UN ANNO CON DON ALBERIONE
17° Novembre
LA PENITENZA - IV
Ricordati dunque da quale altezza sei caduto e fai penitenza, e torna ad operare come prima, altrimenti, se non ti ravvedi, verrò da te e torrò dal suo posto il tuo candelabro (Apoc. 2, 5).
1. Per la remissione dei peccati si richiedono: la contrizione o dolore; cui va unito il proposito; l'accusa fatta con sincerità al Sacerdote; la soddisfazione come viene dal confessore imposta. Il dolore è il dispiacere ed il pentimento del peccato commesso, congiunto al proponimento di non più peccare per l'avvenire. Il dolore è una vera afflizione, una tristezza, una mestizia interiore che nasce dalla considerazione dell'offesa fatta a Dio; ed un odio che si concepisce contro il peccato considerandone la malizia e le sue conseguenze in noi, ritrattando la volontà; è anzi una volontà decisa di mai più commetterlo, adoperando tutti i mezzi necessari. S. Giovanni Crisostomo lasciò un libro sulla compunzione. S. Giustino scrive: «In quale modo gli impuri, se non piangono e detestano il loro peccato possono sperare che il Signore li perdoni?» S. Cipriano promette il perdono a chi è pentito: «Se fanno penitenza, accusando i loro falli e con lacrime e gemiti e pianti, mostrano l'interno dolore».
2. Il pentimento delle proprie colpe in ogni tempo ed in ogni luogo fu ritenuto necessario per ottenere il perdono e la grazia. Quando S. Pietro fu interrogato dagli Ebrei che cosa dovessero fare per venir perdonati, rispose: «Pentitevi e convertitevi». Gesù Cristo disse: Se non farete penitenza tutti perirete» (Lc. 13, 3). Per il peccato l'uomo volta le spalle a Dio, Sommo Bene ed eterna felicità, per cercare umana e terrena soddisfazione. Ecco il figliol prodigo che parte dalla casa paterna per scapricciarsi liberamente. Grande torto a Dio. Per mezzo del pentimento questo figliolo ritorna e pronuncia il suo «ho peccato!... Non merito di venire ancora considerato come figlio, accettatemi almeno come servo...». Con il dolore si voltano le spalle alle creature e si ricerca Dio, unica gioia ed eterno bene. La giustizia lo esige, perchè il male vuole una riparazione, la sapienza vieta di perdonare chi non è pentito per non dare maggiore ansa al peccato; la santità di Dio non permette che a Lui si unisca chi è macchiato. Dio ripugna assolutamente dal peccato.
3. Trafiggi, o Signore, con il santo timore del peccato il mio cuore, onde io cominci ad odiare quello che finora ho amato; e cominci ad amare quanto finora ho odiato. Tl dolore è frutto della Vostra grazia e della considerazione della malizia del peccato. Illuminatemi ed usatemi la Vostra misericordia.
ESAME. - Per ottenere il perdono, la prima ed assolutamente necessaria disposizione è il dolore. L'ho io abitualmente? Lo porto alla confessione sempre?
PREGHIERA. - Signore, datemi un dolore perfetto delle mie colpe; che nasca da un perfetto amore a Voi, Sommo Bene ed eterna felicità. Atto di dolore: Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perchè peccando ho meritato i vostri castighi, e molto più perchè ho offeso voi infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il vostro santo aiuto di non offendervi mai più e di fuggire le occasioni prossime del peccato. Signore, misericordia, perdonatemi.
FIORETTO: — Tronca subito le cattive abitudini, recita le Litanie della Madonna.
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