UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

24° Dicembre

 

VIGILIA DI NATALE 

 

Poichè la divina potenza di Cristo ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà, facendoci conoscere, Colui che ci ha chiamati per la sua gloria e virtù, per mezzo del quale ci ha dato grandissime e preziose promesse, per farci, mediante queste, partecipi della divina natura, fuggendo la corruzione della concupiscenza che è nel mondo. Voi fate ogni sforzo per unire alla fede la virtù, alla virtù la scienza, alla scienza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità; perchè se queste cose sono in voi e crescono non vi lasceranno vuoti nè senza frutto nel conoscimento del Signore nostro Gesù Cristo (II Pt. 1, 3-8). 

 

1. Rappresentiamoci al vivo la grotta, la greppia, il bue e l'asino; poi Giuseppe, Maria, il Bambino. Adoriamo con gli Angeli. Il presepio è cattedra del Maestro, tribunale del Giudice, trono di misericordia. E' cattedra, la prima cattedra del Maestro Divino. Egli, tacendo, insegna alle anime pie e docili: l'umiltà, la povertà, la pazienza. L'umiltà: essendo Dio, umiliò, annientò al cospetto degli uomini Se stesso; e si mostrò come uomo, anzi come bambino. Impariamo a scomparire: «Sarebbe una intollerabile imprudenza, mentre la maestà si annientò, se il vermiciattolo si gonfiasse ed inorgoglisse». La povertà; Gesù ha, per casa, una grotta; per culla una greppia, per letto un po' di paglia, per fasce dei pani grossolani. Eppure Egli è Dio vero da Dio vero; dal quale tutto fu creato. Egli predicherà poi: Beati i poveri. La pazienza: Venne nella Sua nazione, ma non fu accolto; anzi, fu cercato a morte. Eppure, dimenticato, tace; come tacerà quando sarà accusato e condannato. Impara il silenzio di chi soffre solo per Gesù Cristo. 

 

2. Il presepio è tribunale di giudice. Tacendo, il Bambino fa conoscere chi é e chi non è Suo discepolo. E' suo discepolo chi si mette alla scuola dei Suoi esempi: chi Lo segue, Lo imita nella umiltà, povertà, mortificazione, pazienza. Non è suo discepolo chi non viene alla Sua scuola; o non ne approfitta; o ci viene solo raramente o quasi per curiosità. Vero Suo discepolo è chi prende la sua croce e Lo segue; non è vero Suo discepolo chi non porta la sua croce. E' vero discepolo chi rinuncia a tutto od almeno distacca il suo cuore da tutto, per Suo amore; non è vero Suo discepolo chi è mondano, cerca se stesso, ama la vita comoda, gli onori, i piaceri, le ricchezze. E' Suo discepolo chi ne ha lo spirito di mansuetudine e di carità; non lo è chi si vendica, odia, invidia. 

 

3. E' trono di misericordia. Nel presepio Gesù per la prima volta stende le Sue braccia per invitare a Sé tutti gli uomini, come farà in tutta la vita: «Stesi tutto il giorno le mie mani» (Is. 65, 2). «Venite a me voi tutti che avete sofferenze o peso di peccati: vi ristorerò». Molte sono le pene nostre: «Molte sono le tribolazioni dei giusti» (Sal. 33, 19). Confidiamoci in Gesù: Egli ci conforterà. Prima, perdonerà ai pentiti i loro peccati; poi, ispirerà la pazienza; inoltre infonderà conforto con la speranza del paradiso. Ogni pena confidata a Gesù, riuscirà lieve; accettata dalla Sua mano cesserà di essere una croce. 

 

ESAME. - Il Natale per me è soltanto una festa di famiglia? Od un giorno di poesia? o un'occasione di riposo e godimento umano? Oppure è una nuova nascita in Cristo? 

 

PROPOSITO. - Oggi entro alla scuola di questo Divino Maestro, per restarvi ogni giorno della mia vita. 

 

PREGHIERA. - «Signore; che questa notte sacratissima hai rischiarata con i fulgori della vera luce; concedi, Te ne preghiamo: che di quella stessa luce di cui in terra conosciamo i misteri, in cielo, poi, partecipiamo ai gaudi nella contemplazione della Tua gloria». 

 

FIORETTO: - Recita tre Pater ai tre SS. Cuori: ripeti sovente; Gesù, vieni nel mio cuore

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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