate con le Vostre carni e con il Vostro sangue. Quale sovrano dirà al suo suddito; mangia della mia carne e bevi del mio sangue? 

 

ESAME. — Dalle mie Comunioni ho riportato frutto? Aumento di fede, di speranza, di carità? Se non l'avessi riportato, ciò non dal cibo dipenderebbe, ma dalla mancanza di disposizione in me. 

 

PROPOSITO. - Desidero comunicarmi spesso, anche ogni giorno. Ma desidero ancora di più di ricevere buon frutto dalle mie Comunioni. 

 

PREGHIERA. - Buon Pastore, Pane vero, o Gesù abbi pietà di noi; Tu ne pasci, ne difendi: Tu ne fa vedere il sommo bene nella terra dei viventi, Tu che tutto sai e tutto puoi, che ci pasci qui, mortali, fa che siamo Tuoi commensali, coeredi e compagni dei santi nel Cielo. Così sia. 

 

FIORETTO: — Recita tre Pater, Ave, e Gloria a tutti i Santi per ottenere la perseveranza.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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