UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

18° Dicembre

 

LA LITURGIA - II 

 

E' forse questo il digiuno che io voglio? Che l'uomo affligga per un giorno l'anima sua, torca come un cerchio il capo, si getti con il sacco sulla cenere? Questo lo chiamerai digiuno e giorno del Signore? Non è forse quest'altro il digiuno da me preferito? Rompi le catene del peccato, sciogli le obbligazioni che opprimono, metti in libertà chi è in strettezze, togli ogni gravame (Is, 58, 5-6). 

 

1. La Liturgia, oltre l'onore a Dio, procura l'unione delle anime a Cristo; e per Cristo a Dio. Vuole purificare l'anima sempre più dal peccato e da ogni affetto terreno; vuole congiungere sempre più l'anima al Cristo come un membro al Capo, come un tralcio alla vite. Cosicché l'uomo sempre più si conformi a Lui e da Lui attinga l'ispirazione e la forza di cui ha bisogno, in modo che l'uomo senta uno stimolo sempre più efficace al bene, al dovere, alla pratica della religione, al fervente esercizio della virtù, secondo l'insegnamento di S. Paolo: «Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio». Perciò il centro della Liturgia è nell'Eucaristia come Presenza reale, Messa, Comunione. Tutto, anche la confessione, deve portare a Gesù-Ostia. 

 

2. Che l'uomo vada a Dio è l'adempimento del precetto della carità. Tutta la Liturgia è ben organizzata secondo Gesù Cristo dalla sapienza della Chiesa. Con l'insegnamento della dottrina cristiana, con l'esortazione ad osservare i precetti, essa prepara la via alla sua azione propriamente sacerdotale e santificatrice. Dispone le anime ad una più intima contemplazione della vita di Gesù, a maggior penetrazione dei misteri della fede, a più grande desiderio di perfezione e santità. Così tutto porta all'Eucaristia; e da questa l'uomo parte rafforzato a spargere il profumo di Cristo. Ne avranno immenso vantaggio la famiglia, l'attività privata, coniugale e sociale; ne risentiranno anche l'ambiente, e persino l'azione politica ed economica. Ovunque si porterà Cristo e la Sua grazia. Tutto a Gesù-Ostia; tutto da Gesù-Ostia. Tutti in Cristo; da Cristo tutto. 

 

3. S. Paolo ci ammaestra: «Avendo, dunque, fiducia di entrare nel Santo dei Santi per il sangue di Gesù Cristo, per la via nuova e vivente che Egli inaugurò per noi attraverso il velo, cioè attraverso la Sua carne, ed avendo un gran Sacerdote preposto alla casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, con pienezza di fede, purgato il cuore da coscienza di colpa e lavato il corpo con acqua monda, attacchiamoci incrollabilmente alla professione della nostra speranza... e stiamo attenti gli uni agli altri per stimolarci alla carità e alle opere buone». 

 

ESAME. - Possiedo vera scienza liturgica? Assisto alle funzioni come freddo spettatore, o come partecipante all'azione liturgica? Progredisco nelle osservanze liturgiche secondo la Chiesa? 

 

PROPOSITO. - Mediterò le parole di Pio XII ai vescovi: «Ritenete di non aver mai abbastanza soddisfatto al vostro zelo apostolico se non quando vedrete i vostri figli accostarsi in gran numero al celeste convito: che è e Sacramento di pietà, segno di umiltà, vincolo di carità». 

 

PREGHIERA. - Gesù, che dimorate nel Sacramento del Vostro amore, attirate a Voi tutte le anime. Che vivano di Voi e per Voi. Che io comprenda e professi sempre meglio il «per Cristo, con Cristo, e in Cristo: ascenda a Te, Padre celeste onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo ogni onore e gloria». 

 

FIORETTO: - Recita atto di Carità (clicca) e uno di contrizione (clicca).

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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