UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

16° Novembre

 

LA PENITENZA - III 

 

Fate penitenza e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo in remissione dei vostri peccati e riceverete il dono dello Spirito Santo (At. 2,38). 

 

1. La penitenza come virtù è una disposizione che ci inclina ad un continuo rinnovamento della nostra vita. L'uomo, riflettendo su se stesso, si trova difettoso, peccatore, imperfetto; si riprende, si alza, concepisce un alto ideale di perfezione; e si rimette al lavoro, nella confessione. Due elementi entrano in questa vita soprannaturale e morale: detestazione del peccato commesso, perchè offesa di Dio; e proposito di soddisfare e correggersi. Giobbe diceva: «Ho parlato da stolto; perciò mi dolgo e faccio penitenza» (Gb, 24,3-6). Ezechiele avverte: «Convertitevi e fate penitenza di tutte le vostre iniquità... formatevi un cuore nuovo ed uno spirito nuovo» (Ez. 18,30). Abbraccia perciò tutto l'uomo: la mente perché importa un cambiamento di pensieri; la volontà poichè si tratta di far ciò che prima si è lasciato e di lasciare ciò che prima si è fatto; il cuore che cercherà Dio, a cui prima si sono voltate le spalle, e si detesteranno quelle soddisfazioni che prima si sono cercate. 

 

2. E' virtù preziosissima e necessaria. La vita nostra dev'essere un continuo rinnovamento, una continua conversione, una continua risurrezione. A questo scopo ci è concesso il tempo per progredire nella santità, nei meriti, nelle virtù; finchè arriveremo alla nostra pienezza, secondo i disegni di Dio su di noi. Ciò esige che conosciamo quanto ancora ci manca, onde possiamo desiderarlo; che conosciamo i peccati ed i difetti, per detestarli ed emendarli. Inoltre: che ci eccitiamo ad un sincero dolore; specialmente se i nostri peccati contengono vera malizia. Ed ancora: il proposito ed il desiderio fermo di maggior santità, e di migliorare la vita. Ogni giorno diciamo: «Convertici, o Dio, Salvatore nostro» (Sal. 84, 5). Ogni mattina, chi vuoi rinnovarsi fa l'esame preventivo. Esso consiste nel prevedere le occasioni di bene e di male che ci aspettano nella giornata. Pensando ai giorni precedenti, alle tentazioni, alle difficoltà interne ed esterne, ai peccati, alle opere buone, è facile prevedere quanto ci aspetta nella giornata. Si prega, si dispone l'animo e si fanno buoni propositi per santificarla. Questo è praticare il divino avviso: «Vigilate e pregate» (Mc, 14,38), Questo è pure praticare la saggia prudenza degli uomini spirituali. 

 

3. Gesù Signore, io riconosco la mia fragilità, i miei peccati, i miei moltissimi difetti. Tutto questo forma il mio uomo vecchio, di cui devo spogliarmi. Ammiro in Voi l'altissimo ideale della perfezione: l'uomo nuovo e santo; che devo rivestire con un lavoro quotidiano di buona volontà e di preghiera. Misericordia, o GeSù mio, di questo povero, misero peccatore. 

 

ESAME. — Lavoro per conoscere me stesso? Faccio l'esame preventivo quotidiano? Come lo concludo? Quale frutto ricavo? 

 

PROPOSITO. — Dedicherò ogni mattina qualche spazio di tempo all'esame preventivo. 

 

PREGHIERA. — Illuminatemi, o Gesù Signore, a conoscere quello che mi manca. Quale distanza tra me e Voi! Mi pare quasi di commettere un paragone sacrilego al solo pensarVi. Eppure io devo studiare Voi, divino e perfetto modello, e sforzarmi di imitarVi. Voi, Gesù, siete la Via, la Verità e la Vita: dunque illuminatemi, guidatemi, soccorretemi. 

 

FIORETTO: — Signore, fatemi la grazia che non mi danni!

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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